COLLEFERRO - Spesso confusi (o fatti confondere) con le piste ciclabili, i percorsi ciclopedonali sono in realtà percorsi pedonali, anche marciapiedi, dove in via eccezionale è permessa la circolazione delle biciclette con alcune restrizioni:
1. La velocità non deve superare i 10 km/h;
2. I ciclisti devono dare la precedenza ai pedoni e non rappresentare un ostacolo o un pericolo;
3. In presenza di molti pedoni, i ciclisti devono scendere dalla bici e condurre la bicicletta a mano.
4. Agli incroci, i ciclisti devono comportarsi come pedoni.
Le suddette limitazioni sono giustificate dal fatto che i percorsi ciclopedonali non sono un pista ciclabile e neanche la soluzione ottimale per la convivenza tra pedoni e ciclisti (che tra loro sono molto meno compatibili di quando non sembri). Sono una eccezione ammessa in casi specifici solo a determinate condizioni.
Per poter realizzare un percorso ciclopedonale è opportuno infatti che il traffico pedonale sia ridotto e siano assenti attività attrattive di traffico pedonale quali itinerari commerciali, (scuole?), insediamenti ad alta densità abitativa, ecc. L’opzione migliore sarebbe ovviamente quella di realizzare piste/corsie ciclabili e marciapiedi separati.
E evidente che, realizzare un tale tipo di infrastruttura soprattutto in assenza di condizioni idonee, poco ha a che vedere con l’implementazione di una vera mobilità ciclabile, la quale si basa su ben altre velocità di transito e ben altre regole atte a favorire la mobilità e non il “passeggio”.
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