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Immagine del redattoreFederico Moffa

Colleferro: Termovalorizzatore, ora va bene ma sarà ricchezza solo per Roma

“Con il termovalorizzatore creeremo ricchezza per tutti i romani”. “Produrremo energia pulita”. “Quello che risparmieremo con i termovalorizzatori lo useremo per migliorare il servizio, per esempio lo spazzamento”. “Il nostro termovalorizzatore costerà 700 milioni di euro, si ripagherà in 5 anni con un fatturato medio di 140 milioni di euro”.

Ed ancora: “Il nostro piano è di portata storica perché nel suo complesso consente la chiusura del ciclo dei rifiuti, portando Roma all’avanguardia dell’economia circolare”.

“Poi c’è la bolletta elettrica. Il futuro impianto consentirà di recuperare energia elettrica per 150 mila famiglie e calore per 36 mila”.

Infine: zero emissioni inquinanti. Parola di Roberto Gualtieri, sindaco Pd della Capitale.

C’è da trasecolare.

Non solo per un Gualtieri fulminato sulla via di Damasco.

In campagna elettorale, si era ben guardato dallo svelare un così ambizioso “piano di portata storica” per la città eterna, pur promettendo ai romani di risolvere l’annoso problema dei rifiuti che ha diffuso nel mondo un’immagine sconsolante di degrado dell’Urbe, ma si sa, in campagna elettorale serviva catturate voti del mondo pentastellato deluso dalla Raggi e il silenzio sul come affrontare la delicata e complessa questione rappresentava molto più di una semplice furbizia.

Da consumato politicante, Gualtieri aveva svicolato anche sull’inutile piano dei rifiuti regionale varato dal suo amico Zingaretti.

Ma ora che tutto è cambiato nella sua mente e nei suoi propositi (cosa che salutiamo con una certa soddisfazione: meglio tardi che mai, verrebbe da dire), c’è da chiedersi cosa si inventerà Zingaretti per mettere una pezza alla sua sconclusionata ossessione: per fare un favore (elettorale) al suo sodale sindaco Sanna, ha decretato la chiusura del termovalorizzatore di Colleferro, mandando in fumo la decina di milioni stanziati e appaltati alla ditta aggiudicataria del bando per la realizzazione del revamping degli impianti, e procurando un danno alle casse comunali della nostra città, private di ben 11 milioni di euro, cifra corrispondente al mancato introito per il profitto ricavato dalla vendita di energia.

A proposito: la Corte dei Conti non ha nulla da eccepire? Siamo certi che sia tutto regolare e che si possa bloccare un impianto industriale pubblico, la cui portata aveva ed ha una valenza regionale, solo per assecondare i desiderata di chi ha costruito su una narrazione sbilenca e sui falsi dati dell’inquinamento imputabile al termovalorizzatore e, invece, di tutt’altra origine e natura - le sue fortune politiche?

Non ci sorprenderemmo se in questo cumolo di bugie, di mezze verità, di ipocrisie e di clamorose retromarce, arrivi il salvataggio del governo, pronto ad offrire sul piatto del decreto in preparazione per il prossimo Giubileo gli strumenti idonei per accelerare la realizzazione del termovalorizzatore romano, superando lungaggini burocratiche e la pletora di permessi previsti dalle attuali normative. Comunque vada, una cosa è certa: in questa storia dei rifiuti, lor signori hanno perso la faccia.

E ancor più la perde chi, come il sindaco di Colleferro, ha inchiodato la città ad una incredibile arretramento economico e produttivo, proprio nel campo dove in passato la città aveva primeggiato mostrando lungimiranza nell’individuare nel termovalorizzatore la chiave di volta industriale per chiudere il ciclo dei rifiuti e bloccare definitivamente la discarica in tempi non sospetti.

Copenhill, termovalorizzatore di Copenhagen dove si può anche sciare

Al contrario, facendo leva sugli umori della gente, fomentata da informazioni inesatte, artatamente messe in giro per destabilizzare il quadro politico dell’epoca, si è mandato al macero quanto di più moderno sia stato realizzato nel comprensorio della valle del Sacco, le cui ricadute positive in termini di tariffe e di risparmio energetico per imprese e famiglie sarebbero state enormi.

Ora, Roma farà quel che a Colleferro era stato fatto venti anni fa.

Quel che lascia pensare è che si spenderanno 700 milioni, quando ne bastavano una decina per rinnovare gli impianti della nostra città, salvando posti di lavoro, diminuendo la Tari, fornendo energia a basso costo alle imprese del territorio e riscaldamento per le nostre case.

Leggiamo da Il Messaggero: “Il termovalorizzatore? Se fatto bene, con tutti i crismi, io lo metterei anche davanti a casa mia. Non si può pensare di dipendere dagli altri per ottenere energia o dismettere i rifiuti, in più potremmo anche risparmiare. L’immondizia continuiamo a produrla. Il problema c’è e non si può far finta di nulla”.

Parola di Marco, cassiere del bar alla prima rotatoria sull’Ardeatina all’ingresso di Santa Palomba, una delle aree più industriali alle porte di Roma.

Lì hanno colto una opportunità.

Da noi, a Colleferro, quella opportunità è stata gettata al vento.


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