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Immagine del redattoreCristiana Ricci

E la città si trasformò in set cinematografico

Valmontone è un paesino situato nell’area dei Castelli Romani nel Lazio. Ha circa quindicimila abitanti ed è un polo strategico per i paesi limitrofi grazie all’accesso all’autostrada e al fashion district Valmontone Outlet, un piccolo villaggio costituito da molti negozi di abbigliamento, di elettronica e per la casa.

Inoltre molta attrattiva si ha nei confronti del Rainbow parco divertimenti che nei mesi estivi attira molti clienti e turisti.

Queste a livello economico sono il propulsore dell’economia cittadina e fonte di posti di lavoro per il circondario.

Se si dice Valmontone non si può non pensare alle meravigliose opere d’arte a cielo aperto presenti nel territorio. Chiese, musei, catacombe, palazzi reali caratterizzano la storia territoriale e possono essere visitati sia dai cittadini che dai turisti.

A tal non possiamo non citare due film che hanno avuto come lacation alcuni territori del nostro bel paese.

Stiamo parlando, in pro luogo, del celebre capolavoro diretto da Luciano Salce, il Federale, del 1961.

Roma, 1944.

Primo Arcovazzi, soldato graduato delle brigate nere, di origine cremonese, fu scelto per andare a catturare e riportare a Roma il professor Erminio Bonafé, filosofo che un comitato di antifascisti ha individuato come futuro presidente della Repubblica.

Si era rifugiato in un paese dell’Abruzzo.

Come premio per la missione ad Arcovazzi gli fu promessa la nomina a federale. Con un “side-car” il giovanotto raggiunse il professore, che gli si consegnò senza opporre resistenza.

È il ritorno a Roma con il prigioniero che fu complicato.

I due sfuggirono ad un attacco di partigiani e finirono fuori strada per colpa di una ladra vagabonda.

Inoltre, in seguito, furono arrestati dai tedeschi, ma riuscirono a fuggire durante un bombardamento aereo: il professore tentò di fuggire da solo, ma il futuro Federale lo ritrovò quando andarono entrambi a rubare nello stesso pollaio.

Il viaggio dei due proseguì su di una vettura anfibia tedesca, che naufragò nell’attraversare un fiume.

Arcovazzi e Bonafé capitarono in casa di Bardacci, noto poeta fascista e antico maestro di Arcovazzi: i familiari dissero loro che era morto, e invece viveva nascosto in un granaio.

Infine le continue delusioni e i tentativi di persuasione del suo prigioniero non cambiarono il modo di pensare di Arcovazzi che restò ancorato alla propria fede fascista.

Inoltre a 6 chilometri da Roma, comprò alla vagabonda, incontrata casualmente di nuovo, una bella divisa da federale, che essa si affrettò a indossare per il suo ingresso nella capitale.

A Roma trovò, però, una sorpresa: erano già arrivati gli alleati.

Un gruppo di partigiani saltò addosso al neo-federale e per lui sarebbe finita male se non fosse intervenuto a sottrarlo al linciaggio il prof. Bonafé.

Fu girata una scena nel bel paese laziale. Dietro le spalle di Stefania Sandrelli comparvero le rovine, ovviamente finte, create con effetti cinematografici della chiesa di Santo Stefano.

Film quello sopra citato di sicuro molto significativo ma non possiamo non riferirci ad un altro film girato a Valmontone: Il colonnello Von Ryan diretto da Mark Ronson nel 1965.

La trama è emozionante.

Si potrebbe dire di essere scontata ma nell’anno di uscita, a pochi anni dalla fine della seconda Guerra mondiale e delle sue rovinose conseguenze, fu un grande capolavoro.

Tutto accedere nell’Agosto del 1943 dove un colonnello dell’aviazione statunitense finisce in un campo di lavoro, avvero di concentramento italiano.

Con l’arrivo dell’armistizio sfugge insieme ad altri compagni di prigionia alla deportazione.

Avvincenti peripezie che l’autore ha ripreso dal libro di David Westheimer. Una caratteristica peculiare è il rapporto molto profondo e marcato degli attori nel recitare scena dopo scena.

Un Frank Sinatra giovanissimo e una Raffaelle Carrà mitica.

La scena in cui compare Valmontone è quella in cui si riprende la stazione valmontonese.

Una Raffaella Nazionale senza eguali al fianco del maestro dei maestri.

Diciamo che nessuno sa o quasi dell’esistenza di queste scene importanti girate in due tra i film cult della storia del cinema italiano e mondiale.

Non resta che vederli se non li avete mai visti.



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