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Fabroni: ecco i mali della ASL RM5. A che cosa serve la commissione covid?

Carenza di posti letto e di personale, interi reparti soppressi, lunghe liste di attesa.

Ospedale di Colleferro

“Il Monocolo” ha intervistato Stefano Fabroni, presidente del Comitato Salute e Ambiente dell’Asl Roma 5, ex dirigente medico del Servizio di Anestesia e Rianimazione presso l’ospedale di Palestrina, Colleferro ed Anagni.

Il confronto con Fabroni è avvenuto a seguito della seduta della Commissione Speciale Covid-19 della Regione Lazio, sede dove sono state affrontate parzialmente le vulnerabilità e le carenze sanitarie che insistono sulle strutture sanitarie di competenza dell’Asl Roma 5.

Dottor Fabroni, che cosa è cambiato e che cosa non è cambiato nella nostra Asl Roma 5, a seguito della Commissione Speciale Covid-19?

Noi come Comitato Salute e Ambiente della Asl Roma 5 e come Comitato Libero a Difesa dell’Ospedale di Colleferro, nella veste della dottoressa Ina Camilli, siamo riusciti a partecipare nel ruolo di uditori all’audizione del Direttore Generale dell’Asl Roma 5, Giorgio Giulio Santonocito, in Commissione Covid-19 presieduta da Paolo Ciani.

Negli ultimi anni, intorno al tema delle carenze sanitarie, abbiamo inviato PEC a tutti i livelli istituzionali fino ad arrivare al presidente della Repubblica.

Pochi giorni fa, sulla base di questa audizione, abbiamo inviato una mail ai sindaci di Colleferro e Palestrina per chiedere di essere sentiti su quello che sarà l’applicazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sul nostro territorio.

Non bisogna dimenticarsi che il polo unico Colleferro-Palestrina è ormai una realtà e quindi i due sindaci dovrebbero assolutamente confrontarsi in continuazione tra di loro.

Nella seduta di tale Commissione, si è giunti almeno ad una quadra sulla questione sanitaria?

Siamo rimasti insoddisfatti delle risposte che ci ha dato il Direttore Generale dell’Asl Roma 5; non abbiamo potuto esporre la nostra versione dei fatti.

Vista la grave situazione sanitaria di questo territorio, sarebbe corretto ascoltare cittadini, comitati e associazioni.

I politici devono ricordarsi che sono nostri dipendenti temporanei, mentre loro hanno ormai assunto un ruolo autoreferenziale.

Questa è una prima nota d’insoddisfazione da parte nostra.

La grave carenza dei posti letto, (noi abbiamo un terzo di posti letto in tutta l’Asl Roma 5 rispetto a quelli previsti per legge) è stata sollevata dalla consigliera regionale Francesca De Vito e il manager ha dichiarato di non aver tempo sufficiente per rispondere a tutte le domande.

In Commissione non si è parlato del grave fenomeno del turismo sanitario, scaturito dall’assenza, ad esempio, di posti di chirurgia pediatrica in tutta la Asl.

Pertanto, ci troviamo costretti a portare i nostri bambini e i nostri ragazzi a Roma o in altri posti per farli operare, al di fuori di una reale urgenza chirurgica!

Su quali argomenti il manager ha invece “formulato” una risposta?

Il manager ha risposto sulla mancanza della risonanza magnetico-nucleare; è stata la consigliera De Vito a sollevare la questione.

Da 8 anni, è stata richiesta questa risonanza magnetico-nucleare; ne chiediamo almeno una, quando in realtà dovrebbero essere due nel nostro caso, ovvero una per ciascun distretto (una per il distretto di Tivoli e un’altra per quello di Colleferro-Palestrina).

Il manager ha detto che questa risonanza magnetico-nucleare arriverà forse alla fine del 2022 ma il problema è che è stata ordinata 8 anni fa.

Io non capisco questa dinamica, perché se un privato compra una risonanza magnetico-nucleare dopo 15 giorni dall’acquisto gliela installano. Un’altra questione su cui il manager è intervenuto è stata quella sulla carenza dei posti letto in terapia intensiva.

Ha affrontato la questione dichiarando ufficialmente che a Palestrina ci sono dei posti di terapia sub-intensiva.

A Palestrina la situazione è questa; non vi è un reparto di terapia intensiva, come era stato promesso più volte e pertanto, i soli posti presenti di terapia sub-intensiva hanno un valore poco razionale.

Fermiamoci un attimo sul punto della risonanza magnetico-nucleare. Perché non è mai arrivata? “Che fine ha fatto?”

Bella domanda! Forse perché ci sono le risonanze private-convenzionate sul territorio?

Il manager ha fatto sapere che vi è una risonanza magnetico-nucleare al Valmontone Hospital.

Questo però non è un vero ospedale, ma un poliambulatorio.

Occorre una risonanza magnetico-nucleare negli ospedali, in quanto è uno strumento che serve per gli incidenti, per le urgenze, per gli ictus.

Ad oggi, il paziente, che si trova in uno stato patologico, viene caricato e portato da qualche altra parte, spesso in situazioni private-convenzionate.

Ospedale di Palestrina

Veniamo proprio ad un altro argomento, quello relativo alla carenza di medici e di personale sanitario. A riguardo, cosa ha detto il manager?

Ha confermato che vi è una carenza di medici e personale sanitario ma di modesta entità.

Anche qui registriamo un’incoerenza, in quanto su tutte le delibere c’è scritto: “si dispone l’assunzione di liberi professionisti per grave carenza di personale” e poi in un’audizione il manager dichiara il contrario.

Il distretto Colleferro-Palestrina, su questo punto, versa in una condizione di gravità.

I sindacati stessi si sono lamentati più volte di questa carenza che si è acuita con il Covid-19.

Può invece mettere in luce ai nostri lettori la “falla che si registra nel reparto di cardiologia a Palestrina? Se ne è dibattuto in Commissione?

Anche su questo tema il manager non si è espresso, nonostante sia stato richiesto un parere.

Nelle ore notturne e nei festivi, a Palestrina, non c’è un cardiologo reperibile.

Abbiamo invece saputo che a Monterotondo l’assessore alla Sanità e all’Integrazione Sociosanitaria, Alessio D’Amato, si è impegnato a mandare un cardiologo.

Allora non comprendo perché a Palestrina non vi sia stato un impegno nonostante noi, da 15 anni, chiediamo un cardiologo che abbia la reperibilità notturna.

Negli ultimi due anni avevano detto che l’ospedale di Palestrina sarebbe stato potenziato anche sotto questo punto di vista ma ciò non si è verificato.

Per non parlare dei reparti di ostetricia, ginecologia, neonatologia e pediatria nell’ospedale di Palestrina, che sono stati accorpati al nosocomio di Tivoli.

Quindi, soltanto in un ospedale dell’Asl Roma 5 sono presenti questi reparti.

C’è una promessa sul fatto che questi reparti verranno riportati nel presidio ospedaliero di Palestrina ma non c’è un cronoprogramma di interventi.

Noi chiediamo al manager di farci sapere delle date, altrimenti tutto ciò resta solo una promessa.


In linea generale, a cosa sono dovuti questi ritardi e carenze sia sul piano della cardiologia sia su quello della risonanza magnetico-nucleare?

La spiegazione è molto semplice.

Negli ultimi venti anni lentamente e costantemente si sono volute dirottare fette di sanità pubblica verso l’attività privata-convenzionata.

Io sono 43 anni che giro per gli ospedali e ti dico che venti anni fa non c’erano tutti questi studi privati e ambulatori che ritroviamo oggi sul nostro territorio, in quanto le esigenze sanitarie dei cittadini venivano smaltite principalmente nelle strutture pubbliche.

Adesso ci sono le liste di attesa che, spesso ai confini della legalità, presentano tempi allucinanti!

Da notizie di stampa risulterebbe che alcune strutture pubbliche avrebbero dirottato i pazienti verso il privato-convenzionato e su ciò sono state condotte delle inchieste.

In venti anni sono stati tagliati 40 miliardi di euro nella sanità pubblica.



Non mi dica che in Commissione non si è affrontata neanche la questione delle lunghe liste di attesa.

Adesso, vi è una disposizione regionale che ha stabilito che ogni tre mesi le liste di attesa pregresse devono essere ridotte del 30%; ciò vale a dire che in un anno dovrebbero essere smaltite.

La consigliera De Vito ha sollevato la questione e le risposte sono state: “ci stiamo organizzando”.

La situazione delle lunghe liste di attesa era grave anche nel periodo pre-Covid.

Prima del virus, nel periodo estivo e con l’influenza stagionale, gli interventi chirurgici di routine venivano bloccati e si trattavano solo le urgenze, proprio per la carenza dei posti letto e del personale sanitario.

Le attuali liste di attesa sanno di vergognoso.

ùAllo stato attuale dei fatti, per una prestazione sanitaria si deve attendere 3 mesi, 6 mesi, un anno e il paziente si trova costretto a stipulare un’assicurazione sanitaria e va dal privato. Questo è il gioco.

Per quel che riguarda invece l’inquinamento atmosferico, che cosa si sta facendo di reale per potenziare le strutture sanitarie nei territori della Valle del Sacco?

Tutta la zona della Valle del Sacco è zona SIN (Sito d’Interesse Nazionale). Tale questione non è stata affrontata in Commissione.

Noi abbiamo scritto più volte e chiesto l’audizione in Regione perché una zona SIN, per legge, deve avere delle strutture sanitarie potenziate e invece la dinamica che si verifica è proprio quella opposta.

Concretamente, come state affrontando questi problemi strutturali? Evidentemente non è stata sufficiente la sola audizione in Commissione.

“Per accendere un riflettore” su queste criticità, in data 11 marzo, abbiamo realizzato un video su Facebook a Colleferro e a Palestrina con gli amici dei due comitati.

Un altro canale utile per far sentire la nostra voce sono le manifestazioni, le quali rendono pubbliche queste vulnerabilità sanitarie.

Nelle nostre manifestazioni, però, non c’è una partecipazione dei cittadini compatta e densa, come avviene nelle regioni del Centro-Nord, e ciò si riconduce ad un fatto culturale.

Le persone dalle nostre parti, purtroppo, non sono abituate a prendere parte alle azioni civiche e sociali.

La colpa di queste inefficienze sanitarie è quindi “fifty-fifty”: un 50% delle colpe va all’opinione pubblica che non partecipa alle manifestazioni e l’altro 50% è attribuibile alle istituzioni.

Intorno a queste criticità sanitarie, ricorreremo probabilmente ad azioni legali per difendere gli interessi del cittadino anche tramite associazioni per i diritti civici di livello nazionale.

Per quanto riguarda le nostre esigenze sanitarie, siamo stufi di essere considerati cittadini di Serie-B.

Bisogna fare attenzione al fatto che venga emesso dalla Direzione Generale dell’Asl Roma 5 un vero cronoprogramma con delle date specifiche sugli interventi da fare per potenziare la nostra Asl.

Prestiamo attenzione a ciò in quanto, siccome andiamo incontro alle prossime elezioni ragionali del 2023, non sarebbe la prima volta che vengono fatte promesse generiche, le quali successivamente non vengono mantenute.


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