È importante offrire alla società degli spunti di riflessione culturale sul senso degli studi classici e sul significato di “classico”, oggi che la società, di classico, conserva ben poco, schiacciato dai tempi ultramoderni e ipertecnologizzati e nell’obbedienza alle sopravvenute esigenze economico-culturali.
In realtà esiste una interazione tra gli studi classici e i saperi tecnici, anche se questi ultimi sono privilegiati rispetto ai primi, proprio per le finalità di impiego nel sistema produttivo.
Le riforme scolastiche, infatti, adeguano i propri contenuti in base alle richieste dei mercati industriali, artigianali commerciali e di quei sistemi richiedenti personale formato da impiegare, con il rischio di coartare gli studi letterari, storici e filosofici dal curriculum scolastico, perché il “moderno” si distacca antipodicamente da un passato ormai silente. Ma, se la formazione tecnica finalizza l’uomo alla produzione, l’educazione classica traduce il pensiero che la sola esistenza umana ,non è bastante se non si riconosce il bisogno dell’uomo di andare oltre e di ambire ad altro, ossia la ricerca di quelle forme del bello e della concezione del giusto: beni autentici e immateriali che cavalcano indomiti la storia, scrivono il presente e tracciano il futuro. Il classico non può essere considerato la nemesi del moderno, secondo cui il sapere tecnico è la panacea dell’esistenza: l’esaudimento, l’appagamento economico, attraverso il quale l’uomo assapora la soddisfazione nell’utilizzo a piacimento di denaro appiattisce quella propulsione naturale dell’uomo che, privato di quella spinta, viene distolto dalle forme di pensiero critico.Gli studi classici sono le sentinelle che testimoniano il progresso della ragione, della scienza, della bellezza, delle arti, della giustizia e della libertà, fortemente contrapposti alla volgarità e alla barbarie che dettano la frantumazione della personalità, l’annichilimento delle legittime aspirazioni e l’asservimento dell’uomo al profitto.
Il tentativo di abbrutimento dell’uomo fa parte della storia di ogni civiltà. In realtà, classico e moderno sono una forza sinergica: espressione profonda e consapevole della società moderna, forme imprescindibili l’una dell’altra. La radice classica non è un rudere o una pianta priva di linfa, bensì è una fonte sempiterna di insegnamento e di educazione globale che definisce la costruzione dell’uomo e del cittadino: un cittadino libero e giusto costruirà una città a sua immagine.
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