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Paolo Ludovici

La pagella al Sindaco è l'elettore a farla

SEGNI - È prassi alle nostre latitudini, che la consiliatura comunale entrante e quella uscente, laddove di colore politico diverso, si accusino vicendevolmente per tutto quanto fatto o non fatto, rispetto ai programmi elettorali sbandierati ai cittadini durante le varie campagne elettorali.



Il più delle volte quei programmi contengono alcuni capitoli tratti dal libro dei sogni, alternano obiettivi ampiamente perseguibili e oggettivamente raggiungibili, per quanto pure questi talvolta rimangano poi paradossalmente disattesi, ad altri, la cui portata è palesemente fuori da ogni possibilità di controllo e realizzabilità, tanto da lasciare intendere fin da subito che chi ha varato quel progetto, lo ha fatto ad uso e consumo puramente propagandistico, con il solo fine di procacciare consenso. Quando sono però i Sindaci, uscente ed entrante, a criticare vicendevolmente l’uno l’operato dell’altro, lo scenario cambia, non è più solo un fatto politico, si entra nel campo della efficienza amministrativa, della qualità sistemica della giunta di governo locale, di cui entrambi sono stati o sono responsabili diretti, seppure in tempi diversi.

In tutta onestà devo dire che, almeno per quanto mi riguarda, il colore politico delle Giunte che si avvicendano al governo della città, ha perso negli anni importanza reale, le battaglie ideologiche dei decenni passati ce le siamo lasciate alle spalle, per loro non c’è più spazio nei dibattiti locali, ove conta il fare più che il pensare.

Oggi nei Comuni occorre sapersi calare nella realtà locale, individuare le necessità più immediate della comunità, adoperarsi fattivamente per fornire risposte concrete ai bisogni comuni, quelli che attengono alla quotidianità del vissuto reale, non immaginato o sognato.

I massimi sistemi sono piuttosto materia sociologica, attengono alla analisi politologica più profonda, si collegano al pensiero filosofico più raffinato dei grandi pensatori, ma cosa centrano con il vissuto quotidiano delle persone comuni? quantunque per comune vada intesa l’accezione più nobile che la parola è in grado di rappresentare.

Possiamo definirci paese denuclearizzato, parsimonioso, buono d’animo, altruista, generoso e financo filantropico e di accoglienza, ma rappresenterebbe forse qualcosa tutto questo?  una mera dichiarazione di intenti che non avrebbe significato alcuno, circoscritta com’è ad un ambito territoriale limitato, tanto da rendere del tutto inefficace qualsivoglia azione a supporto dell’intento manifestato. Come dire, respingo da Sindaco ogni ipotesi di accoglimento di un impianto per il trattamento dei rifiuti sul mio territorio, ma nulla posso fare se quello stesso impianto viene poi installato sul territorio del comune limitrofo.  Andate a raccontare il contrario tra le persone che vivono sulle nostre  aree di confine nella contrada di Sacriporto a ridosso di Colleferro, non vi capirebbero affatto e raccogliereste soltanto il loro sdegno più marcato.

A campagna elettorale chiusa e a risultato elettorale pienamente consolidato, possiamo anche accettare che le parti in causa evidenzino, ognuna per la l’agenda che gli compete, le negatività della eredità amministrativa raccolta dagli uni entrando a palazzo, contro la sottolineatura degli altri che difendono quanto di buono ritengono di avere fatto al servizio della città.  

Nell’uno e nell’altro caso però, la difesa d’ufficio del proprio operato o l’accusa di mala gestione profferita dagli amministratori subentranti, non è che sortiscano chissà quale risultato o che sovvertano il pensiero degli elettori.

I cittadini il loro giudizio di valore lo hanno espresso in piena liberalità nell’esercizio di voto.

Se hanno deciso di avvicendare un Sindaco ad un altro, è perché evidentemente non si sono ritenuti piamente soddisfatti dell’operato della Giunta che hanno costretto lasciare l’incarico, riponendo viceversa una nuova fiducia verso gli uomini e le donne che hanno chiamato ad assumere quella stessa responsabilità.

Tutto questo si chiama esercizio democratico, gli elettori sovrani la propria pagella l’hanno redatta a tempo debito, hanno indicato promossi e bocciati, ora è compito dei prescelti agire in concreto per consolidare quella grande attestazione di stima e di fiducia che hanno ricevuto.

Quanto più difficile e minata dalle incapienze economiche ereditate risulterà essere la strada da percorrere,  maggiori saranno i meriti attribuibili ai nuovi amministratori, Sindaco in testa, laddove certo riusciranno, cosa che da cittadino Segnino francamente mi auguro nel profondo, a legittimare il voto popolare raccolto, con azioni concrete utili alla crescita economica e sociale della Città.

Viabilità e parcheggi sono una priorità assoluta, il primo dei problemi, tutto il resto è conseguenza.



 

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