COLLEFERRO - Il mese di dicembre, oltre a farci celebrare la nascita di N.S., ci propone anche la memoria di autorevoli santi.
E proprio all’inizio si presenta il ricordo della vergine e martire Barbara, entrata nella storia ma soprattutto nel consesso dei santi grazie alla fede che dimostrò non rinnegando l’unico e autentico Signore dell’universo.
Le notizie riguardo a S. Barbara sono però da interpretare con molta prudenza, dato che le varie Passio della santa presentano un eccesso di gusto del meraviglioso e del fantasioso, oltre a diverse contraddizioni cronologiche.
Già nel Martirologium Romurum si legge: “ricordo di S. Barbara che, come si tramanda, fu vergine e martire in Nicomedia di Bitinia (oggi Ismit in Turchia). Ma le viene anche assegnata una nascita in Antiochia o ad Eliopoli (Egitto). Possiamo allora affermare che la santa nacque a Nicomedia o Eliopoli ed il suo nome la qualificava come non romana; si avvicinò poi al cristianesimo quando la madre le rivelò la propria conversione alla nuova fede.
Sempre dalla Passio, più volte riscritta e copiata, sappiamo che il padre Dioscuro, per proteggere la bellezza della figlia da importuni pretendenti, la rinchiuse in una torre con due sole finestre. Qui la giovane lesse la Bibbia e non potendo farsi battezzare a motivo della reclusione, fece aprire una terza finestra in onore della Trinità; ordinò anche di abbattere gli idoli di casa e rifiutò il matrimonio, poiché si era consacrata al Signore. Dioscuro non sopportò la conversione della figlia alla religione degli schiavi (sic!) e dato che era un funzionario dell’imperatore non indugiò a denunciare la giovane al prefetto imperiale Marciano che la invitò ad abiurare. Di fronte alla resistenza di Barbara, il prefetto prima la fece tortutare, quindi decapitare per mano del padre stesso. Compiuto il crimine Dioscuro fu incenerito da un fulmine come punizione Divina, e secondo le fonti ciò avvenne il 4 dicembre del 290 d.C.
Le spoglie di Barbara giunsero a Costantinopoli al tempo dell’imperatore Giustino (518-527) e verso l’anno mille furono traslate a Venezia, nella chiesa di S. Giovanni Evangelista.
Il culto della Santa si diffuse nel VII sec. in oriente, e fu importato in occidente dai Bizantini; Barbara fu venerata come protettrice di chi a che fare con il fuoco (Vigili del Fuoco) e di chi usa armi da fuoco, ma anche come patrona di chi muore improvvisamente a causa del proprio lavoro (Artiglieri-minatori).
Nei velieri e nelle navi da guerra il deposito degli esplosivi e delle munizioni era chiamato SANTA BARBARA.
P.s. Anche se leggerete questo articolo dopo la festività della Santa, un caloroso augurio a tutti i Colleferrini.
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