Dura presa di posizione da parte dell’associazione Codici in merito alla decisione della Procura generale della Cassazione di richiedere il rinvio alle Sezioni Unite della questione relativa alla manipolazione del tasso Euribor, su cui a dicembre si è espressa la terza sezione della Cassazione con un’ordinanza che ha aperto la strada a numerosi ed importanti rimborsi per i consumatori.
“La decisione della Procura generale sorprende e preoccupa – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e questo per due motivi. Il primo riguarda il fatto che solitamente il rinvio alle Sezioni Unite avviene quando si registra un contrasto giurisprudenziale tra diverse sezioni della Cassazione, ovvero quando vengono emesse ordinanze contrastanti tra loro. Non è quanto avvenuto in questa vicenda, anzi, e qui si inserisce la seconda riflessione. Sulla questione della manipolazione del tasso Euribor c’è stata solo un’ordinanza della Cassazione, quella famosa del dicembre scorso, ed è un’ordinanza molto lineare. Quindi non solo non ci sono pareri discordanti tra le sezioni, ma si interviene anche contro un orientamento logico. Per questo contestiamo la decisione della Procura generale, anche se purtroppo dobbiamo dire che non ci stupisce del tutto. Appena si apre uno spiraglio per i consumatori, arriva puntuale l’intervento nel solo interesse delle banche. Di fronte alle future criticità previste per gli istituti di credito per possibili rimborsi che riguarderebbero milioni di risparmiatori, ecco che c’è un’iniziativa che di fatto va a discapito dei cittadini. Ricordiamo che l’ordinanza di dicembre della Cassazione ha dichiarato la nullità del parametro Euribor e conseguentemente di tutti i pagamenti effettuati a titolo di interessi su mutui, finanziamenti e leasing legati a tale tasso, stipulati precedentemente o nel corso del periodo tra il 29 settembre 2005 ed il 30 maggio 2008 in quanto frutto di manipolazione da parte di un gruppo di banche internazionali. Attenzione, questa ordinanza nasce da una decisione della Commissione Europea del dicembre 2013, che aveva sanzionato un cartello a cui avevano partecipato le maggiori banche internazionali. Quindi non è stato un intervento estemporaneo, la vicenda è annosa e l’ordinanza segue una logica chiara. Continueremo a batterci per tutelare i consumatori, in attesa di conoscere l’esito della richiesta della Procura generale in merito al rinvio della questione alle Sezioni Unite”.
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