Nel mondo purtroppo ci conoscono anche per la propensione al lamento, che da tempi atavici caratterizza ahinoi una fetta importante della nostra comunità nazionale.
Credo sia un fatto abbastanza notorio ed indiscusso che da noi qualunque cosa offra lo spunto per alimentare il fuoco della polemica, della lagnanza, del complotto ordito ai nostri danni, della irriverenza, ove non addirittura dell’oltraggio internazionale perpetrato a nostro danno in ogni ambito, da quello politico-amministrativo, a quello prettamente sportivo.
In verità l’accadimento dei fatti reali spesso tende a rafforzare questo assunto, o quanto meno non riesce a confutarlo appieno.
Arbitraggi maliziosi e in malafede durante le manifestazioni sportive internazionali (cito l’arbitro Romero durante i mondiali di calcio di alcuni anni fa, che fu fatale per le sorti della nostra squadra), battute ai limiti dell’offesa e risatine sarcastiche all’indirizzo dei nostri uomini di governo durante i summit internazionali (come dimenticarsi delle risatine di scherno di Merkel e Sarkozy contro l’allora Presidente Berlusconi), disapplicazione, o applicazione parziale e distratta del diritto internazionale a tutela dei nostri militari impegnati in operazioni ONU (il caso dei fucilieri di marina Latorre e Girone), la prepotenza esterna e il disconoscimento talvolta dissacratorio delle nostre prerogative di nazione sovrana, come accaduto in occasione di alcune vicende tragiche legate al soccorso dei migranti in mare (cito su tutti il caso Rakete e le poco lusinghiere affermazioni in danno dell’Italia pronunciate dal divo di Hollywood Richard Gere), tutto sembra avvalorare la tesi, peraltro molto diffusa tra i nostri connazionali, secondo la quale essere Italia nel mondo oggi significa essere un Paese minore, costantemente sotto tutela e mai completamente preso sul serio e pesato per il valore internazionale e la storia ultramillenaria espressa.
Vero ed inconfutabile, sarebbe intellettualmente disonesto negarlo, come sarebbe però altrettanto imperdonabile non porsi la giusta domanda del perché tutto questo sistematicamente accade, a noi Italia sempre e comunque, mai o quasi mai agli altri.
Personalmente una risposta me la sono data e da anni la ripeto a me stesso.
Noi non ci comportiamo da Nazione, scontato che poi gli altri non ci trattino come tale.
Da noi tutto è sempre contrapposizione tra maggioranza ed opposizione, quasi fossimo in perenne campagna elettorale. Capita quindi di norma che la minoranza Parlamentare critichi l’operato del Governo in ambito internazionale, sconfessandone le decisioni, rimarcandone gli errori, dileggiandone i comportamenti, anche quando sarebbe invece opportuno difenderli in nome di una valenza superiore, quella dell’interesse nazionale.
Accade quindi che agli occhi degli osservatori e dei Governi esteri, noi siamo visti come una Nazione in perenne confitto interno, sospesa tra la ragione di Stato e l’interesse di bottega della singola parte politica, che quasi sempre finisce per prevalere.
Facile quindi per gli altri accanirsi contro di noi, visto che una parte del Paese avversa a prescindere l’altra in ogni occasione, strumentalizzando ai fini di politica interna ogni cosa, dal viaggio estero in compagnia della prole, al voto e alle posizioni espresse in ambito Europeo, ai Commissari incaricati o negati, ai conflitti di interesse se sei troppo ricco o troppo povero per fare politica, ai crocifissi nelle aule scolastiche che ad alcuni sembrano dare fastidio, alle regole cervellotiche sulle ristrutturazioni edilizie e l’efficientamento energetico, riguardo le auto elettriche, le norme sull’imbustamento e le etichette da apporre ai nostri generi alimentari, che da sole creano la metà dei rifiuti prodotti, ecc. ecc.
Perfino gli arbitraggi sportivi alla fine ci danneggiano, magari perché nel dubbio di una decisione da assumere prendono quella a noi contraria, temendo forse di essere poi tacciati di favoritismo o peggio ancora di essersi lasciati “comprare” da quei disonesti e mafiosi mandolinari degli Italiani, capaci solo di cercare la scorciatoia per ogni cosa.
E in tutto questo il danno peggiore per il nostro Paese siamo proprio noi Italiani, capaci ad esempio di gridare noi stessi allo scandalo e alla compravendita disonesta di una partita di calcio, anche quando la superiorità tecnica ed agonistica della nostra squadra è risultata così ampia rispetto quella espressa dagli avversari, tale da non lasciare dubbi riguardo il risultato raggiunto. Accadde durante i mondiali di calcio del 1982, dove una squadra superdotata, l’Italia, ebbe ragione nell’ordine di Argentina, Brasile e Germania, legittimando appieno la conquista del meritatissimo titolo mondiale.
Eppure anche allora una parte della stampa nazionale promosse indagini ed inchieste scandalistiche, perché quel risultato era stato raggiunto a loro dire solo grazie alla corruzione perpetrata in danno del Camerun, che si lasciò sconfiggere di misura nel girone preliminare, cedendo alle nostre lusinghe e ai nostri omaggi economici.
Ecco, questa è una Italia “bastian contraria” di cui dovremmo francamente liberarci in fretta, perché non aiuta la causa nazionale, anzi ne amplifica i difetti.
La Nazione all’estero è riconosciuta e considerata come tale, solo se si propone granitica e coesa verso gli altri che poi la giudicano, diversamente resterà l’Italietta di sempre, questuante e piagnucolona, in perenne contraddizione tra l’essere una grande Nazione o una piccola Nazione desiderosa di essere grande e che mai lo sarà.
Nel mentre gli “affari” alla Stellantis o la disarticolazione del nostro apparato industriale ed agroalimentare, continueranno a mietere vittime.
Lo dico in particolare agli amici della sinistra, poco attenti negli ultimi decenni a difendere le ragioni del lavoro, visto che le ricette proposte non hanno aumentato i salari e nemmeno ridotto la disoccupazione.
Naturale quindi che una parte importante di quella tradizione elettorale, guardi oggi altrove per vedere tutelare i propri interessi.
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