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Pierino e l'albero di Natale

La fiaba del bambino povero, ma generoso e dell'uccellino affamato.

C’era una volta un bambino, di nome Pierino.

Questo bambino viveva in una cittadina, piccola ma carina, vicina a delle grandi montagne.

Un giorno, Pierino era affacciato al davanzale della sua finestra, intento a sbocconcellare un pezzo di pane, e il suo sguardo era tanto triste perché mancavano dieci giorni a Natale, e di lì a quella data lui sapeva che il suo papà non avrebbe potuto comprargli l’albero di Natale, perché era tanto povero e non aveva i soldi sufficienti per affrontare quella spesa.

E mentre era immerso in questi tristi pensieri, all’improvviso, su un ramo di un albero lì vicino, vide un uccellino; e vide che quell’uccellino lo guardava fissamente, anzi guardava soprattutto il suo pezzo di pane, e i suoi occhietti dicevano che aveva fame.

Allora Pierino si ricordò che era inverno, e che la neve aveva ricoperto tutti i semi di cui si cibano gli uccellini, e gli chiese: “Hai fame?”.

L’uccellino fece segno di sì con la testolina. “Allora vieni a mangiare queste mollichine” gli disse Pierino, tendendo il palmo della mano pieno di mollichine di pane. L’uccellino volò sulla mano di Pierino e cominciò a beccare le mollichine: aveva tanta fame! Poi volò via.

Il giorno dopo, alla stessa ora, l’uccellino tornò e Pierino gli fece trovare pronte altre mollichine.

Il giorno dopo ancora, la stessa cosa. Il terzo giorno, alla solita ora, l’uccellino non si vedeva. Passa un quarto d’ora, poi mezz’ora, poi un’ora... dell’uccellino nessuna traccia.

Pierino già cominciava a essere preoccupato e temeva che fosse capitato qualcosa di male all’uccellino, e che non l’avrebbe rivisto più, quando, all’improvviso, vide sbucare l’uccellino; però volava tutto di storto, perché era rimasto ferito a un’ala.

L’uccellino, a gran fatica, riuscì ad arrivare davanti alla finestra del bambino e poi, stremato, piombò al suolo.

Pierino scese di corsa, lo raccolse, lo portò in casa, lo curò e lo medicò, e lo tenne presso di sé per tre giorni. Alla fine del terzo giorno l’uccellino era guarito e volò via, perché era abituato a vivere in libertà, all’aria aperta.

Il giorno dopo, alla solita ora, Pierino era dietro la sua finestra, col nasino schiacciato contro il vetro, che guardava fuori, con due occhioni grandi, tristi e melanconici. L’uccellino arrivò e bussò col beccuccio sul vetro: “Toc toc”.

Subito Pierino aprì la finestra. “Ciao “, gli disse, “Ecco le mollichine”. L’uccellino mangiò qualche mollichina, poi “Come mai sei così triste?” gli domandò; l’uccellino s’era ben accorto che Pierino aveva qualche grosso dispiacere.

“Sai cos’è” gli rispose Pierino “Mancano solo tre giorni a Natale e oggi tutti gli altri bambini hanno ricevuto in dono l’albero di Natale e io no, perché il mio papà è tanto povero e non ha i soldi per comperarmelo!”. “Non ti preoccupare” rispose l’uccellino “Ci penso io!”. Beccò qualche altra mollichina e poi volò via verso le montagne, dove c’erano delle enormi foreste e tanti alberi di Natale.

Arrivato lì, l’uccellino chiamò a raccolta tutti gli animali della foresta e disse loro: “Laggiù, in quel paesino, vive un bambino tanto buono e bravo, che mi ha anche salvato la vita; il suo più grande desiderio è quello di avere un albero di Natale, ma il suo papà non può comperarglielo, perché è tanto povero: glielo dobbiamo portare noi!”.

“Bene!”, “Bravo!” dissero gli animali della foresta “Lo porteremo noi l’albero di Natale a questo bravo bambino, che ha anche salvato un abitante della foresta”.

E subito si organizzarono e si diedero da fare: i castori andarono a rosicchiare l’albero di Natale più grosso che ci fosse; gli orsi, i cervi, i daini, gli animali più forti della foresta, si riunirono e formarono delle squadre per portare a turno l’albero di Natale fino a casa di Pierino.

Poco dopo, il grande albero di Natale rosicchiato dai castori cadde giù con un gran tonfo.

Subito tre orsi e tre cervi enormi se lo caricarono sulle spalle e cominciarono a correre verso la valle, seguiti da tutti gli altri animali e guidati dall’uccellino.

E intanto era arrivato il pomeriggio del giorno prima di quello di Natale. Pierino era più triste e melanconico che mai: non che si fosse fatto molte illusioni, ma un po’ di fiducia l’aveva avuta nelle parole dell’uccellino; ormai, però, mancavano poche ore alla mezzanotte e c’era poco da sperare. Inoltre aveva anche paura che all’uccellino fosse successa qualche disgrazia e che non l’avrebbe rivisto mai più.

Mentre era immerso in questi tristi pensieri, all’improvviso sentì un gran

clamore provenire dalla strada, che si avvicinava a casa sua. Subito Pierino corse

verso la finestra, e vi era già giunto quando, dal basso, sbucò l’uccellino, che con il beccuccio si mise a bussare sul vetro “Toc toc”.

Pierino aprì subito e “Ciao”, gli disse, “Come stai? Dove sei stato in tutto questo tempo?”. “Ciao”, gli rispose l’uccellino “Prova un po’ a guardare in strada, davanti a casa tua!”. Pierino si affacciò e “Iiiih! Che albero di Natale grande, bello, meraviglioso!”. “E’ tuo”, gli disse l’uccellino “Te l’hanno portato gli animali della foresta. Corri subito dal tuo papà e digli di scendere a prenderlo”.

Pierino corse come un razzo da suo padre e “Papà! Papà!”, gli disse “Davanti al nostro portone c’è un albero di Natale grande e grosso, ce l’hanno portato gli animali della foresta! Corriamo a prenderlo”. Il papà di Pierino scese di corsa, aprì la porta e “Iiiih!”. Un albero di Natale così grande e grosso non l’aveva visto mai!

Lo prese e lo trascinò dentro casa, ma a gran fatica, perché era pesantissimo, e lo sistemò in camera da pranzo.

Subito cominciarono ad addobbarlo.

La mamma e il papà di Pierino tagliarono delle strisce di carta colorata, il bambino fece delle palle sempre di carta colorata e all’uccellino, che svolazzava contento intorno a Pierino, questi disse: “Grazie, uccellino, quando vorrai delle mollichine, da me le troverai sempre!”.

Poi sistemarono sull’albero i festoni, e le strisce colorate e le palle.

A mezzanotte accesero anche delle candeline e l’albero di Natale di Pierino era il più grande e il più bello di tutto il paese! E il bambino visse a lungo, felice e contento.






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