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Immagine del redattoreRoberto Felici

Anna e il Louvre di Abu Dhabi


"Le città sono come i sogni, costruiti su desideri e paure”.

Questo concetto di Italo Calvino nelle “Città invisibili” è stato il riferimento di Anna Ugolini, l’architetto italiano che ha creato l’allestimento per le mostre al Museo Louvre di Abu Dhabi: è stata il capo progetto per il museo, mobili e vetrine, concepiti con Jean Nouvel  in TOTAL DESIGN.

C’è tanta italianità nel nuovo gioiello dell’archistar Jean Nouvel.

L’architetto romano Anna Ugolini, classe ’72, cresciuta tra liceo Tasso e la facoltà di Valle Giulia, scoperta da Nouvel fresca di laurea, aveva 27 anni, è il capo progetto per gli interni del Louvre che esce dai confini francesi. Un’architettura che ha coniugato la tradizione culturale araba con il virtuosismo dell’avanguardia.

Anna Ugolini ha dedicato nove anni al Louvre arabo. Dal 2000 lavora con Jean Nouvel.

“Abbiamo concepito tutto, dai mobili alle vetrine, in un totale design che dà forza e coerenza agli interni”. Un museo che esprime l’idea universale dell’arte. Anna pensa al contesto culturale della sua formazione, “all’utilità di quello che sembra inutile, come lo studio del greco e del latino, alla formazione umanistica che mi ha aiutato ad avere una cultura del bello e ad essere libera, senza limiti creativi. Nascere a Roma significa aprire gli occhi sulla storia e sul senso più trasversale della Bellezza. Lo stesso spirito che cerco di infondere alle mie figlie”.

In un museo come il Louvre, questo “spirito “ è stato fondamentale, soprattutto per la concezione di creare un museo universale dell’arte, dalle origini al contemporaneo.

La luce, i materiali nobili, l’acqua, le ombre...Anna Ugolini ha combinato tutti gli elementi perché traducessero questo obiettivo: “Non bisogna avere paura della paura”, “ Rincorrere il desiderio misto a stupore”.

Jean Nouvel è un architetto contestuale: ogni volta che si trova di fronte ad un progetto reagisce rispetto alla MEMORIA e alla STORIA del luogo – senza limiti.

“Il cantiere ad Abu Dhabi era faticoso: io donna con temperature di 50 gradi, in un contesto maschile; un’altra paura con cui confrontarsi.

Le mie figlie sono state le prime a visitare il Louvre di Abu Dhabi,  hanno visto una cosa eccezionale ed amano più il Louvre arabo che quello di Parigi....ovvio, l’ha fatto la mamma!“.



 

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