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Artefici del proprio destino

"Non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume” è una delle frasi più famose della filosofia che contraddistingue Eraclito, filosofo dell’antica Grecia che predicava la teoria del divenire. State tranquilli, non faremo una lezione di filosofia ma ricordo bene il periodo in cui ho studiato il personaggio e altrettanto bene posso raccontare come sono rimasta piacevolmente sconvolta dal fatto che Eraclito, sei secoli prima della nascita di Cristo, è riuscito ad esprimere un concetto che ancora oggi non è del tutto chiaro e che, la maggior parte delle volte può spaventare: il cambiamento.

Ma perché non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume?

Bene, la risposta proviene dal filosofo stesso: il fiume e la vita dell’uomo scorrono di continuo, l’uomo non è mai lo stesso del passato -ovvero colui che è entrato nel fiume- e l’acqua non sarà la stessa di prima.

Cos’è successo all’uomo e all’acqua? Hanno subìto un mutamento e non saranno mai più le loro versioni passate. Ai giorni d’oggi si teme il cambiamento, si ha paura di entrare in un’acqua diversa da quella del solito, di perdere le abitudini e la solita routine che intrappola la gente in una monotona quotidianità. Tutte le parti della giornata sono suddivise in base a rigidi schemi e orari, ogni cosa ha il suo posto nella scaletta degli impegni ma non starò qui a dire se è giusto o sbagliato: non siamo perfetti, sono la prima ad ammetterlo e a gridarlo a squarciagola, e sicuramente con la vita frenetica che ormai appartiene a tutti in questi ultimi anni, le persone hanno bisogno di avere qualcosa che possa renderle più sicure e tranquille. Diceva Alda Merini nella sua poesia “Se avess’io” che “se diventi farfalla nessuno pensa più a ciò che è stato quando strisciavi per terra e non volevi le ali”, trovo molto significativo il paragone tra l’uomo e la farfalla -o meglio- tra l’uomo e il bruco: non ci accorgiamo del cambiamento e soprattutto ci costringiamo di pensare di non volerlo; se ci fate caso non siamo mai noi i primi a renderci conto di essere cambiati, è sempre un osservatore esterno, qualcuno che ci conosce bene e da molto tempo a dire le famose fatidiche parole “ti vedo diverso” oppure “non sei più quello di prima”. Fa male a volte sentirselo dire anche se non ne comprendiamo veramente il motivo, a primo impatto diamo a queste frasi un’accezione negativa ma pensateci bene, è davvero un problema per noi o per gli altri che non ci vedono nello stesso modo?

Si cambia per tanti motivi e la maggior parte portano ad una crescita della quale non siamo coscienti, non so se posso dire di essere cresciuta in questi anni, sicuramente sono cambiata e questo ha portato con sé delle conseguenze: ho perso persone importanti che credevo fondamentali nella vita, ho pensato di essere diventata la versione peggiore di quello che potessi essere e di non avere possibilità di tornare indietro.

Effettivamente non si può tornare indietro perché il presente è oggi e ciò che è passato può solo vivere nella nostra mente come un ricordo; d’altronde non importa a nessuno di quello che eravamo, è quello che facciamo ogni giorno che conta veramente; siamo solo noi gli artefici del nostro destino e questo è qualcosa che non potrà mai cambiare, e visto che per questa volta ancora non ne abbiamo avuto abbastanza di citazioni voglio lasciarvi con un augurio per quest’anno che verrà, perché possa essere il cambiamento di cui ognuno di noi ha bisogno: “Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro” (Giovanni Paolo II).



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