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Bertolaso ribadisce "non mi candido" ma Fd'I era pronto ad appoggiarlo

"Sono stato chiaro e l’ho ripetuto in ogni modo. Io non mi candido. Se ne facciano tutti una ragione".

Con queste poche parole, affidate a un post su Facebook, Guido Bertolaso oggi ha chiuso di nuovo la porta a una sua possibile candidatura a sindaco di Roma per la coalizione di centrodestra. Proprio ora che, a quanto apprende "Agenzia Nova", Giorgia Meloni era a un passo dal dare il suo via libera sull'ex capo della Protezione civile, nonostante i ripensamenti degli ultimi mesi. L'annuncio della coalizione di centrosinistra che ha messo in campo l'ex ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, alle primarie del 20 giugno, ha infatti aperto uno scenario più favorevole per il centrodestra romano, sotto diversi aspetti. Con l'elettorato di centrosinistra che si dividerà in tre assi, il centrodestra unito ora ha più chance di vittoria, al di là del candidato. Roberto Gualtieri del Pd e Carlo Calenda di Azione pescano soprattutto dal bacino elettorale dei municipi del centro storico, la sindaca uscente Virginia Raggi, che ha incassato il sostegno del M5s che sta virando su una linea progressista insieme al futuro leader Giuseppe Conte, punta a raccogliere consensi nelle periferie: non a caso la sindaca dopo l'annuncio della sua ricandidatura ha portato in Campidoglio una figura come Federica Angeli, volto noto per le lotte alla criminalità.


Anche questo, oltre all'assenza di alternative valide contro tre sfidanti noti, sia a livello territoriale che nazionale, avrebbe fatto ripensare Giorgia Meloni il cui partito per consenso elettorale e radicamento nei territori ha un peso maggiore a Roma in coalizione. Acconsentire alla richiesta di Salvini e Gasparri, di schierare Guido Bertolaso, consentirebbe al partito di Giorgia Meloni di poter chiedere, per equilibrio di coalizione, di schierare un numero maggiore di rappresentanti nei municipi, e permetterebbe quindi di accrescere il consenso nei territori, tenendo conto che nel 2023 i romani sono chiamati al voto per il rinnovo della giunta regionale e nel 2022 per le elezioni politiche nazionali. Sarebbe questo il principale ostacolo, anche a rigor di logica, alla discesa in campo di una figura come Fabio Rampelli, deputato e vicepresidente della Camera: un nome in grado di competere con Roberto Gualtieri.


Il ripetuto no di Bertolaso però rischia di scombinare ancora una volta le carte. Non è da escludere che nei prossimi giorni i leader nazionali di Fd'I, Lega e FI vadano in pressing sull'ex capo della Protezione civile. Intanto domani pomeriggio, salvo cambiamenti dell'ultima ora, è in programma un incontro tra i responsabili degli enti locali delle tre forze politiche: si vedranno Francesco Lollobrigida per Fratelli d'Italia, Stefano Locatelli per la Lega e Maurizio Gasparri per Forza Italia. Il confronto aprirà le porte a quello tra i leader nazionali, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani, che dovrebbe tenersi la prossima settimana. Sul tavolo c'è il tema tutto delle elezioni amministrative nei comuni chiamati al voto a ottobre, ma l'attenzione è alta sulle partite di Roma e Milano. Nella Capitale il rebus si sta complicando e a oggi, tra le voci che si rincorrono, anche quella di una convergenza sul coordinatore romano di FI, Maurizio Gasparri, che potrebbe essere una figura neutra che consentirebbe a Fd'I e Lega di schierarsi nei territori, dove invece Forza Italia è arretrata in questi ultimi anni. Ipotesi che potrebbe essere vagliata, qualora nel parterre delle figure provenienti dalla società civile, non si trovasse l'accordo o la disponibilità su uno dei nomi finora circolati.

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