CODICI, Centro Diritti per il Cittadino
Quando arriva un’intimazione di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate bisogna pagare sempre? Si può fare opposizione ed in quali termini?
Gentile Avv. Peretto,
mi sono arrivate delle intimazioni di pagamento da parte delle Agenzia delle Entrate relative a cartelle esattoriali che non ho pagato.
Alcune riguardano contravvenzioni stradali, altre riguardano vecchi bolli della macchina che ho scordato di pagare.
Ma sono multe e bolli risalenti all’anno 2015.
Non vanno in prescrizione ed in che misura?
Posso fare opposizione o devo pagare? L’intimazione mi dice che devo pagare entro 5 gg.
Altrimenti cosa posso fare?
La ringrazio per la risposta
Riccardo
Egr . Sig Riccardo,
andiamo per ordine.
L'intimazione di pagamento è un atto con il quale l'Agenzia delle Entrate-Riscossione invita il debitore a pagare le somme dovute entro un termine di 5 giorni.
L'intimazione di pagamento viene notificata al debitore, a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento o a mezzo posta elettronica certificata (PEC), a partire dal giorno successivo alla scadenza del termine previsto per il pagamento della cartella di pagamento.
L'intimazione di pagamento contiene l'indicazione delle somme dovute, comprensive di capitale, interessi, sanzioni e spese di riscossione, nonché l'avvertimento che, in caso di mancato pagamento, l'Agenzia delle Entrate-Riscossione potrà procedere all'espropriazione forzata dei beni del debitore.
Il debitore che riceve l'intimazione di pagamento ha la possibilità di:
- pagare le somme dovute entro il termine di 5 giorni;
- chiedere la rateizzazione;
- chiedere la sospensione della riscossione, nei casi e nei termini previsti dalla legge;
- impugnare l'intimazione di pagamento entro 60 gg dalla notifica
I motivi per poter impugnare tale atto sono diversi e devono essere valutati di volta in volta.
Tra questi vi è sicuramente la mancata notifica della cartella esattoriale contenuta nell’atto di intimazione, come anche la prescrizione della cartella che comporta l'estinzione dell'obbligazione tributaria per il decorso del tempo.
Il termine di prescrizione delle cartelle esattoriali varia a seconda del tipo di debito rivendicato e comincia a decorre dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere e pertanto, quando si tratta di cartelle esattoriali con le quali l’Agenzia delle Entrate Riscossione intima al contribuente il pagamento di determinate somme entro 60 giorni, il termine di prescrizione inizia a decorrere (di regola, e salvo qualche eccezione) dal 61° giorno dalla notifica della cartella esattoriale
Se entro tale termine la cartella esattoriale non viene pagata e l'Agenzia delle Entrate-Riscossione non ha attivato alcun’azione di recupero, né ha interrotto la prescrizione con un ‘intimazione di pagamento o altro, il diritto a riscuotere le somme dovute si estingue: pertanto se l’intimazione di pagamento arriva dopo tale termine essa è inefficace e legittima senza ombra di dubbio un atto di opposizione. I termini relativi alla prescrizione delle cartelle esattoriali è la seguente, salvo diversa interpretazione giurisprudenziale:
· Quelli relativi a IRES, IRPEF, IRAP e IVA: 10 anni;
· imposte di registro, di bollo, di successione e ipocatastali: 10 anni.
· tributi locali IMU, TASI, TARI: 5 anni
· Contributi Inps: 5 anni
· Contributi Inail: 5 anni
· Contravvenzioni stradali (cosiddette multe stradali): 5 anni
· Sanzioni amministrative: 5 anni
· Bollo auto: 3 anni
· Imposta catastale: 10 anni
· Imposta sugli apparecchi audiovisivi (Canone RAI): 10 anni
· Sentenze di condanna del giudice per impugnazioni (rigettate) contro cartelle di pagamento: 10 anni.
Anche le sanzioni e gli interessi sono oggetto di prescrizione quinquennale: ciò è importante, in quanto, anche laddove la cartella esattoriale non si sia prescritta, ma lo siano le predette voci, scomputando interessi e sanzioni la somma pretesa dall’Agenzia delle Entrate potrebbe subire una notevole riduzione.
Un’altra cosa importante da sapere è che in seguito all'emergenza sanitaria da Covid-19, il Governo ha emanato una serie di provvedimenti volti a sostenere le imprese e i cittadini colpiti dalla crisi economica. Tra questi provvedimenti, vi è stata anche la sospensione dei termini di decadenza e prescrizione delle cartelle esattoriali.
La sospensione ha avuto inizio l’8 marzo 2020 e si è conclusa il 31 dicembre 2021.
In pratica, ciò significa che le cartelle esattoriali che sarebbero state soggette alla prescrizione nel periodo dal 8 marzo 2020 al 31 dicembre 2021, hanno visto slittare il termine di prescrizione al 31 dicembre 2023.
Ciò premesso e sulla base di quanto da Lei esposto mi sembra di poter dire, salvo diversa documentazione, che il debito preteso dall’Agenzia delle Entrate nei suoi confronti sia prescritto e legittimi un’opposizione all’ingiunzione di pagamento.
Dal mutuo al sovraindebitamento
Scenari diversi per lo stesso problema. Parliamo del sovraindebitamento e delle varie facce con cui si presenta.
Aumenti pesanti
Nei casi trattati dall’ Associazione di Consumatori CODICI spesso c’è un fattore che si ripete. Si tratta di un cambiamento improvviso che fa precipitare situazioni fino a quel momento all’apparenza facilmente gestibili. Un esempio? L’aumento dei mutui.
Cresce l'indebitamento
“Il quadro economico generale, tra incertezze e costi sempre più alti, sta giocando sicuramente un ruolo importante – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –. Pensiamo solo agli effetti dei rialzi della Bce in termini di aumento dei tassi di interesse. Stando agli ultimi dati della Federazione Autonomi Bancari Italiani, nel nostro Paese ci sono 6,8 milioni di famiglie indebitate, circa il 25% del totale, e di queste 3,5 milioni hanno un mutuo per l’acquisto di una casa. Numeri che parlano da soli e che spiegano come si possa arrivare facilmente al sovraindebitamento”.
Tra casa e debiti
“Chi ha un mutuo a tasso variabile – afferma Roberto Eduardo, Rappresentante dell’associazione Presidium Debitores – in questo periodo si ritrova a dover fare i conti con aumenti importanti della rata.
Sono situazioni delicate, che bisogna valutare con attenzione. Siamo molto legati al mattone, ma se i debiti sono superiori al valore della casa, allora è meglio liberarsi della casa così da poter ripartire, iniziare nuovamente ad avere una vita tranquilla. In questo senso, è utile la procedura della liquidazione controllata del patrimonio. Facciamo un esempio.
Accendo un mutuo ipotecario per l’acquisto della prima casa, poi per ristrutturarla faccio dei debiti.
A causa di eventi non prevedibili, non riesco più a pagare il mutuo.
A quel punto inizia la fase esecutiva, ma per la parte non coperta dalla vendita dell’immobile resto comunque debitore nei confronti della banca, della finanziaria e dello Stato.
Accedendo, invece, alla liquidazione controllata del patrimonio, metto a disposizione tutto il patrimonio per i creditori.
Questo significa che con i miei beni e parte del reddito mi libero di tutti i debiti, in un periodo non superiore ai 3 anni, quando avviene l’esdebitazione. Si ritorna così ad avere una vita, risolvendo una situazione complicata”.
Assistenza consumatori
Per uscire dal sovraindebitamento sono previste quattro procedure. L’associazione Codici con i propri esperti fornisce assistenza per verificare la situazione e trovare la strada migliore per liberarsi dai debiti.
L'associazione Codici può supportarti, non esitare a contattarci!
Per informazioni scrivere alla sede nazionale segreteria.sportello@codici.org oppure scrivere direttamente alla sede di Colleferro sita in Via Dante nr. 6a: codici.colleferro@codici.org o telefonando al numero 06/97230068
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