Ascoltare frasi come:
"E' l'ora di una donna al Quirinale” - "Il Paese è stramaturo per una donna al Quirinale" - "Una donna? Sì, ma al di sopra delle parti" - “È tempo di una donna” - "Servirebbe, ma non c'è" mi ha fatto pensare ad una donna senza un volto, un nome e un cognome. Una donna qualunque, privata dell’importanza e dell’identità.

Si selezionano le donne che sono in politica e non se ne trova nessuna all’altezza dell’incarico.
Ma soprattutto la ricerca avviene da parte dei politici maschi.
E perché mai dovrebbero votare una donna se dal 1948 non è mai avvenuto? Perché mai in Italia paese di maschilisti si dovrebbe votare una donna?
Gli uomini politici, che parlano dei diritti delle donne, sono stati incapaci di eleggere una donna.
I giochi di potere, le ipocrisie, il maschilismo, sono stati determinanti per non procedere all’elezione di una donna.
Molte donne in incarichi pubblici hanno ottenuto fiducia, stima, sono carismatiche, competenti, autorevoli, con capacità multiple, e tutte avevano l’opportunità di essere chiamate al Colle, con titoli e meriti.
Ci sono state donne che hanno cambiato il nostro Paese con il loro contributo. Sia in passato che nel presente troviamo donne che hanno contribuito a scrivere pagine importanti per il Paese, offrendo il loro genio, il loro pensiero, e le loro azioni per il progresso.
Non menziono i loro nomi per non dimenticarne neanche una, ognuno penserà a quella che ricorda, la lista è molto lunga.
E se proprio l’uomo politico non le ha ritenute valide, poteva cercare anche tra quelle che svolgono le loro attività nell’ombra, in fondo l’art 84 della costituzione riporta: “può essere eletto ogni cittadino che abbia compiuto cinquant’anni di età e goda dei diritti civili e politici. …”
Per cui ci sono tante donne che avrebbero le carte in regola per fare il Capo dello Stato.
Il problema di avere una donna al potere, nella posizione di vertice, riguarda tutti i campi della nostra società; negli ultimi anni sono aumentate ma non abbastanza.
Per eleggere una donna si utilizza il metodo dell’elezione diretta (bottom up), ma, se la designazione viene dall’alto (top down), allora, viene designato un uomo.
Alle donne vengono affidati ruoli di presidenti di Consiglio di Amministrazione, ma quello di Amministratore delegato è affidato agli uomini che gestiscono decisioni e budget.
In Italia la disparità come la violenza di genere è un problema culturale.
Occorre cambiare la mentalità del paese per dare vita ad una rivoluzione culturale che metta al centro le donne. Occorre consentire a chi è meritevole di ricoprire ruoli idonei sia esso uomo o donna.
Questa rivoluzione culturale è stata adottata nell’ambito della malavita organizzata, in cui le donne sono passate dall’essere silenziose e passive, a vivere la vita criminale, a partecipare al controllo del territorio con anche l’uso della violenza, prendono parte all’usura, al contrabbando, al traffico della droga. Hanno assunto il ruolo di capo.
L’organizzazione mafiosa si emancipa, mette a capo dei clan le donne.
I clan sono famiglie -clan. Le donne da sempre organizzano le famiglie numerose, gestiscono entrate e uscite, e assegnano compiti.
Hanno una capacità organizzativa e di gestione degli affari.
Scendono accanto ai loro protetti, sono complici, e pronte al cambiamento.
Si adeguano alle regole che governano gli equilibri.
Sono garanti della reputazione onorifica maschile.
Sono fedeli e leali. La donna malavitosa trasmette la propria ideologia culturale per costruire punti di riferimento, gli umori, modi pensare, giustificazioni dei comportamenti.
Sono donne attive. Ricoprono il ruolo di sostitute del boss (quando incarcerato).
Detengono posizioni di leadership. Sanno fare networking.
La donna malavitosa ha una particolare personalità, tenacia, carisma, spregiudicatezza, capacità di relazione e persuasione.
Sa prendere in mano le redini della famiglia. Sanno cogliere il momento. Sanno farsi ubbidire.
Sanno mantenere unita l’organizzazione.
Quindi se un boss maschio riesce a passare il testimone ad una donna definendola “capessa”, perché il nostro parlamento ha difficoltà a trovare una donna per il Quirinale?
Come possono indire leggi di parità, uguaglianza salariale, indiscriminazione, se il punto di vista è sempre e solo maggiormente maschile?
La forza di una donna, sta nell’apertura alla modernità e alla tradizione.

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