E’ cominciato più di 80 anni fa’, nel 1938, uno degli studi più lunghi al mondo sulla vita adulta, l'Harvard Study of Adult Development, studio che ha coinvolto qualche migliaio di persone, tracciandone le abitudini, i successi e i fallimenti in ogni ambito della vita (come la carriera e la famiglia), la loro evoluzione nel tempo, la salute e il benessere, per lunghissimo tempo, dall’adolescenza alla vecchiaia. Un campione di persone che si è allargato nel tempo, con l’inserimento delle generazioni successive, studiato e analizzato in dettaglio per aiutare a capire quali interdipendenze ci sono tra ciò che viviamo, come viviamo e la nostra felicità e longevità.
Dal 1938 al 1954, lo studio rispecchiava la visione dominante dell'epoca della genetica e del determinismo biologico. I primi ricercatori credevano che la costituzione fisica, l'abilità intellettuale e i tratti della personalità determinassero lo sviluppo dell'adulto.
Nel tempo però lo studio ha dimostrato come il ruolo della genetica, in realtà, abbia meno influenza sulla longevità delle persone rispetto ad un altro fattore determinante, portando a una scoperta sorprendente: le persone che risultano essere le più felici e le più sane sono quelle che hanno legami buoni e affettuosi con gli altri.
Appare cruciale, quindi, il legame tra le relazioni sociali e la qualità della vita: "La scoperta sorprendente è che le nostre relazioni e quanto siamo felici nelle nostre relazioni ha una forte influenza sulla nostra salute", ha dichiarato Robert Waldinger, direttore dello studio, psichiatra al Massachusetts General Hospital e professore di psichiatria alla Harvard Medical School. “Prendersi cura del proprio corpo è importante, ma anche prendersi cura delle proprie relazioni è una forma di cura di sé”.
Lo studio ha rilevato nel tempo che le buone relazioni mantenevano le persone, man mano che invecchiavano, non solo fisicamente più forti ma rallentavano anche l’invecchiamento del cervello.
Gli scienziati si chiedevano all’inizio come fosse possibile che le relazioni potessero influenzare e modellare la salute delle persone, fino a che hanno scoperto, dopo decenni di tracciatura degli eventi e delle reazioni dei singoli parte del campione oggetto di studio, che le persone soffrivano meno di depressione, avevano meno probabilità di contrarre diabete e malattie cardiache, si riprendevano più velocemente dalla malattia quando avevano rapporti migliori con altre persone.
Come le relazioni possono modellare la nostra felicità e la nostra salute fisica?
Una delle migliori teorie, per la quale ora ci sono delle prove piuttosto valide, si basa sull'idea dello stress.
Lo stress è una parte inevitabile della vita di tutti. Lo stress ci capita ogni giorno ma le buone relazioni si rivelano come regolatori dello stress. Per esempio, quando ci succede qualcosa di sconvolgente durante il giorno, ci ritroviamo a rimuginare su quanto accaduto, a pensarci continuamente, arrivando a sentirci veramente infelici.
Il nostro corpo entra in quella che viene definita “risposta di lotta o fuga” dove letteralmente frequenza cardiaca , sudorazione, ansia e senso di malessere aumentano - fino ad arrivare nel medio e lungo periodo, solo come esempio, a provocare gastriti, orticarie croniche e infiammazioni e patologie di ogni genere. Quando si presenta un fattore di stress, il corpo reagisce in questo modo. Tuttavia, se tornando a casa alla fine della “giornataccia”, abbiamo qualcuno con cui parlare o che possiamo chiamare al telefono, ecco che la condivisione aiuta a sentire il peso più leggero, l’ansia si placa, la risposta di lotta o fuga si attenua.
Ma cosa succede se non si ha nessuno con cui parlare? Quello che scopriamo è che le persone che sono isolate, sole, non hanno quei regolatori dello stress che si ottengono dalle buone relazioni, rimane così attiva una modalità cronica di lotta o fuga, con livelli di stress che logorano il benessere delle persone. “La solitudine uccide. È potente quanto il fumo o l'alcolismo."
Le relazioni strette, più del denaro o del potere, sono ciò che rende le persone felici per tutta la vita, ha rivelato lo studio, proteggendo le persone dal malcontento, aiutando a ritardare il declino mentale e fisico; esse sono predittori di vite lunghe e felici molto più attendibili rispetto alla classe sociale, al QI o persino ai geni.
La felicità ci fa invecchiare più lentamente e ci mantiene capaci più a lungo; certo non si può garantire che una persona sarà più felice o vivrà più a lungo se ha relazioni migliori, ma scopriamo che questi sono ingredienti importanti, proprio come prendersi cura della propria salute (non fumare, non abusare di alcol o droghe, fare attività fisica regolarmente).
Quali tipi di relazioni sembrano essenziali per il benessere?
Occorre farsi una domanda molto semplice: chi potresti chiamare nel cuore della notte se avessi un problema?
Quello che scopriamo è che avere almeno una persona che ritieniamo possa coprirci le spalle e da cui possiamo andare se fossimo nei guai, è essenziale per mantenere la nostra felicità e la nostra salute.
E’ stato chiesto alle persone del campione oggetto di studio, raggiunti gli 80 anni, di guardare indietro alle loro vite e di dire di cosa erano più orgogliosi; quasi tutti hanno detto qualcosa sulle loro relazioni. Non hanno detto: "Ho fatto un sacco di soldi" o "Ho vinto dei grandi premi". Hanno detto: "Sono stato un buon mentore", "Sono stato un buon amico", "Ho cresciuto bambini sani", "Sono stato un buon partner".
E quindi quello che scopriamo è che ciò che sembra significare di più per le persone quando arrivano vicini alla fine della loro vita è la forza e il calore delle loro connessioni con gli altri.
Come possiamo rafforzare le nostre relazioni?
Le nostre amicizie, le nostre relazioni hanno bisogno di cure e di attenzioni nel tempo, richiedono energie, tempo, capacità di stare accanto anche quando siamo in fatica, e magari fare una telefonata anche se non ne abbiamo voglia.
Un modo per rafforzarle è essere proattivi, prendere l'iniziativa.
Contattare un'amica e chiederle di fare una passeggiata invece di passare ore e ore navigando in rete, stabilire alcune routine con le persone che sono più importanti per noi: una semplice telefonata o un caffè ogni sabato.
O incontrare qualcuno in palestra.
O pranzare con un collega.
E poi è importante ravvivare le relazioni di lunga data, anche e soprattutto quelle con le persone con cui viviamo, non dandole per scontate, proponendoci di fare qualcosa di nuovo.
Uscire per una cena, fare una passeggiata, se non è qualcosa che facciamo di solito.
Un'altra opzione è stringere relazioni con persone che condividono con noi interessi e valori, per esempio con attività nell’ambito del volontariato, in ambito sportivo o artistico, perché interagire con altre persone a cui interessa la stessa cosa che interessa a noi può portare a relazioni continuative.
Non è necessario essere estroversi per stringere relazioni significative, per alcune persone, gli introversi, una o due buone relazioni possono bastare.
Occorre davvero mantenersi in allenamento nelle relazioni ed entrare in un’ottica di fitness sociale, e come quando si allena un muscolo, occorre costanza, volontà ed impegno.
Quando una relazione è effettivamente significativa?
Quando sentiamo di poter essere autentici, di poterci esprimere come siamo, accogliendo l’altro così come è, perché quello che vogliamo davvero è sentirci conosciuti e sentirci visti e non sentire che dobbiamo mantenere una facciata che nasconde chi siamo.
Le relazioni migliori sono quelle in cui sentiamo di poter essere noi stessi, senza maschere; quelle in cui possiamo mostrare le nostre debolezze, il nostro disaccordo e sentire che l’altro ci vuole bene lo stesso e rimane al nostro fianco anche se non siamo performanti, nonostante le nostre fragilità.
In una epoca di post pandemia e forte crisi sociale, in cui ogni forma di socialità è stata minata dal timore del contagio e dalle restrizioni dei lock down, portando ad una inconscia diffidenza verso l’altro e continua spinta all’isolamento, essendoci tutti quasi disabituati alla connessione “in presenza”, diventa quanto mai urgente prestare attenzione a migliorare le relazioni con gli altri, come scelta di longevità e di felicità, un ottimo investimento che pagherà per gli anni a venire.
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