“Il Monocolo” ha intervistato il candidato-sindaco del Centrodestra a Cerveteri, Gianni Moscherini, ex presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia.
Lei è stato presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia; qual è stata la sua esperienza in questo quadro?
Sono stato mandato dal Governo nel 1996 a fare il Segretario Generale nella neocostituita Autorità Portuale di Civitavecchia, il cui primo presidente era Francesco Nerli.
Poi ho fatto il commissario in attesa della nuova nomina. In questa, sono stato fatto presidente. Dopodiché, ho realizzato i programmi che già avevo disegnato da segretario generale e ho fatto il porto di Roma che prima non era sicuramente un vero e proprio porto. Ho superato i 4 anni di scontro-confronto democratico con Barcellona e ho conquistato la posizione di primo porto crociere del Mediterraneo.
Ho realizzato un progetto nuovo che riguardava la Cina e quando sono arrivato al secondo mandato, ho inserito nel mio calendario la conquista del primo posto della nuova logistica mediterranea con le nuove navi container non più da massimo 5000 teus (container) ma addirittura da 23 mila teus. Poi era prevista la ristrutturazione dell’aeroporto di Tarquinia, il tutto a spese della Cina. Mi è stato impedito dal Governo D’Alema di fare il secondo mandato e successivamente sono andato in pensione.
Appena è andato in pensione, ha pensato subito a svolgere qualche attività o a ricoprire qualche incarico?
Ho pensato ad altro. Mi hanno proposto di fare il candidato sindaco a Tarquinia. L’ho fatto per due volte con onore. In questo quadro ci sono stati degli pseudo-brogli elettorali che hanno cambiato il gioco e la partita. Ultimamente, sono stato contattato da persone politicamente preparate di Cerveteri, le quali mi hanno chiesto la disponibilità a rimettere in piedi Cerveteri che, secondo le loro analisi, per 20 anni si era perso del tempo.
Qual è la fotografia di Cerveteri a seguito di questi anni in cui non si è fatto nulla?
La fotografia è di una città dall’arretratezza paurosa, al punto tale che basta guardare Ladispoli per capire la fase di sosta. A Cerveteri la politica dominante è stata quella del “non fare nulla” sia per la promozione del turismo, sia per la valorizzazione delle tombe etrusche patrimonio dell’Unesco e sia anche per la qualità della vita dei cittadini.
Non tutte le aree di quartiere abitate hanno strutture qualificate e di soddisfacimento delle famiglie e dei giovani. Secondo me Cerveteri è una città da rifare non nel senso negativo del termine ma va ripresa capitolo per capitolo e gli va fatto fare il salto che merita per il suo ruolo storico, geopolitico e territoriale.
“Accendiamo il riflettore” sul ruolo storico e geopolitico di Cerveteri; è una città che ha un potenziale archeologico e di sviluppo sul mare. Giocando su questi due piani, che cosa non è stato fatto in questi 20 anni?
A livello di valorizzazione non è stato fatto nulla. È stato fatto qualcosa a livello di svalutazione del territorio. Faccio un esempio concreto; l’aver annullato il trenino che portava i turisti e i cittadini alle tombe etrusche è un esempio di svalutazione del territorio dal punto di vista archeologico. Ancora oggi, non si comprende il motivo di questa decisione. Togliere quel trenino è stato un impoverimento delle potenzialità di raggiungimento delle tombe e di servizi vicino ad esse che non ci sono ancora oggi. Non c’è un bar, non c’è un parcheggio organizzato vicino alle tombe.
Questo Centrodestra che ora si candida compatto, che cosa farà in caso di vittoria delle elezioni?
Siccome sono il candidato unico dei partiti del Centrodestra e delle liste civiche-storiche, ho dato la mia disponibilità non perché sono il classico personaggio che vuole conquistare la fascia tricolore per comandare su qualcun altro ma a me interessano i rifacimenti e i grandi progetti. Ciò l’ho dimostrato a Civitavecchia che l’ho ristrutturata; ancora oggi devo ringraziare i civitavecchiesi per l’amore che hanno dato alla mia persona e allo stato attuale dei fatti mi rimpiangono. La mia logica a Cerveteri è stata quella di accettare la richiesta di candidatura a sindaco, unicamente se fosse stata un’indicazione proposta da tutto il Centrodestra, dai suoi tre partiti più le liste civiche, le quali sono state le prime a chiedere la mia candidatura.
Grazie alle liste civiche, che mi hanno portato a visitare approfonditamente il territorio di Cerveteri, mi sono innamorato di un progetto di rinascita che avrebbe consentito ai nuovi-venuti di pensare non solo alla pensione ma anche ai loro figli e nipoti che dovranno trovare lavoro sul territorio. Uno dei miei obiettivi è anche quello di chiamare e richiamare il turismo europeo ed internazionale sul punto etrusco come Cerveteri che oggi chiamerei capitale dell’Antica Etruria perché le tombe, già scoperte, rappresentano il 15% del patrimonio archeologico presente a Cerveteri.
Punto a ritirare fuori questa realtà archeologica, facendo lavorare i giovani impegnandoli nello studio e negli scavi al fine di ricostruire l’antica Cerveteri, come è stato fatto in Campania con Pompei. Con lo stesso spirito che è stato adottato a Pompei, è mia intenzione far riemergere dai luoghi non analizzati una realtà storica e archeologica che non ha niente da invidiare a nessuno. Il turismo e l’archeologia trasformata in turismo generano anche un indotto occupazionale.
Veniamo ad un’altra questione; Cerveteri è una città che si affaccia sul mare. Come si può valorizzare questa porzione di realtà?
Semplicemente mettendo al centro il concetto di waterfront, cioè il fronte-mare. L’archeologia e il fronte-mare possono essere i due pezzi della nuova Cerveteri che attrae turisti da tutto il mondo e dove quindi è facile che le nuove generazioni trovino impiego in queste due realtà. Ricordiamoci che Cerveteri è stata una delle 12 Città-Stato che costituivano la politica di 3000 anni fa e anche per questo va rivalorizzata sui versanti del turismo e dell’archeologia. Proprio a partire dal turismo, rivalutiamo l’agricoltura legata all’uomo, i sistemi energetici per fornire energia alla vita collettiva. Tornando al discorso del mare, manca lo spirito del waterfront, concetto questo che non si riferisce solo all’acqua o al pezzo di spiaggia.
Il waterfront è un pensiero urbanistico, economico e anche sportivo che si lega al retrospiaggia. Deve essere creato un mondo nuovo che parli con il mare, che sia ecologicamente stupendo. A Cerveteri non c’è una palma, non c’è uno stabilimento balneare e ciò è vergognoso. Tutto va rifatto e va promossa la libera impresa; come si fa ad avere una città come Cerveteri che non ha una struttura ricettiva?
Gli alberghi non si sono mai fatti; nessuno li ha demoliti. Ladispoli, su questo piano, ha pensato al waterfront. Il waterfront è un capitolo da ristudiare e far rinascere, perché realizza un nuovo mondo nel binomio associativo tra mare e terra retrostante. Nel waterfront rientra un indotto che comprende: bar, strutture ricettive, impianti sportivi. A Cerveteri voglio lavorare come manager pubblico per la sua rinascita.
Sintetizzando la sua agenda politica per Cerveteri, ci può elencare i punti chiave?
I punti chiave della mia agenda politica a Cerveteri sono i seguenti: valorizzazione del waterfront, occupazione, giovani. Ho inoltre in testa un progetto energetico che porterà benefici ai cittadini e che prevede un’energia rinnovabile. Non dimentichiamoci inoltre che l’agricoltura a Cerveteri può avere una riconversione e uno sviluppo moderni impensabili. C’è attualmente un’agricoltura tradizionale; ci sono in materia agricola novità sia nei modi di produzione che di commercializzazione.
Bisogna aprire questo capitolo con gli imprenditori che se ne occupano e aiutarli anche con il PNRR a riqualificare le loro grandi aziende agricole per condurre anche l’agricoltura sul moderno, sul nuovo, sull’ecologico. Il mio è un programma politico fresco che punta a fare di Cerveteri una città innovativa.
In una Cerveteri che vuole rinascere, immagino che venga prestata anche un’attenzione verso i giovani del territorio. Su questa tematica, qual è il punto che si vuole mettere in evidenza?
Sono affascinato da Cerveteri e sono determinato nel fare il sindaco almeno per un mandato, per portare il nuovo che faccia vedere tutte le opportunità che le nuove generazioni dovranno carpire alla nuova realtà. Queste opportunità saranno lo strumento realizzativo dell’emancipazione dei giovani per il futuro che è di fronte a quest’ultimi. Si lavorerà ad esempio sullo sport; questo punto è un mezzo di emancipazione di sé stessi. Su tale tema c’è da fare ogni tipo di sport.
Tra boschi, colline, pianure e mare che caratterizzano il territorio di Cerveteri si può fare ogni tipologia di attività sportiva. Punto ad organizzare una cittadella dello sport, nella quale realizzare le strutture di educazione allo sport, di esercizio alla disciplina sportiva e volendo anche dei punti di competizione internazionale.
Quali sono gli altri elementi di debolezza di Cerveteri?
A Cerveteri manca un cimitero. Io ho amici che hanno dovuto cremare i genitori perché nemmeno Ladispoli ha più le condizioni per vendere ed offrire posti nel suo cimitero. Per non parlare dell’assenza dell’ospedale e delle case degli anziani; non c’è una sistemazione per una città di 37mila abitanti e non vi è un’offerta sociale pubblica e privata per affrontare la questione degli anziani. Molti anziani vivono nella condizione di outsider.
A Cerveteri c’è anche da pensare ad un ospedale vero e serio, che sia un punto di convergenza nel quale la scienza sanitaria abbia dei rappresentanti operativi in grado di affrontare determinate situazioni.
La sanità va ripensata sia in chiave di strutture di pronto intervento sia sul piano delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) degli anziani che abbiano caratteristiche umane di prima grandezza. Per rilanciare Cerveteri noi, come Centrodestra, daremo mano libera agli investitori affinché facciano fronte alle questioni sociali, sportive, economiche e agricole con progetti innovativi di riqualificazione che permettano di guardare al futuro.
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