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Il martirio di San Sebastiano


Sono poche le notizie storiche che ci parlano del santo, ma il più antico calendario della Chiesa di Roma, la “Depositio Martyrium, lo ricorda il 20 gennaio, giorno della sua morte avvenuta intorno al 304 d. C..

Tra i padri della Chiesa S. Ambrogio ne parla nel commento al Salmo 118 affermando che era nato a Narbona, educato e vissuto a Milano (era “oriundus”), si trasferì poi a Roma dove subì il martirio.

Queste scarne notizie furono in seguito ampliate da una Passio di un anonimo autore del V° secolo d.C., forse un tal Arnobio il Giovane.

Possiamo dunque affermare che Sebastiano visse ai tempi di Diocleziano e che fu educato alla fede cristiana; giunto a Roma divenne comandante della 1^ Coorte pretoria, quella incaricata della difesa dell’imperatore.

Forte del suo ruolo si prodigò nel sostenere i cristiani incarcerati, nel seppellire i “martiri” e nel diffondere la fede cristiana tra i funzionari e i militari di corte.

Denunciato a Diocleziano e Massimiano come cristiano e riconosciutosi tale, fu condannato a morire per mano degli arcieri nel Campo Marzio, dove il corpo trafitto fu abbandonato sul terreno. Ma nella notte Irene, la vedova di San Castulo, volendo seppellirlo si accorse che Sebastiano era ancora vivo e, fattolo portare in casa, lo curò fino alla guarigione.

Riabilitatosi il giovane pretoriano, ignorando gli inviti e le raccomandazioni a fuggire, si presentò a Diocleziano e lo rimproverò per il suo operare nei confronti dei cristiani; ma questa volta l’imperatore lo fece bastonare a morte e quindi gettare nella Cloaca Massima, in modo da non essere recuperato.

Ma Sebastiano apparve in sogno alla matrona Lucina, le indicò il luogo dove era approdato e le chiese di essere sepolto accanto alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo, sulla via Appia, dove i due ebbero sepoltura provvisoria prima di essere tumulati in Vaticano, l’uno l’altro sulla via Ostiense.

Il suo sepolcro fu subito oggetto di grande devozione in Roma, e la sua fama si estese rapidamente nel nord-Italia, in Spagna e perfino in Africa. Ma la sua popolarità si accrebbe nel 680 d.C., quando in Roma si diffuse una pestilenza che decimava la popolazione; si ricorse all’intercessione del santo martire... e subito l’epidemia cessò.

In onore di S. Sebastiano fu eretto un altare in S. Pietro in Vincoli ed il Santo fu da allora considerato il 3° patrono dell’Urbe, con Pietro e Paolo.

Numerose sono le opere d’arte che raffigurano il Santo ed il suo martirio, affreschi, quadri, statue ….

C’è da notare che in S. Pietro in Vincoli e in altre raffigurazioni antiche Sebastiano è rappresentato vestito da militare e piuttosto “maturo”, mentre con il Rinascimento, per motivi pittorici e classicisti, viene raffigurato come giovane e nudo, alla stregua degli eroi dell’antichità, e con il corpo tempestato da frecce.





 

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