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Il paesaggio incantevole degli Altipiani di Arcinazzo

Su ben tre comuni, rispettivamente Piglio e Trevi nel Lazio in provincia di Frosinone e sul territorio di Arcinazzo romano, in provincia di Roma un tempo denominato Ponza, sorgono gli Altipiani di Arcinazzo, sito incontaminato a 850m. s.l.m., tra vaste distese di prati e boschi di abeti.

Resti di un’antica struttura romana

All'occhio attento del visitatore non sfugge di certo la bellezza di un'area che in alcuni punti appare sconfinata, tanto è vasto lo scenario naturalistico presente, dove, alle ricche sorgenti e rudimentali abbeveratoi di bestiame, si fondono tracce e resti di antichi insediamenti di epoca romana.

Il territorio appare come una grande amaca appesa da un lato alla cima del monte Altuino degli Affilani e dall'altro alla cima del monte Scalambra, del gruppo degli Ernici, estrema propaggine occidentale della catena montuosa, tra la valle del Sacco e l'alta valle dell'Aniene.

La vicinanza a Roma, le facili mete raggiungibili di grande pregio architettonico, le stazioni sciistiche di Campocatino, Campostaffi, Montelivata, i borghi medievali di Guarcino, Fiuggi, Filettino, il castello di Trevi nel Lazio, il parco dei Simbruini, i monasteri benedettini di Subiaco, il santuario della Santissima Trinità a Vallepietra, fanno degli Altipiani un eccellente località di raccordo tra ambiente naturale, luoghi sacri e tradizioni storiche.

Denominati “piccola Svizzera italiana”, oltre alla ricca vegetazione, gli Altipiani delimitano un interessante patrimonio geologico che rende manifesta una realtà ambientale tipica delle fenomenologie carsiche, ancora attive, fra le più importanti dell'appennino centrale. Numerosi siti in loco offrono particolari visioni sul paesaggio del carsismo epigeo con i tipici sinkholes attivi di notevoli dimensioni.

L'intensa fratturazione delle rocce carbonatiche ,ha favorito l'innescarsi di tali fenomeni naturali, dalle caratteristiche doline, di località pratoni, ai campi carreggiati e lapiez in località valle Giovanna Pelignano, agli inghiottitoi ed altre cavità di interesse speleologico in varie zone del territorio.

Nel I° secolo d.C. è proprio su queste terre che l'imperatore Traiano (53-117d.C.) scelse di far edificare la sua residenza estiva, che occupa una superficie di circa 5 ettari distribuiti su 3 terrazzamenti, molti dei quali ancora da riportare alla luce.

Villa di Traiano

Considerato dagli storici e dai contemporanei uno dei migliori imperatori romani di tutti i tempi, adottivo, di origine ispanica, si impose al mondo come statista, come virtuoso condottiero, ma soprattutto come costruttore a 360° di infrastrutture ed opere architettoniche.

La residenza imperiale rappresenta oggi un Museo archeologico di elevato pregio, con la conservazione di significativi reperti rinvenuti nel corso delle opere di scavi, iniziate negli anni 50/60 per poi riprendere negli anni 70/80. Un video con ricostruzione in 3D mostra ai visitatori come appariva la villa ai tempi dell'imperatore; mentre nel borgo medievale di Arcinazzo romano è aperta una sezione del museo civico, sede espositiva con una collezione di straordinari marmi, stucchi e affreschi recentemente restaurati appartenenti a Traiano, a testimoniare il lusso e le ricchezze dell'imponente dimora estiva dedicata alla caccia.

Luogo di valorizzazione e fascino, nel periodo estivo la villa diventa palcoscenico di eventi, fulcro storico dove rendere fruibile per tutti opere artistiche, sinfoniche e rappresentazioni teatrali di notevole interesse sociale e culturale.

La grande villa imperiale, paragonabile per vastità alla villa di Nerone a Subiaco e a villa Adriana a Tivoli, indica, oltre alla magnificenza degli elementi utilizzati nella costruzione, una rete di comunicazioni avanzata, un punto di incontro fra diverse civiltà dell'epoca, lo dimostra ulteriormente la maestria nell'edificazione di grandi opere pubbliche, dalle strade romane ai famosi acquedotti, ancora oggi esempio di ingegneria e architettura perfetta.

Sul territorio confinante tra Guarcino e Trevi nel Lazio, raggiungibile in breve tempo dagli Altipiani, è situata un'opera megalitica quadrata costruita con grandi blocchi calcarei ad incastro senza malta, l'arco di Trevi, monumento di enorme valore storico-archeologico.

Presumibilmente rappresenta, una dogana romana e per la sua posizione geografica e per la tradizione millenaria della transumanza con lo spostamento delle greggi, delle mandrie e dei pastori in cerca di nuovi pascoli.

Gli Altipiani situati nel cuore di un area ridente, definiti dal biologo Becker negli anni 30 un microclima simile a quello delle Dolomiti, hanno subito nel corso degli anni passati una massiccia edificazione. Sono stati nel tempo luogo di frequentazione di importanti nomi del mondo artistico e culturale.

Oggi, dopo un lungo periodo di decadimento e scarso interesse quale meta da visitare, sembrano di nuovo valorizzarsi con numerosi acquirenti come luogo di villeggiatura e come residenza stabile e fissa.


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