Non ho potuto fare a meno di chiedermi, come mai il Santo Padre abbia detto:
«Oggi la gente non vuole avere figli, almeno uno. E sono tante le coppie che non vogliono. Ma hanno due cani, due gatti. Sì, cani e gatti occupano il posto dei figli».
E chiunque ha replicato in un modo o in un altro, sulla base di credenze e valori. Io ho incominciato a pensare…e immediatamente la mia mente è tornata alle mie conoscenze bibliche, al libro della genesi, che racconta la creazione del mondo da parte di Dio; nel quinto giorno creò pesci e uccelli, nel sesto l’uomo e gli animali. Poi faccio un balzo, e mi ritrovo nell’Arca di Noè; si narra che Dio ordina a Noè di costruire un’arca e di far salire sulla stessa la sua famiglia e due animali di ogni specie, maschio e femmina, e caricare il cibo per nutrire tutti. Perché avrebbe distrutto la terra corrotta e piena di violenza.
E poi…balzo ancora in un giardino, vedo San Francesco che parla con gli animali, li considera come creature da amare e rispettare come fratelli.
Sostiene che gli animali sono doni del Signore e l’uomo è il loro custode, che non vanno maltrattati ma curati.
E potrei continuare ancora. Anzi, ora che ci penso abbiamo una moltitudine di favole e fiabe che narrano di storie con un animale come amico.
E poi vogliamo parlare della filmografia?
Bellissimi film e cartoni animati che ci hanno intenerito e fatto piangere.
E anche tanti libri che mettono in risalto il rapporto che si instaura tra l’animale e l’uomo.
Fino a guardare la realtà, oltre le famiglie descritte dal Santo Padre, nelle nostre strade, ci sono i senzatetto che fra tutte le difficoltà del vivere in povertà, scelgono di avere accanto e farsi accompagnare da un cane chiedendo cibo anche per lo stesso.
E poi, ci sono quei cani che si recano sulla tomba del loro padrone, ormai morto, oppure all’entrata di un ospedale se ricoverato, oppure muoiono contemporaneamente o subito dopo al loro padrone. Stavo dimenticando i cani guida per non vedenti, che rientrano nella categoria dei “cani da assistenza” e sono utilizzati per l’aiuto e il sostegno degli individui affetti da cecità o dalle persone ipovedenti.
Non me ne vogliano i gatti, ma parlo maggiormente dei cani perché più attivi, e socialmente accettati in alcuni ambienti, ma alcuni fatti valgono anche per loro. E quindi? Mi dico!
Confermo che gatti e cani sono nostri amici.
Che sono amici da sempre, ma proprio dall’inizio del mondo. Dio li ha creati per avere una relazione speciale con gli esseri umani. Continuo a pensare perché il Santo Padre si è scomodato a dire una cosa simile.
Butto l’occhio sui numeri: ricerca fatta dal Censis (2019), in cui rileva che nel 52% delle nostre case ci sono animali; il 68 % nelle case di separati e divorziati; il 54% nelle case dei single.
Con 53,1 animali da compagnia ogni 100 abitanti, l’Italia si colloca al secondo posto in Europa.
Seconda all’Ungheria.
Quindi sono presenti in una casa su due. In particolare, dei 32 milioni gli animali domestici, gli uccelli sono al primo posto, seguiti da gatti e cani, ovvero 12,9 milioni di uccelli, 7,5 milioni di gatti, 7 milioni di cani, 1,8 milioni di piccoli mammiferi tra cui criceti e conigli, 1,6 milioni di pesci, 1,3 milioni di rettili.
Tra le famiglie italiane con almeno due persone – quindi escludendo i e le single – i nuclei senza figli sono 5,3 milioni, il 31,5% del totale. Sono 11,6 milioni le famiglie con figli, di cui 8,6 milioni di coppie e 3 milioni di famiglie monogenitoriali, quindi con un solo genitore con figli.
Per quanto riguarda il numero di figli, prevalgono i nuclei familiari con un figlio (circa 6,1 milioni, il 47% circa del totale dei nuclei con figli), seguiti dai nuclei con due figli (4,4 milioni, il 42%).
I nuclei con tre o più figli sono circa un milione, il 10% circa (Istat). Ora considerando il numero degli animali (cani e gatti) relativo a 14,5 milioni, e gli 11,6 milioni di famiglie con figli, i nuclei senza figli che sono 5,3 milioni, posso dedurre intrecciando i numeri: che tutte le famiglie con i figli hanno almeno un animale e dove c’è un animale c’è un figlio; ma anche che non tutte le famiglie con figli hanno un animale; e poi famiglie con figli e più di un animale; ancora i e le single con un animale o separati/coniugati con un animale; ma non tutti i e le single hanno un animale.
E continuate voi. Mi sorge spontanea la domanda: come mai le persone sentono la necessità di avere un cane o gatto? Continuo a tenere in considerazione queste due specie per attenermi alla frase del Santo Padre.
Il primo pensiero, riguarda la felicità che si prova ad essere accolta a casa, dopo il lavoro, da un cane scodinzolante o un gatto che fa le fusa e si strofina. Ti senti importante.
Il cane ti obbliga ad uscire di casa, a occuparti di lui, a preparargli la pappa ogni giorno. Ti senti utile nei confronti di qualcuno. Ti senti responsabile e sei portato ad occuparti di un altro essere vivente. Una carezza per l’autostima.
Il cane con la sua passeggiata, aumenta l’inclusione nella comunità territoriale. Ti fa conoscere, e socializzare con le persone che vivono nel tuo quartiere e non solo.
Mette in campo una relazione con l’assenza di un linguaggio convenzionale, scodinzola per comunicare che è felice.
Poi proseguo con gli effetti terapeutici degli animali sull’uomo documentati da studi scientifici, e scopro che questi animali da compagnia contribuiscono al benessere psicofisico delle persone, alle abilità sociali nei bambini, alla riduzione dello stato di isolamento degli anziani.
In presenza degli animali, si attivano stati emotivi nella persona: affetto, benessere, dinamicità, reciprocità. L’amore che gli animali ci danno è senza giudizio, sulla fiducia.
Gli animali attivano calma, tranquillità, ci fanno sentire al sicuro, ci divertiamo, siamo dinamici, proviamo riconoscenza e solidarietà.
Avere accanto un animale è benefico in presenza di disabilità o disturbi psichiatrici, disturbi d’ansia; benefico per l’autostima, per la regolazione affettiva e capacità relazionale; benefico sul fisico, abbassando la pressione sanguigna sotto stress; curativo per patologie cardiache.
Avere un animale domestico allevia la solitudine, favorisce l’uscita dell’isolamento, aiutando l’interazione con altre persone. Giocare con un cane o gatto aumenta i livelli di serotonina e dopamina e ossitocina.
Tutto questo perché i cani soddisfano uno dei bisogni basilari dell’essere umano: il contatto.
Gli esseri umani e i loro animali vivono una relazione di attaccamento, come la mamma col suo bambino; entrano nella modalità di mutuo soccorso e mutua cooperazione.
Le ricerche dimostrano che grazie ad abilità sociali sofisticate, il cane riesce ad adattarsi ed unirsi ad un’altra comunità di altra specie.
I benefici riscontrati nell’interazione uomo animale ha permesso la progettazione della pet - terapy.
Terapia che sollecita l’espressione delle emozioni.
Concludendo, grazie al Santo Padre, ho appurato che avere in casa un animale è benefico, non ho dato una risposta alla mia domanda iniziale, ma potrei pensare che il Santo Padre volesse dire, occorre fare più figli per non incorrere in uno squilibrio sociale.
E qui Santo Padre dobbiamo incontrarci, anche con i politici governanti per fare un progetto di aiuto vero alle famiglie.
Educare le famiglie alla genitorialità, consigliare di possedere un animale prima di sposarsi o di unirsi, in modo da maturare il senso di rispetto, responsabilità, cooperazione ma soprattutto la capacità di amare, e non possedere, che un animale sollecita.
E sostenerli e supportarli nella genitorialità.
Perché detto tra noi essere un genitore oggi, può spaventare.
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