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Franco Di Matteo

"Inciso della memoria": bellezza, evocazione nelle opere di Nikè Arrighi Borghese

Una piccola perla di imperdibile bellezza al centro di Velletri: è stata inaugurata sabato pomeriggio la Mostra di Nikè Arrighi Borghese, “Inciso nella memoria”, presso la Sala Paolini Angelucci del Museo Diocesano di Velletri.

L’esposizione, curata dalla dottoressa Sara Bruno, sarà aperta fino al 29 maggio.

L’artista, attualmente residente a Velletri, ha avuto una vita avventurosa e ricca di peregrinazioni.

Nata a Nizza nel 1944, si è spostata poi a Sidney, quindi a Parigi, poi a Londra dove ha lavorato anche come attrice di cinema e di teatro. Migrata ad Hong Kong, ha sposato Paolo Borghese.

Nel frattempo la sua carriera artistica è proseguita con successo, fra premi e riconoscimenti.

“Inciso nella memoria” è un percorso emozionale di acqueforti e acquetinte raffiguranti principalmente Roma, ma non solo. A fare da protagonista, al centro dell’esposizione, un unicum della storia dell’arte: un’opera, realizzata dall’Ambasciata di Belgio, che raffigura a 360° il Campidoglio a Roma. Delicatezza nei tratti e bellezza e armonia nella resa sono solo alcuni degli aspetti che rapiscono lo spettatore, che può immergersi in una “teca” circolare e seguire la prospettiva dell’artista in cerchio.

Evocative le immagini dei principali monumenti di Roma, dipinti con dovizia di particolari: colpiscono i passanti, raffigurati quasi come caricature o fumetti, così come colpisce il fatto che siano immortalate le bellezze capitoline anche in momenti di lavoro e quindi con cantieri, impalcature e quant’altro. Roma è “fotografata” in tanti suoi angoli, alcuni noti e altri meno, ma anche Venezia è assoluta ispirazione per l’artista con il suo blu dei canali e del mare.

Non mancano poi altre realtà, come ad esempio Ninfa o Artena, più vicine al territorio veliterno.

Nella descrizione della dottoressa Sara Bruno, ad introdurre il catalogo, è ben espressa anche un’altra interessante notazione: quella del rapporto tra le opere di Nikè e quelle del padre Ernesto Arrighi, un rapporto dialettico che si snoda fra memoria e colore. Un’opera su tutte colpisce per la sua assoluta freddezza nella descrizione del contemporaneo amaro: “Yesterday, Today and Tomorrow”. Un’acquaforte acquatinta che presenta con cinismo e bellezza il passaggio al mondo moderno, una transizione totalmente irrispettosa dell’ambiente che è descritta sia dalla mutazione (dalla campagna alla metropoli) che dal colore (dal verde al grigio), in una catabasi generale che coinvolge anche lo sfondo (a sinistra, i monti, a destra, altri grattacieli).

Una mostra da non perdere, dunque, quella che segna la riapertura agli eventi intorno alla realtà del Museo Diocesano. Spesso si cerca, per il fine settimana, qualcosa da visitare ignorando quanto offre Velletri. Il consiglio, dunque, è quello di fare bene la ricerca perché anche la nostra città può regalare qualcosa di bello e di livello.


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