Che vi piaccia o no, la “digitalizzazione” ha mantenuto le sue promesse confermandosi come il processo più importante del nuovo millennio. La tecnologia pervade completamente le nostre vite e l'intelligenza artificiale ogni giorno fa passi da gigante.
Gli investimenti si concentrano principalmente sul marketing digitale che ormai è sempre più influente e sta quasi oscurando il marketing tradizionale, o come la vedo io, lo sta semplicemente inglobando.
Ma prima di continuare mi presento, sono Giordana Minzocchi, Project Manager e Digital Strategist di Exclusiwe, agenzia di Marketing e Comunicazione di San Cesareo.
Prendiamo come esempio il “social media marketing”, ovvero quella branca che si occupa di generare visibilità e interazioni attraverso i social media. All’inizio, per promuovere l’immagine di un’azienda, bastava semplicemente curare la pagina pubblicando contenuti informativi o promozionali in “organico” (approccio totalmente gratuito e facilmente gestibile dagli utenti). Oggi la mera pubblicazione in organico non basta! Per avere visibilità bisogna fare i conti con i diversi “algoritmi”. Ma cosa è un algoritmo? In sostanza è quell'insieme di fattori che decide quali post mostrare e a quali persone.
I dati che compongono gli algoritmi social si evolvono ed aggiornano in continuazione.
In sostanza, se un’azienda vuole promuoversi ed avere un ritorno utilizzando i social network, deve investire una quota del proprio budget in “sponsorizzate” (annunci a pagamento che quotidianamente appaiono sulla nostra home, per merito dell’algoritmo). Conviene spendere soldi?
Assolutamente si!
Se fino a qualche anno fa le aziende destinavano parte del loro budget per rendere noti i loro prodotio o servizi sui giornali, radio, televisione e altri media, perché adesso non dovrebbero farlo sui social?
E’ importante però capire che la sponsorizzazione deve essere strategica e accurata.
Deve far parte di un processo di pianificazione studiato e specifico per l’obiettivo che si intende raggiungere e a quello che si vuole pubblicizzare. Per questo motivo bisogna affidarsi a persone qualificate.
In questo “mare di cambiamenti”, i professionisti in grado di utilizzare una bussola per mostrare alle aziende la rotta migliore da seguire, prendono il nome di “Digital Strategist”. Ma di cosa si occupano esattamente?
Il Digital Strategist è una figura poliedrica il cui compito è quello di definire una corretta strategia per i clienti, sia online che offline, ed elaborare e coordinare i progetti legati ai loro obiettivi. In parole povere è responsabile della gestione e del rilascio dei contenuti di un brand o di un’azienda.
Il suo compito è quello di creare consapevolezza sul marchio, aumentare le vendite e determinare quali sono le giuste piattaforme e la giusta comunicazione per il pubblico di riferimento.
Lo stratega, infatti, deve essere “affamato” di tutto ciò che è digitale, costantemente aggiornato, dotato di pensiero critico, capace di pensare velocemente almeno quanto sono capaci di mutare gli scenari tecnologici che vivono, per definizione, in rapida evoluzione.
Ma lo stratega non può raggiungere gli obiettivi da solo, infatti si avvale di un team di professionisti in grado di comprendere la sua strategia e trasformare quelle informazioni in elaborati unici e performanti.
Ma quali sono, dunque, le figure con le quali collabora il Digital Strategist?
In primis il Graphic Designer (Grafico Pubblicitario), un professionista che possiede non solo la “creatività”, ma una serie di abilità e conoscenze necessarie a realizzare elaborati che abbiano una comunicazione visiva efficace.
A questa figura si affianca quella del Copywriter (Redattore), a cui spetta il compito di trasformare il messaggio grafico in linguaggio testuale attraverso pay off vincenti per campagne pubblicitarie, contenuti originali persuasivi per scalare i primi posti nei motori di ricerca, ideare testi aziendali oppure piccolissime caption per i social media.
Una delle consapevolezze principali, per chi si affaccia al digital marketing, è quella di aumentare la “brand awareness” (notorietà) della propria azienda con una presenza sui social a pagamento. Questo perché i social media sono diventati un luogo dove i consumatori possono fare ricerca e solo successivamente acquistare prodotti o servizi di quel marchio. La figura dell’Advertiser (pubblicitario) è un ottimo supporto per il Digital Strategist. E’ colui che si occupa di pianificare, gestire e monitorare le campagne a pagamento sulle principali piattaforme social esistenti, come Facebook, Instagram, TikTok e LinkedIn, ma anche sui motori di ricerca come Google. Ovviamente chi investe, soprattutto sui social, lo fa per un ritorno (ROI) nel breve e medio termine.
Bisogna però fare attenzione a “cosa pubblicare”.
L’ottima riuscita di una campagna adv dipende anche da quello. Ed è proprio qui che entra in gioco la figura del Foto e Video Maker (fotografo e operatore video), un professionista che si occupa di realizzare e post produrre contenuti in linea con i tred del momento.
Ultimi, ma non per importanza sono il Web Developer, colui che utilizza i principali linguaggi di programmazione, crea e implementa siti web, e-commerce, applicazioni, e il Web Designer, il grafico del web, che si occupa principalmente di creare un’interfaccia agile, semplice, veloce e chiara, secondo i principi della user experience (l’esperienza riscontrata da un utente nell’utilizzo di quell’interfaccia).
Oggi, tra le figure più richieste all’interno delle aziende, spicca quella del Social Media Manager (anche se molte di queste non hanno ben chiaro il ruolo che effettivamente svolge).
“Questo madornale errore - spiega Veronica Gentile (scrittrice e nota Social Media Manager toscana) – è l’innesco di un circolo vizioso molto pericoloso, che porta i brand a pensare di poter assumere/ingaggiare una sola figura in grado di fare tutto il fattibile in campo digital e, dall’altra parte, i professionisti del Social Media Marketing a dover improvvisare competenze che non hanno, pur di trovare lavoro. Un grosso problema che favorisce la diffusione di cialtroni e fuffaroli. Poiché questa è la richiesta di mercato, siamo sicuri di voler assumere un improvvisato, solo perché in azienda non è chiaro quali competenze dovrebbe avere il SMM?”
La risposta è semplice.
Per quanto bravo e competente possa essere un Social Media Manager, da solo non può svolgere tutte le mansioni necessarie affinché un’azienda possa raggiungere determinati obiettivi.
Non mi riferisco solo ai risultati economici, ma al messaggio che deve passare in merito ai valori e all’immagine aziendale. Per questo ritengo fondamentale affidarsi ad agenzie esperte nel settore. Un’agenzia di Marketing e Comunicazione investe costantemente nella formazione e aggiornamento del proprio staff.
Ogni componente del team è specializzato nel proprio settore ma, ciascuno di loro, si intreccia quotidianamente con quello degli altri componenti per giungere un obiettivo comune: fornire al cliente contenuti di qualità e report statistici sulle reali performance delle campagne pubblicitarie. Un’agenzia è in grado di traghettare la vostra azienda in questo mare di informazioni, un partner esterno con il quale iniziare un percorso di crescita.
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