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Immagine del redattoreGiusy Pilla

Luci e ombre del servizio sanitario

Il servizio sanitario nazionale si configura nella pluralità dei sistemi regionali che, attraverso la differenziazione, avrebbe dovuto porre nella centralità il riconoscimento delle molteplici prestazioni fornite dalle strutture pubbliche offerenti all’utente la possibilità di rivolgersi alle strutture private e, le prestazioni di queste ultime, essere coperte dall’erario pubblico: fatto, questo, che si traduce in una conseguenza di accordi con le amministrazioni regionali, da cui ne deriva l’interconnessione tra la spesa sanitaria pubblica e quella privata.

Le applicazioni diversificate nei sistemi regionali, tra i fornitori pubblici e privati, in base alle indicazioni degli attori sanitari, hanno determinato le differenze di sistema, espresse in una distribuzione alternativa dei ruoli tra operatori pubblici e strutture private.

Il timore è che il sistema misto possa inficiare, nel lungo periodo, la copertura universale. Nel corso degli anni, la riduzione dell’investimento pubblico nei termini relativi al PIL, ha apportato una maggiorazione della spesa a carico dei privati. La rinuncia alle prestazioni sanitarie è imputabile, per gran parte, ai problemi economici, alle caratteristiche dell’offerta, come le lungaggini nelle liste di attesa e la difficoltà nel raggiungere i luoghi erogatori dei servizi. La spesa sanitaria regionale pro capite varia in base alle diverse condizioni socio-economiche e dei modelli di gestione dei sistemi sanitari regionali: i livelli di spesa del Nord e del Centro sono superiori alla media nazionale, nel Mezzogiorno, invece, sono inferiori. Stesso divario è riscontrabile nel numero dei posti letto ospedalieri, spalmato tra le regioni.

Nel Centro e nel Nord, si effettua un numero maggiore dei ricoveri per i non residenti, mentre, nel Sud e nelle Isole avviene il contrario. Inoltre, il nostro paese ha il più alto numero di medici di età superiore ai 54anni in rapporto al totale ed é il penultimo paese, per percentuale, di medici con meno di 35 anni, rispetto ai paesi dell’UE.

L’alta percentuale di medici prossimi alla pensione, induce al reclutamento di quelli giovani, onde evitare il crollo del numero totale dei medici praticanti. La pandemia da Sars-COV 2 , poi, ha influito pesantemente sul SSN già penalizzato da anni di de-finanziamento, di tagli dei posti letto e del personale, facendo emergere tutte le debolezze e le fragilità. Nel pieno della pandemia si è diffuso un generale consenso politico sull’esigenza di corroborare il servizio sanitario nazionale ma, superatane la fase acuta, la questione sanitaria è stata ridimensionata.

Lo stravolgimento sociale che ha prodotto il COVID 19, avrebbe dovuto imporre una riflessione e una riconsiderazione sullo scenario che ha visto il SSN ridotto nelle risorse umane, strutturali e dell’offerta pubblica dei servizi, favorendo, di fatto, l’espansione dell’offerta privata.

Le assunzioni di medici e infermieri, avvenute in emergenza COVID, sono state a tempo determinato. Durante la pandemia molti servizi hanno subito riduzioni o sospensioni, con conseguenze disastrose su pazienti che non hanno potuto accedere alle cure necessarie per la salvaguardia della propria salute. Risulta chiaro che il Sistema Sanitario Nazionale Italiano deve affrontare criticità di gestione complessa.

Al fine di gestire tale complessità, molti istituti di ricerca suggeriscono all’Italia di potenziare il finanziamento pubblico della sanità, riducendo la spesa privata; di delineare un piano nazionale di identificazione degli sprechi e delle inefficienze; di costruire un vero e proprio sistema nazionale senza differenze territoriali, ridefinendo livelli di assistenza minima e criteri di controllo centrale; di sopperire alla carenza di operatori sanitari e di istituire meccanismi per mobilitare rapidamente le risorse umane in tempi di crisi.

Tuttavia, nonostante tutte le criticità, va sottolineato che il Sistema Sanitario Italiano si configura tra i più efficienti al mondo grazie ai fattori quali: l’universalità e l’aspettativa di vita che riesce a garantire.



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