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Mobilità sostenibile, l’Italia guarda al 2035 per la completa elettrificazione dei trasporti


A fine ottobre è arrivata l’intesa al summit tra il Consiglio, il Parlamento e la Commissione Europea sul futuro delle emissioni nocive dei veicoli leggeri. Dopo mesi di trattativa arriva l’ok delle istituzioni europee sullo stop alla vendita di automobili nuove a combustione fossile a partire dal 2035.

L’obiettivo di raggiungere il 100% delle auto e dei furgoni a zero emissioni è stato a lungo dibattuto, spaccando l’opinione della maggioranza sul voto del testo, nel giugno scorso. Il risultato è stato un accordo che prevede il mantenimento del meccanismo di incentivi normativi per i veicoli a zero e basse emissioni fino al 2030, prevedendo nell’iter la possibilità per i produttori di essere premiati con obiettivi di CO2 meno severi, nel caso in cui raggiungano dei determinati parametri di riferimento per le vendite di veicoli a zero e basse emissioni.

L’accordo ha previsto anche tappe intermedie, che permettono ai costruttori di ridurre del 55% le emissioni delle nuove auto immesse sul mercato, mentre per i costruttori responsabili di piccoli volumi di produzione nell’anno solare potranno godere di una deroga fino alla fine del 2035. Questo, ovviamente nell’ottica di perseguire obiettivi non utopistici e coerenti con la realtà attuale, ma che proiettino la produzione verso lo switch di mentalità che serve ai fini di una completa elettrificazione dei trasporti.

Una svolta epocale che da un’idea di quanto il concetto di mobilità sostenibile stia diventando sempre più una necessità e quindi un concetto chiave nel processo di transizione ecologica, messo in atto dai Paesi Europei. Per capire meglio il concetto di smart mobility (mobilità sostenibile), bisogna partire dall’idea più ampia dello sviluppo sostenibile, concetto espresso dalla Commissione Europea già nel 2006.

Una necessità sempre più impellente per gli Stati è quella di garantire dei sistemi di trasporto adeguati ai bisogni economici, sociali ed ambientali della società per ridurre l’inquinamento atmosferico ed acustico e soprattutto per abbattere i consumi di energia derivanti dai combustibili fossili. È sempre più necessaria ed urgente una rivoluzione della mobilità come parte integrante del processo generale di transizione ecologica in atto.

Questo perché nel corso degli anni, è stato sempre più evidente come le città rappresentino il luogo in cui più possiamo giocarci la carta della sostenibilità. Il trasporto urbano contribuisce ad immettere infatti il 23% del gas serra, di cui soltanto il 70% è di responsabilità del trasporto tramite auto. Per intenderci, stiamo parlando dell’emissione di circa 4 miliardi di tonnellate di CO2 l’anno, che corrisponde a circa il 40% di tutte le emissioni di anidride carbonica, soltanto tenendo in considerazione i mezzi di trasporto.

L’elettrificazione del trasporto urbano è diventata perciò una necessità improrogabile non solo come occasione per modernizzare il tessuto urbano, popolato da mezzi in disuso e ad alto livello di inquinamento (e che spesso sono oggetto di costi di manutenzione elevati), ma anche e soprattutto come una tappa fondamentale che la società deve percorrere nella corsa agli obiettivi di sostenibilità ambientale ed energetica. Un vero e proprio cambio di sistema che porterà notevoli vantaggi duraturi, ma soprattutto rappresenta l’occasione imperdibile per le aziende, che in questo momento possono beneficiare delle opportunità garantite dal PNRR.

L’elettrificazione del tessuto urbano è la chiave di volta per raggiungere gli obiettivi di Net Zero 2050, insieme al settore degli edifici e dei processi industriali. Non a caso, negli ultimi anni è stato particolarmente evidente questo cambio di rotta anche a livello aziendale.

Il gruppo Enel, ad esempio, ha totalmente rivoluzionato il proprio approccio, grazie all’entrata nel Global Compact a supporto dei Sustainable Development Goals o SDGs (ne abbiamo parlato qui), presentando un nuovo ed ambizioso piano strategico che prevede addirittura di anticipare il target di sostenibilità al 2040. Questo sarà possibile anche grazie alla creazione di vere e proprie business line dedicate, che permetteranno una gestione più mirata e capillare dei processi e dei progressi nel campo della sostenibilità. Riportiamo ad esempio la nascita del canale Enel X Way, la società del gruppo Enel totalmente dedicata alla mobilità elettrica, che permetterà una gestione più fluida delle varie attività, anche in collaborazione con altri partner.

Ecco che allora vediamo il lancio della joint venture paritetica Ewiva, un’iniziativa che è frutto della collaborazione tra il gruppo Volkswagen ed Enel X Way, volta a promuovere un servizio capillare di ricarica ad alta potenza, con l’obiettivo di raggiungere fino a 3000 punti in tutto il Paese. È stata inaugurata lo scorso 13 dicembre a Roma, in via Flaminia 871, la prima stazione premium della joint venture Ewiva, che possiede 14 punti di ricarica ultrarapida (ognuno dei quali con una capacità raggiungibile di 300 Kw) che sono collocati sotto un tetto solare prodotto con i pannelli fotovoltaici realizzati nell’hub di Enel in Sicilia, la 3Sun Gigafactory (ne parliamo qui). Nell’occasione, è stato presentato l’intero progetto, già annunciato nel luglio 2021. Questo prevede l’implementazione di 750 punti di ricarica (la più grande in Italia), alcuni dei quali in attesa di attivazione, che si vanno ad aggiungere a quelli presi già in gestione da Enel X Way.

«Questa joint venture rappresenta una nuova pietra miliare nella continua spinta di Enel X Way e del gruppo Enel a diffondere la mobilità elettrica in tutta Italia, accelerando lo sviluppo di una rete di ricarica ad alta potenza all’avanguardia» dice Elisabetta Ripa, direttrice di Enel X Way per Il Sole 24 Ore. Il progetto conta infatti di raggiungere il target di 500 sedi attive entro la fine del 2023, per raggiungere un totale di 3000 punti di ricarica alimentati al 100% da energia rinnovabile entro il 2025. Un punto di partenza importante per accelerare il processo di affermazione dell’elettrificazione dei trasporti in Italia, non soltanto nel trasporto pubblico, ma finalmente anche in quello privato.



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