Sono appena terminate le festività natalizie e come da tradizione non potevano mancare i giochi di società, la tombola, le carte e chi ha più fantasia ne metta.
Queste occasioni fanno bene al cuore perché uniscono diverse generazioni attorno a tavole imbandite con dolci e bevande. Le puntate partono da pochi centesimi oppure si usano semplicemente delle fiches per non lasciare qualcuno senza spicci per il parcheggio.
Spesso sono proprio i bambini quelli più fortunati, i quali dopo aver pescato dal sacchetto il numero magico, gridano “Tombola” prendendo gli applausi di tutti i parenti.
Ma cosa succede quando il gioco diventa patologico?
Il gioco non sempre è pericoloso, molte persone lo fanno in modo responsabile. Altre, con il tempo, sviluppano comportamenti compulsivi molto simili a quelli che si manifestano con l’abuso di sostanze stupefacenti. Il gioco d’azzardo porta con sé un rischio che, in particolari gruppi di persone ad alta vulnerabilità, può sfociare in una vera e propria dipendenza comportamentale, oggi riconosciuta come tale dai sistemi nosografici internazionali (DSM V - disturbo da gioco d’azzardo). Il problema si manifesta con un persistente bisogno di giocare e in un aumento progressivo di tempo e denaro impegnati nel gioco, fino a condizionare in modo significativo tutti gli ambiti della vita: famiglia, lavoro e tempo libero. Spesso il giocatore non ha la consapevolezza di avere un problema, ma il problema esiste e come.
Il Ministero della Difesa definisce il gioco d'azzardo patologico un disturbo del comportamento che rientra nell'area delle cosiddette "Dipendenze senza sostanze".
I giochi d'azzardo possono sembrare innocui ma in realtà non lo sono perché possono provocare una pericolosa dipendenza in tutte le fasce d'età. I giochi d'azzardo sono quei giochi nei quali vengono investiti dei soldi e il cui risultato dipende prevalentemente dal caso e non dall'abilità e dalle decisioni dei giocatori. Le principali tipologie di giochi d'azzardo sono: slot machine, lotterie, gratta e vinci, poker online, scommesse sportive, bingo, giochi da casinò e casinò online. Il giocatore patologico sviluppa un legame sempre più forte con il gioco, trascurando la famiglia, gli impegni lavorativi e la vita sociale. Aumenta progressivamente la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare e la somma spesa nel tentativo di recuperare le perdite in un’escalation senza ritorno.
Il nostro piccolo paese, purtroppo, è caduto vittima di questo virus letale. Sette milioni e cinquecento novantasei mila euro, è la somma da capogiro incassata dallo Stato nel 2019 come introito derivante dal gioco alle VLT/Slot Machine nel solo territorio di San Cesareo (dati riportati dal sito delle Agenzie Dogane e Monopoli). Una cifra importante che consegna a San Cesareo il primato negativo di “maglia nera del gioco d’azzardo” rispetto ai comuni limitrofi anche con popolazione superiore. A mettere il dito nella piaga del gioco d’azzardo è stato il capogruppo all’opposizione dott. Massimo Mattogno che, durante il Consiglio Comunale del 18 novembre 2022 aveva sottolineato come negli ultimi anni ci fosse stato un proliferare di sale giochi, esercizi dedicati Vlt/slot di diversi concessionari a cui aggiungere la presenza di slot/vlt in bar, hotel ed esercizi assimilabili. Per porre un freno a tale fenomeno il dott. Mattogno aveva presentato una mozione che impegnava il Sindaco, la Giunta e il Consiglio Comunale ad attivarsi per modificare al più presto il “Regolamento comunale sugli apparecchi di intrattenimento e svago, sulle sale giochi e dei piccoli intrattenimenti musicali nei pubblici esercizi”, risalente al 2010, adeguandolo alle nuove normative in materia. Fortunatamente, durante il consiglio comunale del 22 dicembre 2022, è stata approvata all'unanimità la mozione presentata dal consigliere Massimo Mattogno. “Ringrazio tutti i consiglieri comunali e l'Amministrazione che si sono impegnati approvando la mozione proposta a mettere mano ad un regolamento diventato ormai obsoleto, e a fare qualcosa di concreto per chi finisce nella rete della ludopatia - ha dichiarato Mattogno. Il vecchio regolamento del 2010 verrà modificato tenendo conto di alcuni punti suggeriti nella mozione che riguardano: la riduzione della frequenza delle singole giocate; la separazione degli spazi dedicati agli apparecchi tra loro e della restante struttura a disposizione; pause obbligatorie delle operazioni di gioco ogni 30 minuti consecutivi di utilizzo degli apparecchi di gioco; divieto di fumo nei luoghi dove sono istallate le postazioni di gioco; interruzione attività nella fascia oraria individuata dal comune non inferiore a otto ore giornaliere; interdizione dal gioco per soggetti che sono in stato di manifesta ubriachezza; previsione di incentivi per i titolari di pubblici servizi che non istallino o rimuovano slot machine e VLT; l’inserimento di tale attività di adeguamento del regolamento (qualora occorra), nel DUP e PEG impegnando i responsabili di settore interessati e al suo successivo controllo del rispetto delle prescrizioni da parte degli operatori. Mi auguro che con il nuovo regolamento si riesca a contrastare concretamente questo fenomeno e restituire libertà e dignità a chi cade nel vortice del gioco patologico - conclude Mattogno - tutelando al contempo coloro che domani potrebbero essere le nuove vittime di questa piaga sociale. Ringrazio il dott. Rocco Bruno che ha collaborato con me alla stesura della mozione, soprattutto per il prezioso supporto fornito in fase di ricerca dei dati”.
Già nel 2013 il proprietario dell’Happy Bar di San Cesareo, Marco Miglio, spiegava con una lettera i motivi etici che lo avevano portato alla scelta di non inserire all’interno del suo esercizio slot-machine o Videolottery. “Le istituzioni dovrebbero supportare le attività commerciali che scelgono di non contribuire a questo gioco al massacro sociale – sostiene Marco - da bambino giocavo al Totocalcio con mio padre e ogni volta era un evento magico perchè voleva dire sognare e sperare in una vita migliore. La cosa più bella era sognare queste cose insieme a lui dato che per motivi di lavoro, i momenti da trascorrere insieme non erano molti. Ma più di questo, io aspettavo il tardo pomeriggio del sabato per giocare le mie due colonne e lui le sue, avvolto nella stessa suspense di quando si aspettava il momento di ricevere i regali di Natale. Era un appuntamento fisso carico di fantasticherie permeato dell’amore tra padre e figlio. Questo è stato il gioco, per me, quello che dà amore e non diventa malattia. Si dice che “Una vita senza speranza non ha motivo di essere vissuta”. Forse è per questo che un ludopatico fa fatica ad uscire dal suo disagio. Mi spiego: il termine Ludopatia si riferisce ad una condizione di dipendenza ed è definita come un “comportamento problematico persistente o ricorrente legato al gioco d’azzardo che porta a disagio o compromissione del funzionamento individuale”. Dentro la mente di ogni giocatore incallito si attivano tanti processi mentali e biologici che danno quei piccoli momenti di piacere che vanno (apparentemente) a colmare i buchi dell’esistenza che sono in ognuno di noi e che sono difficili da gestire. Il ludopatico distorce la realtà e vede le sue speranze in modo artefatto. La ludopatia quindi è un problema clinicamente significativo ed è un disturbo psicologico ampiamente riconosciuto e descritto nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali per il quale, lo Stato dovrebbe recitare un ruolo predominante di copertura e scudo ma questo non avviene. Sappiamo perfettamente – conclude Marco - che veti e divieti non disintossicano dalla voglia di giocare ripetutamente ed è per questo che lo slogan che ho utilizzato all’Happy Bar sin dal 2013 “Il caffè è più buono se il bar è senza slot” riflette l’approccio diverso da sostenere.
Speriamo che il nuovo anno porti “consiglio”, non solo quello svolto all’interno delle mura comunali, ma all’interno dei cuori di tutti coloro che sono stati colpiti da questa dipendenza.
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