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NFT. Leonardo Da Vinci è morto. Come fare soldi con l'arte digitale e gli NFT

Aggiornamento: 2 mar 2023

Autore: Paolo Mosca & Mario Taddei

Ed. Da Vinci Lab

Leonardo da Vinci è morto il 2 maggio del 1519.

Sono passati più di cinquecento anni, ma se oggi dovessimo commissionare un’opera d’arte al signor Leonardo da Vinci che, all’epoca, vendeva i suoi quadri per una cifra oggi equivalente a cinque, diecimila euro, non certo per un milione di dollari, doveva farne tanti di dipinti per sbarcare il lunario.

Ovviamente, Leonardo non era il solo a cimentarsi con questi problemi. Michelangelo, Caravaggio, Raffaello dovevano impegnarsi altrettanto per mettere da parte un buon gruzzolo di denaro.

Ma oggi, che cosa sta cambiando nel mercato dell’arte?

Cosa sta modificando parametri e modelli di riferimento e come questi elementi stanno influenzando gli artisti?

Da qualche tempo, ormai, è entrata nel gergo degli addetti e persino nel linguaggio comune una nuova sigla: NFT. NFT sta per Non-Fungible Token.

E’ qualcosa che sta rivoluzionando il mondo dell’arte digitale, una vera rivoluzione.

In parole semplici si tratta di una tecnologia in blockchain che permette di certificare un’opera digitale attraverso un bollino elettronico.

Un sistema che evita di disperdere la proprietà dell’opera, anche se ne vengono moltiplicate le copie. Con NFT si è risolto il problema più importante dell’arte digitale.

L’artista, per la prima volta, può vendere la sua opera in maniera diretta, non ci sarà più l’intermediario, motivo per il quale molti galleristi sono preoccupati.

Che cosa sia l’arte digitale e come funzioni questo meccanismo elettronico di tutela del copyright lo spiegano in un agile libro-intervista Mario Taddei e Paolo Mosca (“NFT. Leonardo Da Vinci è morto. Come fare soldi con l’arte digitale e gli NFT” edito da Da Vinci Lab).

Il primo, uno dei maggiori esperti a livello mondiale delle macchine di Leonardo e profondo conoscitore dei prodotti multimediali interattivi.

Il secondo, noto autore televisivo e scrittore.

Il dialogo stringente tra i due introduce il lettore in un mondo nuovo e al tempo stesso affascinante, dove le possibilità di arricchirsi vanno di pari passo con la cautela e la conoscenza necessaria per sfuggire alle truffe e agli inganni.

Così, chi legge prende dimestichezza con parole come blockchain, letteralmente “catena di blocchi”, ossia una struttura dati condivisa e immutabile, un registro digitale la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia. Oppure con termini come Peer-to-peer che sta a indicare un modello di architettura logica di rete informatica.

Si scopre come funziona Ethereum, piattaforma decentralizzata del Web 3.0 e che cos’è Ether, sua componente fondamentale per effettuare le transazioni.

Si entra in contatto con criptovalute, Bitcoin e si esplora il mondo tridimensionale di Metaverso, termine coniato da Neal Stephenson in Snow Crasch, libro di fantascienza cyberpunk.

Se poi il lettore e l’artista vogliono scoprire come si fanno i soldi con NFT la ricetta di Taddei, pur nella complessità appare di disarmante semplicità.

Ci sono due modi per fare soldi con gli NFT in maniera costruttiva ed onesta: dal punto di vista dell’artista e dal punto di vista del compratore d’arte.

Un artista per guadagnare tanti soldi con gli NFT deve diventare il nuovo Leonardo da Vinci: deve studiare, deve copiare, deve capire e deve sempre voler migliorare le proprie opere, lavorando tantissimo.

Come compratori d’arte si può decidere di investire i soldi e comprare delle opere d’arte, andando a cercare i nuovi Leonardo da Vinci. Sono lì: ci sono, basta saperli cercare.

Di qui l’invito di Mario Taddei: “Bisogna aiutare questi artisti, comprando anche solo delle piccole opere per farli crescere, come foste un attuale duca Sforza di Milano”.

Un invito e un monito allo stesso tempo. Perché arte e artisti tornino a fiorire nel bel mezzo della rivoluzione digitale.


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