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Immagine del redattoreAlessandra Carrozza

Sale il prezzo del petrolio a soffrire soni i consumatori

Fabio Fortuna, rettore della UNICUSANO, mette in guardia dal rischio inflazione in Italia ed Europa.

Argomento assai dibattuto in questo momento è quello del rialzo del prezzo del petrolio, ci si interroga sui relativi effetti sulla vita quotidiana di tutti noi. Partiamo subito con il chiederci “perché” questo aumento si sta verificando?

La spiegazione ci è stata fornita dal Prof. Fabio Fortuna, Rettore dell’Università Niccolò Cusano e noto Economista Italiano:

“Il prezzo del petrolio varia - come accade per qualsiasi bene o servizio - in funzione della domanda e dell’offerta; la ripresa delle attività produttive ha determinato un aumento della domanda in presenza di un’offerta limitata dalla ben nota pandemia che ne ha alimentato la riduzione”.

Brent e Wti hanno superato gli 80 dollari al barile e le conseguenze sulle tasche dei consumatori si fanno sentire, visto il rialzo dei prezzi delle fonti energetiche derivanti dal petrolio, ad esempio la benzina, ma non solo!

Il rialzo dell’inflazione (in Italia intorno al 3%) sta avendo pesanti ricadute sulla vita delle famiglie e cominciamo ad aumentare anche i prezzi di altri beni, compresi i generi alimentari.

I recenti dati ci mostrano come l’inflazione stia aumentando in maniera preoccupante in Italia e in Europa, sulla scia degli Stati Uniti, dove è superiore al 5%.

Dati lontani dal livello d'inflazione giudicata “sana” in un sistema economico: quali rimedi possono essere messi in campo per arginare il fenomeno? Ci ha risposto in merito il Prof. Fortuna.

“L’inflazione ritenuta “sana” si aggira intorno al 2% e il dato Italiano è al momento più elevato ma in modo contenuto. È possibile e ci si auspica che tenda a normalizzarsi in pochi mesi”.

In tema di aumento dei prezzi il Governo Italiano è recentemente intervenuto per tamponare il caro bollette, stanziando circa 3 miliardi per contenere l’aumento di Gas ed energia elettrica (29,8% e 14%) ma si tratta di un provvedimento solo temporaneo. “Lo stato dovrà intervenire nuovamente sul tema, questo provvedimento è destinato a far fronte al problema nel 4 trimestre 2021; cosa accadrà il prossimo anno è difficile da stabilire ora” spiega ancora Fortuna. Dunque, anche le rassicurazioni date del Ministro Cingolani, sull’arresto del costo del gas entro fine anno, al momento restano solo previsioni e nulla di concreto!

Dice ancora Fortuna: “Per quanto riguarda il tema del petrolio si deve guardare la situazione globale, una volta si faceva riferimento ai paesi del Medioriente, adesso invece grazie a tecniche di estrazione innovativa, gli Stati Uniti sono diventati primo produttore al mondo e hanno voce in capitolo”.

È comunque necessario che il prezzo del petrolio non salga eccessivamente poiché, come abbiamo visto l’aumento impatta sul costo della benzina.

Ci dice in conclusione il Rettore Fortuna: “E’ paradossale ma quando il prezzo del petrolio aumenta quello della benzina lo segue con rapidità, quando invece diminuisce la tendenza è che la riduzione di quest’ultimo sia meno immediata. L’ aumento del prezzo può essere tenuto sotto controllo potenziando l’offerta; è quindi auspicabile un dialogo tra gli stati Produttori al fine di giungere ad un accordo.

Ricordo che l’aumento del prezzo del petrolio ha conseguenze non solo sul costo della benzina ma anche su quello di tanti altri beni e servizi.

Il rialzo dell’inflazione non va sottovalutato perché, viste le sue ricadute, potrebbe diventare davvero un problema importante per i sistemi economici.”


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