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Grace Martin

Tutti i colori del mondo


Diceva Fabrizio Caramagna: “attraversa il cielo e la terra come un nomade, incontra meraviglie e colori sconosciuti e rendili tuoi amici: questa è la vera ricchezza nella vita”. Inizio dicendo così perché vi sto scrivendo da New York, esattamente dal JFK Airport, al termine di una settimana alla scoperta dei luoghi del continente e della sua cultura.

Posso dirvi molte cose di questa incredibile città, ad esempio il suo essere estremamente caotica e rumorosa, oppure la passione dei suoi abitanti nel suonare il clacson senza un apparente motivo e il costante odore di marijuana che molti ragazzi conoscono fin troppo bene…ma posso raccontarvi anche della bellezza del Museum of Natural History, della profonda stranezza e incantevole meraviglia del Museum of Modern Art che ha reso possibile la visione di molte opere che prima di quel momento avevo visto solo attraverso le pagine del mio libro di storia dell’arte. Continuando possiamo trovare la spaventosa altezza dei grattacieli -e vi dico che sono molto più alti di quello che si può immaginare-, la vista mozzafiato da quella finestra del ventottesimo piano dell’hotel, l’immensità del Central Park e la gioia nell’aggrapparsi al corrimano per evitare di cadere con i pattini sul ghiaccio.

Potrei continuare per pagine e pagine ma, alla fine, l’unica cosa che ritornerebbe in ogni caso è l’emozione e il coraggio di esporsi ed avere una conversazione in una lingua che non è la tua con persone che hanno il loro dialetto diverso ovviamente dal classico inglese che si impara a scuola.

Penso sia questo che Fabrizio Caramagna voleva intendere con il rendere amici i diversi colori del mondo: la capacità di adattarsi e trovare la propria stella polare nella notte per orientarci in mezzo ad un mondo del tutto nuovo. Mi sono messa alla prova in questi giorni, ho fatto dei passi avanti per uscire dal mio confort zone di silenzio e timidezza e penso che sia questo che a molti ragazzi di oggi manca, non solo il coraggio ma anche l’occasione.

Siamo stati troppo abituati ad avere tutto pronto e servito, i nostri genitori fanno e danno tutto per noi, sono grata ai miei genitori per tutto quello che hanno fatto per me e per i miei fratelli, per averci reso possibile molte cose, ma sono anche grata per tutte quelle volte che non ci sono stati e ho dovuto imparare a cavarmela da sola per crescere un po’ ogni volta di più.

Sarò un po’ di parte ma penso che proprio viaggiare sia il modo migliore per imparare ad essere autonomi cittadini del mondo, ho viaggiato sola con amici ma anche con la mia famiglia e ad ogni viaggio ho aggiunto un tassello nel mio piccolo puzzle personale.

Voglio dirvi un piccolo segreto però: non serve andare in un altro continente per mettersi in gioco, per molte persone basta semplicemente trovare il coraggio di prendere il telefono e chiamare.



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