Questo il nome della nuova ed ecologica imbarcazione: Yara Birkeland. Il cargo ha già compiuto il suo primo viaggio-prova. La Yara Birkeland, lunga 80 metri e larga 15, potrà navigare ad una velocità di 13 nodi (circa 24 km/h) e potrà ospitare 60 container a pieno carico.
La prima nave ad emissioni zero, completamente elettrica e senza equipaggio è ora realtà. È la volta di Yara Birkeland varata dalla società norvegese Yara International che ha provveduto a costruirla. Si tratta nello specifico di una nave portacontainer, lunga 80 metri e larga 15, che potrà navigare ad una velocità di 13 nodi (circa 24 km/h) ed è studiata per accogliere 60 container a pieno carico. Il cargo ha già compiuto brillantemente il suo primo viaggio-prova.
Il primo viaggio di lavoro è stimato per la fine del 2021
Da un articolo della CNN emerge che il primo viaggio in completa autonomia avverrà verso la fine del 2021 ed interesserà la rotta compresa tra Herøya e Brevik (due città norvegesi) ma in futuro la Yara Birkeland metterà in connessione altri porti commerciali grazie a ciò che andrà trasportando, ossia i fertilizzanti destinati principalmente ai business asiatici. La porta container in questione è solo uno dei tanti punti dell’agenda ecologica di Yara International. Questa azienda, fondata nel 1905 per combattere la carestia in Europa, si è specializzata con il passare dei decenni in vari settori e fu la prima al livello globale a dare vita ad un fertilizzante azotato. Tale sostanza ha contribuito a modificare radicalmente il modo di fare agricoltura, settore che per Yara International rimane la principale attività commerciale. L’azienda norvegese, oltre ad incentrarsi nel settore agricolo, studia ed analizza soluzioni per ridurre le emissioni di gas serra e per incentivare le pratiche agricole sostenibili.
Il progetto della Yara Birkeland prese avvio nel 2017
4 anni fa, nel 2017, Yara International diede avvio al progetto di una nave autonoma (senza equipaggio) e completamente elettrica, appunto la Yara Birkeland. Il nome della porta-container deriva da quello del fisico norvegese, Kristian Birkeland, che fu il primo a scoprire la modalità su come fissare l’azoto atmosferico sotto forma di ossido. La porta container viaggerà in completa autonomia ma il controllo della navigazione verrà affidato a tre centri di controllo a terra. Durante i primi mesi le fasi di carico e scarico merci saranno prerogativa dei portuali ma dalle parole di Jon Sletten, direttore dello stabilimento Yara di Porsgrunn, è emersa la volontà di rendere autonome tutte le operazioni del cargo.
Comments