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Immagine del redattoreFederico Moffa

Colleferro Calcio, lettera aperta al Sindaco sullo stadio

Aggiornamento: 20 dic 2024

Signor Sindaco,

avremmo voluto evitare di scriverle attraverso questa forma pubblica, rispettosi come siamo sempre stati dei ruoli istituzionali, convinti che quando si parla di Sport ogni implicazione politica dovrebbe essere bandita. Ingenuità, la nostra? Forse.

Stadio Andrea Caslini

Si tratta però di uno stile che per noi assume il senso di un valore al quale abbiamo informato il nostro comportamento.

Ora, però, a distanza di oltre tre anni da quando la nuova società, guidata dal patron Giorgio Coviello e dal sottoscritto, ha preso le redini del Colleferro calcio, è necessario fare il punto del percorso fin qui portato avanti, con non pochi sacrifici e assoluta dedizione.

Lo faccio dopo il verificarsi di un episodio a dir poco spiacevole, registrato nel corso dello svolgimento di una partita di cartello del campionato di Eccellenza Lazio presso lo stadio “Caslini”.

Durante la partita è stato inibito l’uso del chiosco bar annesso all’impianto. Ovviamente, sia Lei che noi siamo perfettamente a conoscenza del problema. E’ dal primo giorno in cui abbiamo assunto la gestione dei due impianti (“Andrea Caslini” e “Bruno Di Giulio) che chiediamo di poter integrare la convenzione con il Comune che appare datata e non più corrispondente alle esigenze che, nel tempo, si sono imposte per migliorare la qualità degli impianti, sia in termini strutturali che di servizio per gli utenti, soprattutto per i numerosi tifosi che sono tornati a riempire gli spalti la domenica, dopo anni di abbandono.

Per l’integrazione della convenzione l’ufficio tecnico del Comune ha chiesto progetti e documentazione che non abbiamo tardato a produrre, tranne una, la voltura della fornitura dell’acqua, legata ovviamente alla indicazione alla società degli estremi del contatore in capo al Comune (cosa che non è ancora stata fornita). Per quanto riguarda gli allacci di elettricità e gas, da tempo, la società ha provveduto a rendere gli impianti autonomi e indipendenti dalla rete comunale, cui in passato, quando la società era guidata da altre persone, nessuno, in Comune, si era peritato di verificare come stessero le cose e a chiedere che si mettessero a posto.

 Bene. Mentre per il campo “Bruno DI Giulio” abbiamo potuto chiudere la pratica, per il “Caslini” siamo ancora in attesa.

Tutto questo può giustificare un ritardo così macroscopico nel concedere l’autorizzazione all’uso del chiosco, utilizzato, lo ripeto, solo e soltanto nell’intervallo delle partite ufficiali e che a mala pena potrebbe far incassare alla società 50 euro a partita?

Ma pensa davvero che sia un affare per la società? Suvvia, non prendiamoci in giro. Quando, nel luglio del 2021, è iniziata la nostra gestione, abbiamo trovato un impianto fatiscente, trascurato e bistrattato. Solo il primo anno sono stati investiti 100 mila euro per ristrutturarlo e metterlo in sicurezza.

Il “Caslini” presentava falle in tutte le parti. Bastava una leggera pioggia perché si allagasse. Sono stati fatti lavori strutturali che, per inciso, avrebbe dovuto fare il Comune. Spalti, rettangolo di gioco, spogliatoi, bagni: tutto è stato riqualificato e messo a norma.

L’uscita di sicurezza per consentire l’ingresso della autoambulanza è stata oggetto di revisione. Abbiamo, finanche, dotato lo stadio principale della città di moderni impianti luminosi e fonici, rinnovandone l’immagine immagine cromata. Tutto, ripeto tutto, è stato fatto senza chiedere nulla al Comune, facendo leva sulle nostre forze e sulla encomiabile generosità del patron Giorgio Coviello.

Sforzi premiati dalla Federazione calcistica che, grazie al duro e professionale lavoro del nostro staff tecnico, ha riconosciuto la Società Calcio di Colleferro degno di essere Centro federale di eccellenza. Riconoscimento che ha comportato la necessità di adeguare palestre e realizzare una sala video per lo studio delle tattiche di gioco.

Tanto per fare un esempio, la Società spende 60 mila euro l’anno per le sole utenze elettriche e del gas; 25 mila euro per la manutenzione ordinaria dei due impianti. E non si dica che è stata una grande concessione aver rigenerato il manto erboso del “Caslini”.

Erano quindici anni che non si metteva mano al campo. Il suo logoramento ci costringeva a chiedere alla Federazione proroghe annuali per svolgere la normale attività agonistica. Eravamo, insomma, arrivati al limite dell’usura e il rischio di dover andare a giocare in un altro Comune molto alto. L’atto era, in buona sostanza, dovuto.

Comunque, come si conviene tra gentiluomini, non Le abbiamo fatto mancare il nostro ringraziamento e il nostro invito ad inauguralo.

Per noi e per l’intera Città credo sia un vanto avere una Società che, in poco tempo, è riuscita ad avere circa 700 iscritti, tra scuola calcio, agonismo, prima squadra maschile e femminile. Un movimento che, tra rimborsi per gli allenatori, dei dirigenti, della segreteria, dei calciatori e delle calciatrici costa circa 600 mila euro ogni anno.

Con la Convenzione di cui in premessa il Comune concede 30 mila euro.

Un tempo, se non ricordo male, il contributo per la Società sportiva era di 80 mila euro, senza contare il beneficio delle bollette che, essendo la rete elettrica collegata a quella comunale, nessuno pagava.

Per l’apertura del bar, infine, la società ha offerto, ad ulteriore integrazione, 15 posti gratuiti per bambini bisognosi (8.250 euro) e 20 abbonamenti per i meno abbienti (altre 1.000 euro).

Mi spiace dover spiattellare i conti in pubblico, ma, mi creda, c’è un limite a tutto. Ogni volta che la questione sembra risolta, c’è sempre qualcosa o qualcuno che interviene a bloccarla.

Le sembra corretto?

Certo è che se dovesse perdurare un atteggiamento così incredibilmente omissivo da parte del Comune che Lei dirige, non avremmo altro da fare che riconsegnarle le chiavi dell’impianto.



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