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Cosa sono le Smart Cities e perché sono le città del futuro

Quando si parla di innovazione digitale e transizione ecologica, il concetto più strettamente legato e diffuso rispetto all’utilizzo di energia rinnovabile, è quello dell’elettrificazione dei consumi, in particolar modo dei trasporti (abbiamo parlato qui della mobilità elettrica).

In un contesto più ampio di sostenibilità ambientale, che possa contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione Europea, non si può prescindere da una nuova concezione della città nel suo complesso, andando ad individuare un nuovo modello di città intelligente, da sostituire necessariamente al vecchio e che possa fornire gli strumenti necessari per garantire uno stile di vita agevole ai cittadini, e che sia in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Le città sono infatti per il 70% la scelta principale della popolazione mondiale, stando ai dati Eurostat. Di conseguenza contribuiscono per il 70% alle emissioni di anidride carbonica e altre sostanze inquinanti a livello globale, impattando negativamente il cambiamento climatico.

Partiamo intanto col definire il concetto.

Le smart cities aspirano ad essere le città del futuro. Come suggerisce già il nome, sono città intelligenti che inglobano il concetto di smart mobility, attraverso reti di trasporto intelligenti, una riqualificazione ed ammodernamento degli edifici per quanto riguarda l’illuminazione e il riscaldamento (sistema Smart Building), un miglioramento delle strutture per lo smaltimento dei rifiuti e un’amministrazione cittadina più consapevole ed interattiva. Il vantaggio sarà quello di ridurre il traffico e l’inquinamento ambientale, di avere una gestione più sicura degli spazi pubblici, oltre che a fornire un ambiente interconnesso in cui si coniugano efficienza e sostenibilità, due necessità imprescindibili oramai per garantire una elevata qualità di vita ai cittadini.

L’Unione Europea individua perciò sei valori fondamentali, attorno ai quali le smart cities devono essere pensate.

Smart people, inteso come il processo decisionale “bottom up”, in cui i cittadini vengono attivamente resi partecipi nella vita pubblica della città. Smart governance, pensata come una gestione amministrativa che dia centralità alle risorse ambientali, al capitale umano e relazionale. Smart economy, attraverso l’aumento della produttività e dell’occupazione all’interno della città anche grazie al processo di innovazione tecnologica, unita alla partecipazione attiva dei cittadini e alla collaborazione ai fini della ricerca e dell’innovazione. Smart living, inteso come un livello minimo di comfort e benessere nello stile di vita dei cittadini che deve essere garantito. Smart mobility, concetto già citato che racchiude il processo di ricerca e sviluppo verso le nuove soluzioni sostenibili per il trasporto (e- mobility, sharing mobility), quindi anche attraverso una forma di mobility management più consapevole, volto a una diminuzione in termini di costi di impatto ambientale e consumi energetici. Smart environment, un concetto più ampio che vede la città come una garanzia di ambiente ad alta efficienza energetica e basso impatto ambientale.

Ovviamente, questo concetto non può prescindere da un parallelo sviluppo digitale e tecnologico. Le città intelligenti, sono infatti pensate su uno sviluppo di tecnologie abilitanti che siano in grado di dare supporto e di permettere la realizzazione concreta del processo di trasformazione e ammodernamento delle città. Parliamo di tecnologie IoT (Internet of things), costituite da una rete di sensori (Wireless Sensor Network) e dispositivi avanzati che permettono la raccolta e l’elaborazione dei dati ai fini di monitorare il loro andamento. Pensiamo ai dati relativi al traffico, al livello di inquinamento sia dell’aria che acustico, o dati che riguardano la geolocalizzazione delle infrastrutture. Ma pensiamo anche alla sicurezza, che è un tema cruciale al giorno d’oggi. Una “smart city” deve poter garantire l’incolumità dei propri cittadini su tutti i livelli - non a caso si parla anche di “Safe city” – attraverso delle telecamere di videosorveglianza e sistemi TVCC, anch’essi integrati con dispositivi IoT e una rete di sensori dedicati al monitoraggio di dati. Il tema della sicurezza informatica (cybersecurity) diventa perciò centrale nella visione delle città del futuro.

Insomma, la ridefinizione del concetto di centro cittadino, inteso come comunità interconnessa di persone e tecnologie è alla base del nuovo concetto di economia circolare, attraverso cui viene garantito un utilizzo efficiente delle risorse e un’ottimizzazione degli “scarti”, riducendo i costi e contribuendo in questo modo, nel disegno più generale, a ridurre l’impatto del cambiamento climatico.



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