Androidi, robot, assistenti vocali e l'intelligenza artificiale.
L'intelligenza artificiale (AI) con la robotica rappresentano il “solito” tentativo dell'uomo di seguire quell'innato istinto di imitare se stesso. Da sempre infatti l'uomo ha manifestato questa ambizione.
Del resto anche nelle proiezioni cinematografiche più fantascientifiche i personaggi extraterrestri vengono comunque dipinti con sembianze umane, i cosiddetti “Androidi”, che per quanto deformati, sono dotati comunque di gambe, braccia, occhi, testa ecc. ecc. Insomma il limite del massimo raggiungimento dell'uomo è l'uomo stesso!
Ma cosa si intende per Intelligenza Artificiale? Si tratta di un insieme di tecnologie informatiche ed ingegneristiche che si prefiggono lo scopo di creare dei sistemi che apprendano automaticamente dal mondo esterno imitando il comportamento del nostro cervello. Intelligenza infatti deriva da: “Intelligere” unione di due parole latine “inter” + “legere” che in italiano significano “leggere tra”, “saper distinguere”, “scegliere”.
Un sistema intelligente pertanto è caratterizzato dalla capacità di decidere autonomamente le azioni da intraprendere. Si tratta quindi di un sistema autonomo in perfetta integrazione con ogni contesto di vita dell'uomo: industria, ufficio, casa ecc. ecc.
Ma che tipo di sistemi intelligenti esistono? I primi furono introdotti in ambito industriale intorno al 1950 con lo scopo di “automatizzare” i processi produttivi sostituendo l'uomo nei compiti più gravosi. Fu proprio allora che entrò nel gergo comune la parola “Robot”: un termine derivato dalla parola Cecoslovacca “Robota” che significa “lavoro pesante”. Come la sua genesi rivela, i primi robot non erano dotati di particolare intelligenza ma piuttosto venivano usati per la loro grande forza e capacità di movimentare con elevata precisione le parti pesanti per soddisfare le esigenze della catena di produzione. Via via nel tempo tali sistemi sono stati dotati di un calcolatore elettronico in grado di eseguire istruzioni secondo un programma, fu così che nacque l'automazione industriale parte integrante di quello che oggi viene chiamato “Industria 4,0”.
Oggi la parola robot nella forma più abbreviata “bot” viene utilizzata, forzandone però il significato, in moltissimi contesti come sinonimo di automatico, autonomo, intelligente e non più di forzuto. Chi non ha sentito parlare di “chat-bot”, “social-bot”, “shopping-bot” ...?
Tuttavia i bot così intesi al giorno di oggi si differenziano notevolmente dai primi robot: innanzitutto non sono costituiti da viti, staffe, pistoni idraulici ma esclusivamente da programmi ovvero sequenze di istruzioni, sono pertanto dei sistemi puramente digitali che per funzionare usano un calcolatore elettronico. La loro intelligenza è iniettata mediante l'adozione di tecniche di automazione dell'apprendimento dette anche “algoritmi di auto apprendimento” in grado di dare a questi sistemi autonomia decisionale emulando un essere umano. Grazie a queste innovazioni oggi si sente parlare di:
Internet delle cose (IoT): Un termine che ha sostituito la parola “domotica” e che rappresenta la possibilità di creare una rete di comunicazione intelligente tra l'uomo e tutti i dispositivi, elettrodomestici, impianti che ci sono in casa.
Veicoli dotati di pilota automatico (Self Driving Car): E' una sfida ardua, ma presto sarà possibile entrare in auto e mettersi a lavorare mentre la vettura ci porta in ufficio.
Assistenti Vocali e chat-bot: Un sistema software capace di ascoltare e capire le richieste e rispondere con la nostra lingua consentendoci di comandare il dispositivo con la voce. Di assistenti vocali ce ne sono diversi, prodotti dai colossi dell'informatica. Possono trovare una ricetta, ricordare di spegnere il gas, dare indicazioni stradali o far mantenere uno stile di guida sicuro ed ecologico per risparmiare carburante ed inquinare meno.
Tutto questo fa paura? Non dovremmo averne, la profonda e veloce diffusione di nuove soluzioni tecnologiche che prima erano ad uso esclusivo delle industrie e dei centri ricerca oggi stanno contribuendo ad un cambiamento “darwiniano” del nostro essere.
Si parla di “simbionte” come congiunzione biotecnologica dell'essere umano e delle tecnologie che usa e di cui non può fare a meno.
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