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Le forme di finanziamento delle pmi. Rischi e possibili vantaggi

Come noto le principali tipologie di finanziamento delle imprese possono riassumersi nei prestiti proposti dalle banche ed altri intermediari finanziari autorizzati a ricevere depositi, in finanziamenti tramite emissione di obbligazioni ed in finanziamenti tramite capitale.

In particolare, le banche e le non banche, tendenzialmente, preferiscono prestare denaro ad aziende consolidate, con flussi di cassa storici stabili e positivi, soprattutto se sono in grado di fornire garanzie collaterali o garanzie personali.

Tanto per intendersi, tali caratteristiche sono generalmente assenti nelle start up, ovvero, in quelle aziende che, se inizialmente erano essenzialmente individuate in quelle che svolgevano un’attività di nuova istituzione con un prodotto molto tecnologico ed all'avanguardia nel settore informatico, ora con il passare del tempo, hanno perso la loro connotazione settoriale ed includono diversi settori economici. In definitiva le start up e si caratterizzano per la particolarità che vede in tali imprese una nuova azienda con un business model ed un potenziale tale da poter espandersi velocemente.

Dunque, lo stato di start up è per definizione passeggero, una fase di test per trovare gli elementi della strategia vincente per conquistare il mercato ed espandersi in larga scala.

Ciò premesso, le caratteristiche di una start up sono chiaramente la temporaneità, poiché lo stato di start up è iniziale e di passaggio, il metodo del trial and error, ovvero di sperimentazione del modello di business e la strategia ottimale, ed infine il modello di business che deve essere scalabile e ripetibile ovvero deve permettere una crescita a larga scala.

Per tale verso quindi le start up solitamente presentano un tasso di rischio molto alto perché tante sono le variabili che incidono sul business e diversi gli scenari che possono presentarsi.

Tali imprese si caratterizzano, poi, per un basso il tasso di sopravvivenza; dall'altro lato, possono portare ad un livello di guadagni estremamente alto nel caso in cui abbiano successo.

L’analisi dei documenti preventivi, in assenza di documenti storici, si dimostra essenziale per l’approvvigionamento delle risorse.

In particolare, la valutazione: delle immobilizzazioni (impianti, attrezzature, software, ecc.) richieste in fase di avvio e il capitale circolante necessario per sostenere i costi di gestione iniziali; del denaro che serve per avviare l'attività (fabbisogno finanziario); di se il capitale proprio è sufficiente, ovvero, di se è necessario ricorrere anche a capitali di terzi (banche, finanziarie, ecc.). Centrale appare la determinazione dei ricavi della futura attività, procedendo alla previsione delle vendite.

Infine, la redazione del preventivo economico, ovvero, di un prospetto che serve a determinare la convenienza del progetto imprenditoriale; infatti, attraverso l'individuazione dei costi e dei ricavi si determina l'utile della futura attività.

Viceversa, le piccole e medie imprese o PMI sono aziende le cui dimensioni rientrano entro certi limiti occupazionali e finanziari prefissati.

Esse sono solitamente caratterizzate da una gestione di tipo familiare, dove il socio fondatore è anche il possessore della maggioranza delle quote della società, nonché responsabile amministrativo, affiancato da altri componenti del nucleo familiare, solitamente collocati nei ruoli cardine dell’organigramma aziendale senza avere di norma un background ed una formazione all’altezza del ruolo assegnatogli.

Inoltre, per tali aziende è generalmente assente un CFO (Chief Financial Officier) capace di orientare l’azienda nella scelta degli adeguati strumenti finanziari da adottare e nello scegliere il migliore rapporto di indebitamento, visto che ogni impresa, in base alle proprie caratteristiche ed al mercato nel quale opera dovrà adottare una struttura finanziaria diversa, tale da sfruttare al massimo la leva finanziaria.

Rispetto alle start up, le PMI producono con regolarità documenti contabili.

I dati quantitativi sono quelli solitamente più utilizzati da parte degli istituti di credito in quanto sono ricavabili dai bilanci delle imprese, anche se c’è un’enorme differenza se l’impresa è obbligata a redigere il bilancio in forma standard o in forma abbreviata; nel secondo caso l’assenza di molte voci dello Stato Patrimoniale limitano evidentemente il contenuto informativo. Dai dati presenti nel bilancio si possono comunque ricavare molti indici utili alla banca e alle non banche per capire lo stato di salute dell’azienda degli ultimi due anni.

Di solito, le PMI dispongono anche di rapporti pluriennale dai quali è possibile svolgere degli studi temporali circa l’andamento, lo stato di salute e quindi l’affidabilità del soggetto analizzato.

Tutto ciò premesso, tuttavia, circa i prezzi e le condizioni dei finanziamenti tramite prestito erogati dalle banche si può osservare che la realtà fattuale evidenza la presenza di notevoli differenze, a seconda del loro modello aziendale e della loro fonte di finanziamento. La determinazione dei prezzi dipende, ancora, oltre che dal livello generale dei tassi d’interesse, dalla tipologia di attività da finanziare, dal settore in cui opera il prestatario, dalla natura di qualsivoglia garanzia, dal tipo di strumento finanziario, dalla struttura giuridica dell'azienda e dalla sua capitalizzazione azionaria. In linea generale, un finanziatore cercherà segnali che comprovino un track-record di successo in termini commerciali, una gestione finanziaria solida e buone possibilità di continuo successo.

Nel caso delle società consolidate, il motivo più comune per cui un finanziatore normalmente respinge una richiesta di prestito è il timore in merito alla capacità dell'azienda di far fronte ai rimborsi. Un altro motivo potrebbe essere la mancanza di entrate sufficienti o stabili.

Per altro verso, anche proprio per tale motivo, va rilevato che alcuni finanziatori evitano per scelta tutte le aziende in fase di start-up, mentre altri potrebbero erogare prestiti a una start-up in presenza di garanzie collaterali o di capitale sufficiente a supporto del prestito. Esistono finanziatori disposti a erogare prestiti alle start-up senza alcuno storico operativo; tuttavia, molti dei finanziatori principali, in circostanze normali, non concedono prestiti alle aziende operative da meno di due anni, in considerazione dei rischi posti da questo tipo di attività "giovani".

Tuttavia, i finanziatori spesso intrattengono rapporti con provider di prestiti alle start-up e reti di angel investor. Questi fungono da punto di contatto principale per offrire consulenze in merito alle opzioni di finanziamento disponibili e possono indirizzare le società più giovani verso queste alternative.


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