C’è una volontà quotidiana da parte della sinistra e spalleggiata da infinite fonti di stampa di instillare nell’animo della gente un forte senso di colpa verso un presunto razzismo collettivo.
Ogni giorno è una gara a segnalare episodi di presunta discriminazione, intolleranza, sfruttamento e - purtroppo - molto spesso questi episodi lo confermano, ma si tace su tanti episodi opposti, ovvero quando la violenza è dell’immigrato verso la comunità.
In una società sempre più multietnica è ovvio che ci siano molti più contatti di prima con realtà culturali, razziali, religiose diverse dalle “nostre”, ma credo che i singoli fatti vadano sempre inseriti con correttezza nei più diversi contesti, mentre a volte si punta con demagogia a nascondere anche le responsabilità e gli atteggiamenti di stranieri creando un senso di esasperazione tra la gente che si sente impotente e reagisce -magari sbagliando – alla violenza subita. Ci siamo tutti sentiti colpevoli per il naufragio di Cutro ma – obiettivamente – cosa si poteva fare di più o, meglio, cosa potevano fare di più i singoli cittadini? Ci sono responsabilità personali o generali in ogni singolo episodio, ma bisogna stare attenti perché il negare la necessità che anche chi giunge in Italia debba rispettare le leggi e in qualche modo rispettare anche i costumi e le consuetudini “italiane” porta a risultati assurdi.
Di queste assurdità (ed autentiche ingiustizie) “contro” i comuni cittadini italiani spesso non si parla e chi ne parla, anche quando ha assolutamente ragione, passa appunto poi per “razzista”.
Due esempi delle scorse settimane dovrebbero farci riflettere.
Metropolitana di ROMA: essendo in corso una raffica di borseggi, l’altoparlante richiama l’attenzione dei viaggiatori terminando con un “Attenti agli zingari”.
Ne è nato un putiferio perché l’annuncio – che personalmente ritengo provvidenziale e comunque utile a richiamare l’attenzione dei viaggiatori – è stato definito “razzista” con vivaci prese di posizione politiche.
A farne le spese è stato il malcapitato operatore che si era permesso di fare l’annuncio, oggetto di un procedimento disciplinare da parte dell’ATAC. Immediato anche l'intervento del sindaco Roberto Gualtieri (PD) che su twitter ha condannato senza mezzi termini l'accaduto. "È inammissibile e inaccettabile. Bene ha fatto l'Atac a prendere immediatamente provvedimenti nei confronti di chi si è reso responsabile di un gesto così offensivo e discriminatorio".
Il sindaco Gualtieri è uno che evidentemente non prende mai la metro, soprattutto quella romana, perché altrimenti si renderebbe conto dello stato di degrado del servizio pubblico della sua città con ritardi, scale mobili divelte, stazioni chiuse per mesi, bivaccamenti, assalti. scippi e lavori infiniti. Gualtieri non pensa alla situazione di incuria – dalla pulizia, alle buche, alla metro - che la città mostra a cittadini e turisti, ma al gesto “offensivo e discriminatorio”. Lo avessero borseggiato una volta forse non la penserebbe così… Ma ci rendiamo conto in che baratro di cretinaggine collettiva siamo caduti con questa ipocrita ed assurda volontà “antidiscriminatrice”?
Lo stesso è avvenuto a MILANO poche settimane fa quando “Striscia la notizia” documentò le operazioni di una banda di giovani ragazze slave che si fingevano incinte e avevano “assaltato” un intero vagone della metro. Catturate dai viaggiatori e dalla stessa troupe televisiva e portate dai vigili urbani erano state subito rilasciate ed immediatamente avevano iniziato a “ripulire” un tram proprio sotto gli occhi delle stesse telecamere, poi assalite dalle ragazzine.
Da allora molti cittadini hanno cominciato a filmare i borseggiatori, e questo ha scatenato la consigliera comunale PD Monica J.Romano che non ha chiesto al suo sindaco Sala di intervenire (finalmente!) per una maggiore sicurezza, ma se l’è presa con i cittadini che filmano sostenendo “La smettano quelli che realizzano questi film di spacciare la loro violenza per senso civico, perché non è senso civico.
Le cittadine con vero senso civico alzino la voce e invitino a spegnere le telecamere perché non è trasformando le persone in bersagli, che si ottiene giustizia. Di violenza e di squadrismo ne abbiamo già avuti abbastanza davanti al liceo di Firenze e nelle acque di Cutro. Milanesi, ribelliamoci a questa pessima pratica”.
A parte la demagogia, ma come possono non sentirsi profondamente offese le decine di migliaia di persone che ogni anno subiscono violenze di questo tipo e si trovano davanti alla nullità delle istituzioni?
Come sono portate a reagire davanti al rilascio immediato di chi delinque e che – pur denunciato, condannato, espulso ecc.ecc. – è sempre lì a delinquere impunito?
La gente non ce l’ha con gli “zingari” in sé, ma con quelli di loro che impunemente compiono reati, ma è evidente che la questione si generalizza davanti all’impotenza del sistema. Eppure la “colpa” – almeno per certi parti politiche - sembra diventare di chi subisce, in una incredibile inversione della prova.
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