Netturbino, spazzino, poi operatore ecologico. Un’evoluzione del linguaggio in nome del politically correct che a molti non fa impazzire perché si ha la sensazione che con questi termini innovativi, pomposi e ridondanti si cerchi di addolcire la pillola a certe categorie che probabilmente qualcuno ritiene umilianti, sulle quali invece l’uso dei tecnicismi linguistici, che escono dal comunemente parlato, porta ad ottenere l’esatto contrario.
Ecco quindi che la donna delle pulizie oggi è diventata colf o assistente domestica, il commesso e la commessa addetti o consulenti alle vendite…e così via. Mah!(?)
Se dico spazzino intendo dire spazzino (dal verbo spazzare) e non ci trovo nulla di umiliante né sulla definizione né tantomeno nel fare questo o qualsivoglia lavoro con coscienza e dignità. La dignità viene meno solo quando il lavoro non ce l’hai, o peggio ancora, quando alla fine del mese “rubi” il tuo stipendio, nel senso che non te lo sei meritato per non aver fatto il tuo dovere. Ma questo è un altro discorso.
Torniamo invece al nostro spazzino. Chi ha la mia età ricorderà quelli di una volta, che senza i moderni automezzi (spingevano letteralmente la carretta) si spostavano da un punto all’altro della città riuscendo comunque a tenerla pulita.
Oggi, che la tecnologia del settore ha fatto passi da gigante, ne vedete qualcuno per le vie Colleferro? Nella via dove abitate, o sotto casa? Intendo dire: vedete uno spazzino che abbia la ramazza o l’aspiratore in mano intervenire non dico giornalmente, ma quantomeno ad intervalli regolari nelle zone che non siano sempre e solo le stesse?
Personalmente ne ho contati due o tre, ma credo che questo sia un numero insufficiente per garantire un servizio di “spazzamento” in grado di mantenere pulita e in ordine la nostra città. Pochi spazzini e.. troppi incivili, perché in questo contesto si deve per forza tener conto anche del comportamento delle persone; perché se una bottiglia, una busta, piuttosto che una cartaccia o una cacata di cane la trovi in mezzo alla strada o sul marciapiedi, non è certo colpa dello spazzino, semmai degli “zozzoni” che molto spesso parlano anche bene…ma poi, razzolano male. E quanti ce ne sono.
Comunque ad oggi il “porta a porta” e soprattutto “l’operazione Minerva” non hanno ancora portato benefici in termini di pulizia ed efficienza e le responsabilità sono abbastanza evidenti soprattutto dal punto di vista della programmazione ed organizzazione del servizio.
Al tal riguardo ci si chiede in quante zone sia stato diviso il territorio cittadino, in quali si opera con le spazzatrici (macchine moderne si, che però hanno i loro limiti in quanto tali) e in quali la pulizia viene effettuata dall’operatore in prima persona.
Così come si vorrebbe capire perché mai capita di vedere “spazzini” in sostituzione del personale addetto al “porta a porta” e non il contrario. I primi sono già pochi (2 o 3), così come i secondi d’altronde, se poi si distolgono addirittura dal servizio, capita così come è capitato, e capiterà ancora che alcune vie della nostra città non godranno mai del piacere di essere spolverate dalla vecchia, sempre verde ed insostituibile “ramazza”.
Credete che si stia rappresentando una situazione diversa dalla realtà? Provate a farvi un giro per Colleferro, nella parte periferica della città e non solamente nelle zone centrali... quelle visibili, di facciata, per le quali ci si “gonfia il petto”.
Sono stati tolti i “cassonetti” immaginando una città più pulita ma così non è stato. Perché un conto è ritirare sacchi e secchi davanti la porta di casa (“porta a porta” appunto), altra cosa davanti l’ingresso di un condominio dove si creano i punti di raccolta che comunque sporcano tanto e quanto i cassonetti di un tempo, con il risultato che una volta ritirati quello che resta a terra rimane lì per giorni.
Ma da adesso con la collaborazione che si è stretta tra Minerva, Marino Servizi e Volsca Ambiente ci si aspetta che tutto migliori... staremo a vedere.
Nel frattempo a’ridatece lo spazzino!
Comments