Non solo moda, sport, calzature, il meglio della manifattura italiana e dei grandi marchi internazionali.
L’Outlet di Valmontone sta diventando anche un cluster del cibo, una vetrina del fast food e della ristorazione internazionale. L’ultima grande catena del settore a scegliere Valmontone per proporre i propri menù è la catena dei ristoranti Calavera, del gruppo Cremonini.
Per tagliare i nastri del nuovo locale (150 posti a sedere con dehors) si è addirittura scomodato l’Ambasciatore del Messico in Italia, Carlos Garcia de Alba Zepeda, accompagnato da Nicolàs Bigard, Ceo di Roadhouse.
Nata da quasi tre anni, con i suoi 24 locali, Calavera Restaurant è diventata l’unica catena ispirata alla cucina messicana in Italia, apprezzata anche nella formula “Rapido”, fast food caratterizzato dalla possibilità di ordinare e comporre piatti equilibrarti e completi utilizzando kiosk multimediali e ritirarli in cassa in meno di un minuto.
Insomma, per gli amanti del cibo messicano, ci sarà l’imbarazzo della scelta. Si va dai grandi classici come Burritos, Quesadillas, Fajitas alle pietanze ispirate a gusti internazionali come le Poké Bowl, una elaborazione dei piatti della tradizione hawaiana. Per chi preferisce il fast food, Calavera Restaurant offre i famosi Bao, panini ripieni cotti al vapore, o i Tacos, nella versione classica e di ispirazione fusion.
I sapori delle tavola sono avvolti in una atmosfera prettamente messicana: dai murales di artisti messicani dedicati alle tematiche tradizionali, ai capi di abbigliamento che richiamano elementi e simboli della cultura del Paese.
“Calavera” è il nome della più famosa ricorrenza messicana, El dìa del los muertos. Calaveras sono teschi di zucchero di canna tipici delle celebrazioni del Giorno dei morti in Messico.
I calavera e, più in generale, teschi e scheletri sono spesso raffigurati nei dipinti di epoca pre-colombiana e rappresentano la rinascita.
Famosa è la Calavera Catrina, litografia raffigurante un teschio di donna con un cappello di foggia europea. Una immagine satirica che vuole rappresentare tutti quei messicani che, nel periodo prerivoluzionario, adottarono modi e stili propri dell’alta borghesia europea.
A sentire l’ambasciatore messicano, durante il lockdown, il cibo da asporto più richiesto in assoluto dagli italiani è stato quello messicano. Non esitiamo a prendere per buono questo dato. Resta inteso che gli italiani, comunque la vogliano intendere gli amanti del fast food, non rinunciano a preferire la tavola apparecchiata. Volete mettere un piatto gustato lentamente, con la calma necessaria, accompagnato da un calice di buon Cesanese alla fretta di un panino addentato per strada. Suvvia, non esageriamo.
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