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ALLA SCOPERTA DELL'ACQUA E DEL SUO POTERE COME CARBURANTE

“Inutile ricordare quanto l’acqua sia importante.

La sua presenza nell’universo è un fattore chiave per lo sviluppo di forme di vita e ad essa si riferiscono molte delle teorie sulla genesi dell’umanità.

Un elemento essenziale per lo svolgimento di una infinità di funzioni”

L'acqua, composta da due atomi di idrogeno ed uno di ossigeno, ricopre circa il 70% della superficie terrestre e costituisce il 65% del corpo umano adulto. E' pertanto inutile ricordare quanto sia importante, d'altronde, la sua presenza nell'universo, viene considerata come un fattore chiave per lo sviluppo di forme di vita e ad essa si riferiscono molte delle teorie sulla genesi dell'umanità. Negli esseri viventi, l'acqua, è l'elemento essenziale per lo svolgimento di una serie di funzioni vitali quali il trasporto dei nutrienti, la regolazione della temperatura, la digestione, l'assorbimento delle sostanze ecc. ecc. In un certo senso si potrebbe dire che l'acqua assurge al ruolo di “carburante” del nostro corpo. Per tutte queste ragioni e per il peso che ha nella ricerca scientifica è stata da sempre investigata e studiata in tutte le sue proprietà non solo legate alla sua importanza per i sistemi biologici, basti pensare al ciclo idrologico, ma anche per capire se vi fosse un modo per ricavarne energia utile per l'industria ed i trasporti (terrestri, aerei e navali). Si pensi che molti grandi della scienza come Faraday, Cavendish, Lavoisier hanno studiato questa, tanto meravigliosa quanto misteriosa molecola, sin dal 1700 ed in America il primo motore ad acqua fu sperimentato intorno agli anni (19)30. Ma cosa si intende per motore ad acqua di preciso? Sicuramente per motore ad acqua si intende un mezzo mobile, aereo, navale o terrestre che sia, dotato di un serbatoio contenente acqua e suoi derivati ed in grado di produrre energia che conferisca rotazione ad un albero motore. E come si può spiegare il processo che porta a muovere dei pistoni dentro un motore a partire dall'acqua? Certamente non basta iniettare acqua dentro i cilindri occorre passare per dei processi chimico-fisici. Un metodo ibrido (acqua+oli combustibili) che fu adottato durante la seconda guerra mondiale per la flotta aerea tedesca da Mercedes Benz e BMW, si basa sull'iniezione di acqua nebulizzata dentro la camera di combustione del motore endotermico. Lo scoppio causa una vaporizzazione istantanea delle goccioline di acqua che espandendosi aumentano la compressione e quindi la potenza erogata a vantaggio anche di un abbattimento delle emissioni nocive. In questo caso si parla di motore ad iniezione ad acqua ed è un motore ibrido nel senso che l'acqua rappresenta un additivo. Un secondo metodo è quello basato sul processo chimico di elettrolisi che facendo passare una corrente elettrica dentro una soluzione di acqua e sale, è in grado di “rompere” la molecola dell'acqua e ricavare un gas fortemente infiammabile denominato ossidrogeno o “gas di brown” dal nome dello scienziato che per primo ne investigò gli effetti in un motore a scoppio. Tale gas viene aspirato dal motore insieme all'aria esterna e partecipa attivamente allo scoppio in camera di combustione aumentando la compressione e quindi la potenza ed abbattendo le emissioni nocive. Addirittura lo scarico vede ricostruita sotto forma di goccioline condensate l'acqua stessa oppure l'ossigeno sotto forma di gas. Produzioni basate su queste soluzioni ibride che potremmo definire come “motori ibridi coalimentati ad ossidrogeno” non esistono, solo alcuni pionieri ed appassionati si sono cimentati in esperimenti di questo tipo. Uno tra questi fu Stanley Meyer, cittadino Americano, molto contestato, che però morì per cause non ben note, forse per avvelenamento, nel 1998. Dotando i mezzi di trasporto di un serbatoio di stoccaggio dell'idrogeno, ricavato dall'acqua, si riesce a rimuovere completamente la componente derivata dal petrolio ed ottenere un motore ad idrogeno puro. Molte case costruttrici come Toyota infatti già producono vetture ad idrogeno anche se non sono particolarmente pubblicizzate. Nessuna delle soluzioni tecnologiche citate si prefige di violare i principi base della scienza per cui “l'energia non si crea e non si distrugge ma si trasforma”, piuttosto, esplora nuovi modi di combinare e trasformare la materia a beneficio dell'ecosistema a costo di rompere gli interessi economici dominanti. Tuttavia l'avanzata tecnologica basata sull'energia dell'acqua rappresenta, nel bene e nel male, un tema rivoluzionario, molto più rivoluzionario dell'elettrico dei giorni nostri. Non è certo un caso se le soluzioni ad essa legate sono rimaste nascoste al pubblico dominio per anni e solo con l'avvento della nuova era della comunicazione digitale sono tornate in auge. La molecola dell'acqua ci nutre e dentro di sé racchiude una forza potenziale che garantisce la vita (energia del sole), vita messa a repentaglio però dall'uomo, quando ha usato tale forza per creare distruzione (Bomba H). Preferisco pertanto riportare quello che un bambino durante una esercitazione di scienze, guardando la sagoma della molecola dell'acqua disegnata alla lavagna, esclamò: “Mi sembra Topolino!”

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