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Immagine del redattoreSilvano Moffa

Amazon, cosi non va!

Aggiornamento: 14 mag 2021

Ringrazio Alessandra e Federico che hanno consentito a Il Monocolo di essere l’unica testata giornalistica presente, fin dalle prime ore del mattino, dinanzi ai cancelli di Amazon per trasmettere on line integralmente la manifestazione di oggi dei lavoratori.

La testata, nel rispetto del pluralismo, ha dato voce a tutti i partecipanti.

In primis, ai lavoratori assunti e dopo tre mesi lasciati senza lavoro dalla multinazionale dell’e-commerce. Un colosso che ha investito lo scorso anno in Italia 140 milioni di euro per altri due nuovi poli logistici, compreso quello di Colleferro ubicato sul terreno dello Slim (Sistema logistico integrale multimodale) realizzato anni fa dal Comune.

Nel corso della manifestazione sono intervenuti esponenti politici e amministratori, oltre a rappresentanze del mondo associativo.

Il Monocolo ha garantito una informazione completa e libera. Ne è emerso un quadro allarmante sotto il profilo occupazionale per il nostro territorio. Duole constatare l’insipienza della amministrazione locale che si è fatta letteralmente gabellare da Amazon.

Una amministrazione degna di questo nome e forte del suo ruolo di governo avrebbe, perlomeno, imposto alla multinazionale di Jeff Bezos il rispetto dei livelli occupazionali (largamente promessi durante la campagna elettorale) e delle più elementari norme contrattuali. Così non è stato.

Amazon ha usufruito di tutti i vantaggi localizzativi e fiscali disponibili, ma ha continuato a considerare i lavoratori merce da sfruttare, in spregio della loro dignità e dei loro diritti.

Dire, come ha detto il sindaco di Colleferro ai nostri microfoni, che poco può fare il Comune rispetto a questi colossi perché non siamo più ai tempi della Cassa del Mezzogiorno significa imbastire due bugie in una sola frase. Ci preme ricordare al Sindaco che lo Slim nasce nella sfera pubblico-privata.

Quindi, il Comune ha il potere-dovere di intervenire per salvaguardare gli interessi pubblici generali fra cui, evidentemente, ci sono i diritti dei lavoratori e i livelli occupazionali. Farsi ritrarre in pompa magna dinanzi ai cancelli di Amazon promettendo posti di lavoro, senza poi far poco o niente per garantirli al tavolo della “trattativa” nel momento iniziale e difenderli con le unghie e con i denti quando vengono messi in discussione, significa essere subalterni al grande potere finanziario e incapaci di confrontarsi a certi livelli.

Tanto più che Amazon, nel terzo trimestre del 2020, ha registrato il triplo dell’utile netto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un totale di 6,3 miliardi di dollari, raggiungendo un flusso di cassa operativo di 55,3 miliardi tra settembre 2019 e settembre 2020, più del 50% rispetto all’anno prima. Per non parlare del valore delle azioni aumentato del 60%. Numeri da capogiro. Profitti enormi, i più alti della sua storia. A fronte di questi immensi guadagni che cosa fanno le Istituzioni? Si autoassolvono gettando in tribuna la palla delle responsabilità. Muovetevi signori! I lavoratori non possono più attendere.





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