Inchiesta di #AngelicaStramazzi sul colosso di #Bezos approdato a #Colleferro
Sul canale e-commerce di #Amazon si può trovare di tutto, è una sorta di Alibaba in versione occidentale (ma è anche molto di più). In un lasso di tempo assai breve, il colosso fondato da Jeff Bezos ha conquistato il mondo e oggi esso è diventato quasi l’unico punto di riferimento per chiunque desideri fare acquisti online: le merci vengono scambiate a prezzi appetibili e il prodotto arriva nelle case degli acquirenti poco dopo aver effettuato la scelta.
Che dunque Amazon sia oggi un gigante del commercio virtuale è cosa indiscutibile, a tal punto che una sua propaggine è arrivata anche a Colleferro, con la creazione di un mega centro di distribuzione a partire dallo scorso ottobre. In quel frangente – ad ottobre, appunto – numerosi furono coloro che accolsero l’arrivo di tale colosso nel nostro territorio, spiegando ai più che in questo modo la crisi occupazionale si sarebbe risolta, se non del tutto, in larga parte. Prima di descrivere come stanno oggi le cose, vanno evidenziati un paio di elementi critici che, se fossero stati affrontati a tempo debito, non ci troveremmo oggi di fronte a polemiche e lamentele per il modus operandi amazoniano nel territorio nostrano.
Precisiamo un fatto. Amazon è una realtà a vocazione multinazionale; questo significa che essa investe nel mondo adottando una policy di tipo espansivo, a volte giudicata troppo aggressiva e poco rispettosa dei territori ove si inserisce. Prendiamo il caso di Colleferro, che poi è quello che a noi interessa maggiormente. La costruzione dell’attuale centro di distribuzione ha comportato lo sbancamento di una intera collinetta, con un notevole impatto ambientale senza precedenti. Si dirà: ma prima non c’era nulla. A volte, è meglio il nulla rispetto alla genesi di un qualcosa che potrebbe deturpare il territorio a noi circostante. Quindi, primo aspetto: pesanti ricadute ambientali.
Altra questione, poc’anzi accennata. Il carattere multinazionale di Amazon fa sì che il colosso di Bezos, oltre a beneficiare di ingenti sgravi fiscali determinati in base alla creazione di nuovi stabilimenti e centri produttivi, applichi in maniera indistinta le stesse politiche aziendali in paesi diversi, senza tener conto delle peculiarità di ciascun territorio.
A Colleferro ad esempio, la creazione del centro di distribuzione poteva essere contemplata a partire dallo Slim, dando così vita ad un grande polo logistico e – perché no – anche ad uno snodo ferroviario importante. Questa visione strategica è invece mancata del tutto. Qualcuno ci smentisca se non è stato così.
Altro fattore. In questi ultimi mesi, abbiamo assistito a numerose polemiche circa la tipologia contrattuale in voga presso Amazon-Colleferro. Nella vulgata, si è detto che i lavoratori sono stati occupati stagionalmente e non già stabilmente, dando vita ad assunzioni continue ma non durature (nell’articolo che segue forniamo dettagliate precisazioni in merito). Se così stanno dunque le cose, non sarebbe stato più opportuno dar vita ad un tavolo programmatico tra vertici di Amazon ed amministrazione comunale per chiarire – ab origine – che tipo di sviluppo volesse portare a Colleferro e dintorni il colosso di Bezos? Non sarebbe stato soprattutto compito del Sindaco sincerarsi che questa realtà portasse sul territorio stabilità occupazionale e non ulteriore precarietà?
Ora è troppo facile puntare il dito contro Amazon e far ricadere tutta la responsabilità sulla multinazionale dell’e-commerce quando – lo ripetiamo – Sindaco e amministrazione comunale non hanno verificato il tipo di sviluppo economico creato nell’area di interesse.
Del resto, il modus operandi di queste grandi aziende è noto un po’ a tutti e ci stupiamo che il nostro “globetrotter” primo cittadino non ne fosse al corrente fin dall’inizio.
Bastava a monte una programmazione strategica e di ampio respiro per evitare tante situazioni scomode: amministrare vuol dire soprattutto avere una visione della realtà e dei fatti. Gestire la cosa pubblica richiede acume, non improvvisazione.
Si improvvisa al circo – ma neppure poi tanto – non quando si gestisce un patrimonio che è di tutti. Sì, di tutti noi.
NOSTRO REPORTAGE SU QUANTO ACCADE PRESSO LO STABILIMENTO DI COLLEFERRO
Romanelli: assunzioni stagionali ma creeremo in tre anni 500 posti
Come ha anticipato il quotidiano Il Foglio lo scorso 4 febbraio, a breve Jeff Bezos, fondatore e capo di Amazon, lascerà il suo posto di comando ad Andy Jassy, 53 anni, newyorkese. “Si tratta – ha esplicitato il giornale guidato da Claudio Cerasa – della prima successione al vertice di una delle aziende più grandi e complicate del mondo”.
Che l’azienda fosse assai complessa non risulta una novità, stando almeno a quanto accaduto tra fine gennaio ed inizio febbraio nel nostro territorio.
Ci riferiamo allo stabilimento di Colleferro, di recente apertura, ma al centro di diverse polemiche riguardanti il mancato rinnovo dei contratti dei lavoratori del centro stesso. Sui social si è scatenato un polverone e in tanti hanno accusato il colosso Amazon di scarsa tutela contrattuale delle persone impiegate. Per cercare di fare chiarezza sulla vicenda, noi de #IlMonocolo abbiamo interpellato il responsabile del centro di distribuzione di Colleferro, al quale abbiamo rivolto delle domande che – ci auguriamo – possano far luce sulle condizioni di lavoro di chi presta servizio nella nostra cittadina.
“Attualmente presso il centro di Colleferro, aperto lo scorso autunno, abbiamo assunto circa 250 dipendenti a tempo indeterminato – ci spiega #OresteRomanelli -. Ci tengo a fare una precisazione: nessuno è stato licenziato. Siamo un business altamente stagionale, durante il periodo di picco e nelle prime fasi di apertura di un nuovo stabilimento facciamo ricorso a personale aggiuntivo attraverso agenzie interinali per supportarci nelle attività quotidiane. Questi dipendenti sono assunti con contratti a tempo determinato e sono a conoscenza della data di scadenza del contratto al momento della firma. Quando dovremo assumere nuovo personale chiaramente saranno contattati i lavoratori che hanno già lavorato con noi. Abbiamo creato 9.500 posti di lavoro a tempo indeterminato in Italia da quando abbiamo aperto nel 2011, la gran parte di questi è stata generata da contratti in somministrazione”. Presso la sede Amazon di Colleferro le donne impiegate rappresentano circa il 30% della forza lavoro totale e l’età media dei dipendenti è di 34 anni.
Ma cosa si produce esattamente a Colleferro? Si tratta solo di e-commerce o c’è dell’altro?
“Si tratta di un centro di distribuzione, dove i nostri dipendenti ricevono i prodotti da parte dei fornitori e dei venditori terzi e li stoccano all’interno della struttura. Una volta che i clienti acquistano un prodotto questo viene prelevato, impacchettato e spedito. Ci occupiamo quindi prettamente di logistica legata all’e-commerce.
Tuttavia vengono impiegate diverse figure professionali e di diversa formazione, dalle posizioni manageriali alle funzioni di supporto, come Operations Manager, HR e IT fino a coloro che si occupano della gestione degli ordini dei clienti. C’è chi gestisce la sicurezza, i team di manutenzione e di ingegneria. La posizione di operatore di magazzino invece prevede lo svolgimento delle attività di ricezione della merce in entrata, catalogazione, movimentazione e stoccaggio dei prodotti, impacchettamento e spedizione. Il tutto nel pieno rispetto delle procedure di sicurezza e degli standard di qualità dell’azienda”. E ancora: “Il centro di distribuzione di Colleferro è e sarà una parte fondamentale del nostro network logistico italiano ed europeo, creeremo circa 500 posti di lavoro a tempo indeterminato nel giro di tre anni”.
Infine la parte riguardante i contratti a termine: “I nostri dipendenti stagionali – conclude Romanelli - sono assunti dalle agenzie per il lavoro tramite il CCNL Trasporti e Logistica. Ricevono lo stesso salario base dei dipendenti Amazon a tempo indeterminato dello stesso livello. Questo è un sito recente e prevediamo di assumere più persone nei prossimi mesi, quando questo sito sarà pienamente operativo potremmo avere circa 500 dipendenti a tempo indeterminato”.
Insomma, ad Amazon tengono a precisare che nel sito di Colleferro ci sarà sviluppo ad ampio raggio e che i dipendenti per ora a casa saranno richiamati non appena sarà possibile. Da parte nostra, ci auguriamo che questo polo logistico possa crescere ed effettivamente recare crescita economica ed occupazionale a tutta l’area di riferimento.
Vigileremo inoltre, in quanto organo di informazione, sul rispetto di quanto a noi dichiarato dal responsabile aziendale, ringraziando comunque Amazon per l’attenzione che ci ha riservato.
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