La Chiesa di Sant'Agostino ad Anagni e la Cappella in memoria dei militari anagnini caduti nella Grande Guerra
Con i valori immutati nel tempo, per i militari di allora e per quelli di oggi, e nel ricordo di coloro che, seppur giovanissimi, immolarono la loro vita, bene supremo, per un ideale di Patria e di attaccamento al dovere, anche quest'anno l'Italia si appresta a celebrare il 4 novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Una data storica, istituita nel 1919 per commemorare la vittoria italiana nella prima guerra mondiale, che ricorda quella della firma, l'anno precedente, dell'Armistizio di Villa Giusti - a Padova - con la quale l'Italia e gli italiani rientrarono in possesso dei territori di Trento e Trieste e portarono finalmente a compimento il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale. Quella del 4 novembre fu anche, due anni dopo, nel 1921, la data scelta per la tumulazione del Milite Ignoto nel sacello dell'Altare della Patria a Roma: un omaggio al valore e alla lealtà dei tanti caduti e dispersi durante il primo conflitto bellico, anche di quelli ai quali, per motivi vari, non fu possibile dare un nome. In ogni Comune, in ogni borgo d'Italia, nello stesso giorno e alla stessa ora della tumulazione di Roma, tutti gli italiani, memori del trionfo delle armi che integrò la Patria nei suoi inviolabili confini terrestri, ricordarono il Soldato Ignoto, esaltando il sacrificio di quei valorosi. Anche Anagni offrì in quella data storica il proprio contributo alla causa inaugurando il 4 novembre 1921, per iniziativa di alcuni genitori di giovani anagnini caduti in trincea, una cappella votiva all'interno della chiesa di Sant'Agostino, nel pieno centro storico della città e a poche decine di metri dalla piazza più importante della città, piazza Cavour. La cappella si trova subito a destra dell'entrata della chiesa, oggi chiusa per lavori di restauro della facciata, e ha le dimensioni di circa 10/12 metri quadrati. Ai lati destro e sinistro della cappella - entrambi affrescati - vi sono collocate 96 fotografie di giovani anagnini caduti in combattimento durante la prima guerra mondiale: un vero e proprio riconoscimento della città di Anagni al nobile sacrificio dei suoi figli che contribuisce ancora oggi, in un momento di crisi di valori come quello che stiamo attraversando, a valorizzare lo spirito di unità nazionale e di fratellanza tra i popoli. Alcuni dei ragazzi ritratti nelle foto della cappella di Sant'Agostino morirono avendo da poco compiuto i 18 anni: facevano parte dei cosiddetti "ragazzi del '99", denominazione data ai coscritti negli elenchi di leva che nel 1917 compivano 18 anni e che pertanto potevano essere impiegati sul campo di battaglia. La cappella - dicevamo - fu eretta per iniziativa di alcuni genitori anagnini che avevano perso i propri figli durante la Grande Guerra. Vale la pena menzionare i loro nomi, affinché sia loro attribuito il giusto merito: Benedetto Belli, Pasqua Cerasaro, Serafino Ciangola, Ferdinando Colaiaco, Rosa Graziani, Angelo Panetta, Rosa Vari, Muzio Colacicchi. Quest'ultimo fu papà di Decio, il giovane tenente, medaglia d'oro al Valor militare, morto a 26 anni a cui è intitolata la piccola via che da corso Vittorio Emanuele porta fino alla chiesa di sant'Angelo. C'erano, inoltre, due sacerdoti che parteciparono al comitato locale per la realizzazione di questa cappella: padre Camillo Fontana, che a quel tempo era parroco di Sant'Angelo e padre Michele De Angelis, parroco di san Giovanni De Duce, il primo appartenente all'ordine dei padri carracciolini l'altro ai minori conventuali. A padre Michele De Angelis si devono le pitture e l'allestimento artistico della cappella stessa. Nel centenario della vittoria - il 4 novembre 2018 - l'amministrazione comunale di Anagni con a capo il sindaco Daniele Natalia, in collaborazione con la redazione del quotidiano Anagnia, nel corso di una solenne cerimonia alla quale presero parte alte cariche istituzionali, militari e civili, ha rinnovato il ricordo di questi giovani anagnini caduti facendo collocare nella splendida sala delle Trifore del palazzo comunale una bella epigrafe in marmo a loro dedicata. Una giornata importante, dunque, quella del 4 novembre, in cui è ricordato l'impegno delle nostre
Forze Armate, che costituisce, oggi come allora, un forte contributo al mantenimento e all'esaltazione di importanti valori nazionali.
Dedizione, professionalità, spirito di sacrificio e doti di spiccata umanità hanno caratterizzato e caratterizzano, infatti, in ogni circostanza l'operato dei nostri uomini e delle nostre donne in divisa, eccellenze del nostro Paese e tra i migliori professionisti al mondo, sempre al servizio dell’Italia e dei cittadini. Grazie all'impegno delle Forze Armate oggi il nostro Paese custodisce irrinunciabili principi di solidarietà e di cooperazione, contribuendo - altresì - nell’ambito di alleanze e coalizioni, alla difesa dell'ordine pubblico, della pace, della legalità anche attraverso il suo importante protagonismo nelle missioni in aree strategiche del mondo.
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