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Colleferro, una Chiesa romanica a due passi dalla stazione

Nel quartiere Scalo si erge l'antico luogo di culto intitolato a San Gioacchino.

L'opera risale al 1898. Fu realizzata su un'area donata dalla famiglia Doria.

Oggi c’è il sole. L’aria è calda, si respira voglia di leggerezza e di mare.

Arrivo in stazione con largo anticipo e decido di perdermi per qualche minuto in una parte della mia città che non conosco poi così bene: Colleferro Scalo.

Parliamo di una frazione del Comune di Colleferro tacciata spesso con appellativi poco lusinghieri quali “il bronx”. In realtà questa porzione di città, che deve il suo nome alla presenza dello scalo ferroviario di Colleferro-Segni-Paliano, può vantare il titolo di primo insediamento moderno della nostra città, formatosi nella seconda metà dell’Ottocento.

Se si percorre in auto la stradina che conduce al parcheggio multi piano adiacente la stazione, si scopre sulla destra una piccola chiesa.

E dico scopre perché io, storica dell’arte in erba, in 28 anni di vita qui non l’ho mai vista.

La chiesa di S. Giacchino sorge di fronte all’ex Zuccherificio della Società Valsacco.

Era il 1898 quando iniziarono i lavori della costruzione su questa area donata dalla Famiglia Doria.

Un importante ausilio economico fu offerto dal conte Ludovico Pecci e dalla Società Valsacco, che si occupò della realizzazione della struttura.

A causa del fallimento della stessa società, la costruzione fu arrestata fino a che non fu ripresa e condotta a termine nel 1925 dall'impresa Rocchi.

La chiesa ha pianta a forma ottagonale inscritta in una croce greca.

La scelta di questa particolare figura geometrica va oltre il significato architettonico, richiamando, nel numero 8, le beatitudini enumerate nel Vangelo di Matteo.

Il piccolo edificio è caratterizzato dall'armonia e dall'equilibrio delle linee e dei volumi.

Lo stile è prettamente romanico con tratti gotici visibili nelle nervature e nel contrasto accentuato dei chiaroscuri.

In linea con lo stile architettonico, la presenza di archi a tutto sesto e le masse murarie solide e compatte. L'abside semicircolare, con la sua calotta semisferica, oggi è visibile solo dall'esterno poiché internamente è stato ricavato uno spazio per la sagrestia.

Dentro è moderna, minimale. Il vero tesoro è tutto nel lapideo involucro esterno.

Però c’è silenzio. La luce, entrando, gioca con i colori delle piccole vedrete che incorniciano la lignea struttura del tetto e gli uccellini, in sottofondo, cantano.

Questa piccola chiesa si palesa come un’oasi, un pizzico di piacere che ti arriva dove proprio non te lo aspetti.

Chissà, forse Colleferro tornerà a stupirci ancora con qualche altra chicca artistica nascosta.


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