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Commercianti uniti per cambiare la città

Una interessante novità nel panorama cittadino da cui si attende molto.

Consigli non richiesti alla nuova associazione di esercenti promossa da Pino Capuano.

La nascita di una nuova associazione commercianti a Colleferro è senza ombra di dubbio una buona notizia.

Ancora più promettenti, a mio avviso, sono state alcune dichiarazioni del presidente Pino Capuano in occasione dell'ufficializzazione della notizia: “Vogliamo le strade piene di gente” aggiungendo in seguito che “la priorità è recuperare i rapporti interpersonali che l’epidemia ci ha tolto”.

Coniugare in sostanza, come spiega nel suo discorso, la rinascita della città con la rivitalizzazione del commercio cittadino.

Da cittadino amante di questa città ed assiduo sostenitore, anche attraverso le pagine di questo giornale, della necessità di un cambiamento dell’assetto urbanistico che metta le persone ed i loro spostamenti a piedi (o in bicicletta) al centro di qualsiasi intervento, mi sento di condividere con la neonata associazione dei commercianti qualche riflessione.

Gli spazi, in un tessuto urbano ad alta densità come quello del centro commerciale di Colleferro, sono quelli che sono e sarebbe giunto il momento di porsi una domanda e di promuovere con determinazione una scelta: vogliamo che questi spazi continuino ad essere occupati prevalentemente dalle auto o vogliamo restituire spazio alle persone?

Auto o persone?

Ripropongo una citazione già fatta in un articolo di qualche mese fa: “Essere su una bicicletta o a piedi, significa essere immersi in un ambiente urbano mentre essere su un auto significa attraversare l’ambiente urbano” (J.Gehl). Essere immersi in un ambiente urbano significa interagire ed è solo dall’interazione che scaturiscono la vita e gli scambi, inclusi quelli commerciali.

Ecco perché togliere spazio alle auto (a partire da quello lasciato utilizzare per la sosta irregolare) e restituirlo alle persone è l’unico modo di far rivivere la città (e con essa il commercio).

È paradossale, ma anche sui marciapiedi lo spazio dedicato alla circolazione delle persone, negli ultimi anni, è stato ridotto sempre di più: laddove non sono stati direttamente eliminati (mai che se ne fosse introdotto o allargato uno!), si è provveduto a riempirli di oggetti spesso inutili ed ingombranti, rendendo difficile ed ancora meno agevole la circolazione pedonale.

In strade già tra le più alberate della città, che bisogno c’era delle fioriere “antinquinamento” che in alcuni tratti hanno ridotto l’utilizzo del marciapiede anche del 50%?

Le suddette fioriere (che tra l’altro male si integrano nel contesto nel quale adesso si trovano) non sarebbero utilizzate meglio se collocate, invece che sui marciapiedi, negli slarghi asfaltati ed invasi dalle auto allo scopo di delimitare e recuperare un po’ di spazio per i pedoni?

L’assurdo dell’occupazione dei marciapiedi si raggiunge però con i grandi bidoni in plastica della differenziata dei commercianti.

Oltre a ridurre lo spazio per i pedoni, impattano in modo devastante sulla qualità ed il decoro di ambienti che invece si vorrebbero accoglienti e puliti. Prendere il caffè al gazebo circondati da lamiere di auto in sosta e batterie di bidoni colorati (e a volte sporchi) è diventata la normalità a Colleferro.

É questo quello a cui si pensa quando si aspira a rendere il centro della città un salotto commerciale?

D’altra parte, i poveri esercenti da qualche parte debbono pur metterla la batteria di bidoni che è stata, ahimè, loro assegnata.

Sarebbe allora davvero utile spingere l’amministrazione a rivedere le modalità di conferimento dei rifiuti e che qualcuno abbia l’umiltà e la voglia di applicare, per la differenziata dei negozi, soluzioni sensate che altrove sono adottate con successo da anni. L’ultima riflessione riguarda gli eventi nelle piazze. Ben vengano soprattutto a fronte di un calendario che vede svolgere quel poco che è organizzato dall’amministrazione quasi sempre oramai al prato del castello (sono lontani i tempi dell’Incantastrada e della prime Estati Colleferrine che, con eventi di qualità, riempivano il centro di Colleferro). Gli eventi, tuttavia, non possono durare in eterno, prima o poi finiscono e resta la città con la suddetta questione irrisolta dell’uso degli spazi.

Ebbene, diamo fisicamente più spazio alle persone e facciamo in modo che siano esse stesse e la loro presenza il vero grande evento determinante per la rinascita della città.

Del resto, “l’uomo è la più grande gioia di se stesso”, come recitano i versi di una poesia islandese dell’Edda di più di mille anni fa. Non è forse per osservare quello che fanno le altre persone sulla strada che ci si siede volentieri ai tavolini esterni di un bar?

Il cuore della Colleferro commerciale e quello del quartiere di Sant Antoni a Barcellona

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