Noi, la generazione del Duemila
Spesso la domanda che ci poniamo o che ci viene posta è “Che ne pensi di questa o quella persona?” Ma una domanda che non ho mai sentito pormi è “Che cosa pensi di te stesso?” e a questa domanda che mi sono posto da solo è difficile trovare una risposta ed è soprattutto difficile essere equilibrato nella risposta. Non si è mai giusti e onesti.
È difficile, perché siamo molto critici con noi stessi, o per lo meno io lo sono, poiché pensiamo di essere o il meglio o il peggio, ci dicono sempre di aspirare al meglio e di ottenere il massimo, e magari noi proviamo anche a puntarci ma quando poi non ci riusciamo che facciamo?
Pensiamo di essere sbagliati, pensiamo che non siamo fatti per quella determinata cosa, sentiamo di aver deluso quella determinata persona e molte volte sentiamo di essere delusi da noi stessi poiché non abbiamo raggiunto quegli obbiettivi che ci erano stati imposti, e ci facciamo un’idea sbagliata di che cosa siamo.
Viviamo in un mondo repentino, tutto va veloce e non puoi rimanere un attimo fermo a goderti un momento che subito succede un’altra cosa e devi essere pronto a saper gestire ciò che accade subito dopo. Non riusciamo a rimanere fermi e a capirci, non riusciamo più a capirci, a capire cosa vogliamo, che cosa facciamo, che cosa dovremmo fare, chi dovremmo essere, chi non dovremmo essere. Veniamo sballottolati in 3000 situazioni diverse le une dalle altre che non riusciamo paradossalmente più a stare fermi e ascoltare noi stessi, e anche se noi vorremo stare fermi e capire cosa ci sia in questa nostra zucca, non siamo capaci, siamo stati così tanto abituati ad un mondo in cui se inciampi o cadi nessuno ti aspetta che ci siamo dovuti adattare a ciò che passa in convento e tralasciare e molte volte anche a minimizzare i nostri problemi e di conseguenza che cosa siamo. Noi dobbiamo per forza adeguarci, anche se vogliamo essere diversi e non conformarci a questa società, per sopravvivere bisogna adattarsi. Questo porta a degli sdoppiamenti di personalità, che io ho notato in alcune persone e che provo sulla mia pelle e questi sdoppiamenti molte volte sono così forti che quando ti fermi per magari 5 minuti e i pensieri iniziano a girare in testa, non capisci più chi sei, che strada stai facendo, chi stai diventando. Non riusciamo più ad avere le idee chiare su noi stessi quando la prima cosa di vitale importanza per la nostra sopravvivenza in questa giungla, è sapere chi siamo e la coscienza di che strada stiamo percorrendo. Io non so cosa penso di me e molto probabilmente le uniche cose che mi escono dalla testa ora non sono di certo buone, però so una cosa, so che scoprirò chi sono e cosa voglio, magari sono ancora ingenuo a crederci, ma ho il diritto e il dovere nel credere di essere migliore di quanto penso.
“World of monsters, we just get used to it.” I don’t expect you to understand but I recommend you to think about it and share it.
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