COLLEFERRO - Come promesso, torniamo a parlare della discarica di Colle Fagiolara.
Abbiamo attenzionato sia l’aspetto politico che quello amministrativo.
In particolar modo si è fatta maggiore chiarezza sullo status quo e sui possibili scenari futuri dovuti al fatto che la discarica ad oggi non è stata portata ad esaurimento.
Con il presente articolo vogliamo ripercorrere la storia e trattare l’argomento dal punto di vista economico.
1. La discarica nasce il 1° dicembre del 1992 su richiesta del Commissario Prefettizio insediatosi in seguito allo scioglimento anticipato dell’amministrazione Colabucci;
2. Nel 1995 si regolarizza con i lavori di messa in sicurezza; si rende la discarica fruibile solamente per i rifiuti solidi urbani della città di Colleferro (avendo così un grande risparmio in termini economici per la comunità colleferrina);
3. Nel 1997 si autorizzano anche i comuni limitrofi a confluire i loro rifiuti solidi urbani nella discarica, garantendo così entrate consistenti a favore del comune di Colleferro;
4. Nel frattempo l’ingombro della discarica aumenta e nel 2014 visto l’esaurimento dei volumi (poiché gli spazi erano stati completamente riempiti), la discarica vede la sospensione dei rifiuti in ingresso e cessa quindi il conferimento; è come se essa fosse stata chiusa e pronta per avviare le pratiche di capping e di chiusura definitiva;
5. Nel 2016 con la Delibera n. G11840, la Giunta Regionale a guida di Zingaretti autorizza la sopraelevazione, ovvero l’aumento dei metri consento per l’accumulo dei rifiuti, passando da 280 a 287 metri sul livello del mare;
6. Nel 2016, sempre la Regione Lazio con la Determina di Fabbisogno n. 199 stabilisce che la volumetria residua di colle Fagiolara era di 33.000 m³; a questi si potevano aggiungere ulteriori 900.000 m³ circa qualora gli elettrodotti di Terna fossero stati spostati;
7. Sempre nel 2016 la discarica viene sopraelevata di altri 7 m per circa 24 mila tonnellate di rifiuti;
8. Nel 2017 l’amministrazione Sanna per mezzo di un’Ordinanza Sindacale urgente n. 192 disponeva lo spostamento dei tralicci presenti nella discarica di Colle Fagiolara;
9. Nel 2018 la Regione Lazio con la Determina n. G12290 fissa le nuove tariffe per conferire in discarica a Colleferro (72,29 euro a tonnellata + 13,925 euro per la gestione post mortem + 15 euro a tonnellata da corrispondere al comune di Colleferro per l’affitto della discarica);
10. Con tempo da record, nel 2018 vengono spostati i tralicci di TERNA ed inizia il conferimento dei rifiuti provenienti da Roma che, in quel periodo si trovava in gravi problemi igienici poiché non sapeva dove trasportare i propri rifiuti;
11. Nel 2019 la discarica di Colle Fagiolara vede l’ingresso di 44 camion al giorno per circa 1.000 tonnellate, esclusa la domenica che i camion scendono a 24.
Ora l’analisi che vorremmo fare è capire quali sono stati i proventi della discarica.
Proviamo a fare qualche ipotesi suffragata da qualche numero.
Poiché la discarica avrebbe dovuto chiudere per esaurimento, l’innalzamento prima e lo spostamento tralicci ha consentito uno sversamento stimato in 900mila m³.
Le domande lecite che dovremmo porci sono: quanto denaro ha incassato il Comune di Colleferro? Come sono stati investiti?
Lazio Ambiente, che era il gestore della discarica e società partecipata al 100% dalla Regione Lazio, chiude l’esercizio del 2017 (precisamente dal momento nel quale ancora non si erano spostati i tralicci Terna) con un valore della produzione di quasi 18 milioni di euro al quale corrispondeva una perdita di oltre 6 milioni di euro.
Successivamente nel corso del 2018 (con i tralicci spostati) e soprattutto nel 2019 (con il conferimento dell’immondizia proveniente da Roma a pieno regime) il valore della produzione verrà quasi triplicato arrivando ad oltre 49 milioni di euro. Il risultato finale di esercizio è un utile di 600mila euro. Quindi, triplicare la produzione, aver ospitato il triplo d’immondizia, ha avuto un beneficio in termini anche di collettività?
Domanda più che lecita.
Ricordiamo per dovere di cronaca che i proventi del ristoro ambientale (quindi anche i soldi derivati dalla discarica), fino al 2015, venivano sempre utilizzati per scopi sociali. Venivano finanziati progetti sociali come il pagamento della mensa delle scuole (ad oggi raddoppiata), il parcheggio per i pendolari, lo scuolabus.
Premesso che auspichiamo tutti che la discarica rimanga chiusa per sempre, torneremo a parlare di Colle Fagiolara poiché rimangono aperti molti dubbi. Ci piacerebbe chiarire meglio circa la capienza residua di circa 300mila m3, la questione del capping e lo stato dei lavori che Minerva ha ereditato per oltre 4 milioni di euro.
Anche Minerva, l’azienda municipalizzata che ha sostituito Lazio Ambiente nella raccolta dei rifiuti, sarà sicuramente oggetto di un’analisi più approfondita (anche in virtù degli ultimi grossi aumenti della TARI che dovranno sostenere e subire i cittadini di Colleferro).
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