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Canapa

I sabati in cui si ritorna

Noi, la generazione del Duemila


Il sabato penso sia il momento in cui si ritorna di cuore in cuore o di testa in testa, è quando dopo un bicchiere di troppo o una fumata di troppo rimani fermo a riflettere con i sentimenti, ovvero con il cuore, o con la razionalità, ovvero con la testa, anche se in quei momenti non si è molto razionali. È quando sei al bar con amici e ti passa per la testa tutta la settimana, tutte le stronzate, tutte le risate, tutte le incazzature… insomma tutto ciò che è successo.

Ci sono persone che pensando alla settimana si pentono di alcune scelte compiute o per alcune cose fatte o non fatte, allora c’è chi prova a rimediare il sabato. Perché il sabato è fatto così, è un momento di sfogo per tutto lo stress della settimana, è il momento in cui vorresti far uscire tutto ciò che hai in testa e provare almeno una volta a divertirti.

Allora si fanno cose disperate o cose magari che non faresti un lunedì sera o un martedì sera, quindi si ritorna in ciò che nella settimana ci ha reso più sicuri o più realmente esistenti nel momento, e nel mentre lo si fa ci si sente bene e si è felici e contenti di ciò che si sta facendo, tuttavia è quando il giorno dopo la Domenica oppure il Lunedì, si realizza seriamente cosa si è fatto e capiamo che ci siamo cascati di nuovo in quel burrone, un posto freddo in cui c’è solo buio e l’unico sprazzo di luce che si intravede è quella dall’alto, proprio da dove siamo inciampati.

Inoltre è difficile coprire il freddo che pervade quell’atmosfera poiché è quasi come se entrasse nelle arterie.

Per certe persone è come se fosse un continuo circolo vizioso, inizi camminando seguendo la strada poi incontri il burrone e invece che cambiare strada si è trasportati fisicamente e mentalmente in quel burrone.

Questo succede anche con le persone e con esse la caduta fa ancora più male poiché il burrone colpisce solo la parte fisica durante la caduta, con le persone la parte fisica e mentale la maggior parte delle volte vanno in concomitanza e una volta caduti si cade sia di morale che di fisico, ed è difficile, molto difficile, questa volta asciugare le lacrime e rialzarci per andare incontro a quella luce bianca.

Tuttavia se cambiamo prospettiva e iniziamo a guardarci attorno capiamo che l’unica via è la risalita verso la luce, che capisco sia tortuosa e piena di rocce che pungono ma dobbiamo essere coraggiosi e anche quando sembra che non riusciamo più a scalare dobbiamo essere noi stessi a guardarci dentro e dire due semplici parole: “posso farcela”.

Due semplici parole che per alcuni possono essere il trampolino verso l’esterno.

Canapa vi augura una buona primavera che possiate passare “sabati di esserci” che “sabato di ritorni” e che soprattutto possiate sbocciare come le foglie degli alberi.

I don’t expect you to understand but I recommend you to think about it and share it.



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