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IL BASKET NEL SEGNO DI AVENIA

Aggiornamento: 5 mag 2021

La seconda Coppa Korac della sua storia, la Virtus Roma la vinse nel 1992.

Dopo il pareggio, in casa, al PalaEur, contro la Scavolini Pesaro, la pallacanestro romana si prese una clamorosa rivincita nella gara di ritorno con una prestazione strepitosa. Un trionfo che consentì alla blasonata società romana di aggiungere in bacheca un nuovo trofeo europeo.

Di quella squadra allenata da Paolo Di Fonzo, rimasta negli annali del basket capitolino, faceva parte Donato Avenia.

Cinquecento partite, sedici campionati in serie A, di cui 11 consecutivi nella serie A1, Donato Avenia è arrivato a Colleferro trent’anni fa. “E’ stata mia moglie, incontrata a Reggio Calabria a trascinarmi qui”, confessa al nostro giornale. “Ho giocato fino al 2009, in A1 e A2. E, quando ho smesso, non ho mai perso la passione per questo meraviglioso sport. Il mio desiderio è stato sempre quello di disporre di una struttura, un campo di pallacanestro dove allenare e far crescere giovani atleti”.

“A Colleferro ho trovato una città che, per numero di impianti e varietà di sport, non ha eguali. Non ci sono in Italia altre città di 20-21 mila abitanti che abbiano una dotazione impiantistica così elevata per una pluralità di attività sportive. Ognuno può scegliere lo sport che preferisce. Dal calcio al rugby, dal nuoto all’atletica, dalla danza alla pallavolo al basket, per citare quelli più importanti. C’è di tutto”.

“Ed anche se la pallacanestro è uno sport di nicchia, proprio per effetto della varietà dell’offerta sportiva – spiega Avenia – stiamo gradualmente crescendo sia nel numero dei ragazzi tesserati sia nella qualità delle prestazioni”.

A Colleferro il basket ha una tradizione da onorare. E Avenia la sta onorando nel migliore dei modi, portando i colori della città a livelli mai raggiunti in passato. Oggi la squadra da lui allenata milita nella serie C2. Quel che più conta è che i tesserati sono tutti “di proprietà” della società. Insomma, dopo aver dedicato tempo e investimenti alla cura della struttura messa a disposizione dal Comune, l’ex campione si sta occupando con competenza e dedizione alla crescita del movimento sportivo. “Se un giocatore, dopo essersi formato da noi, dimostra di poter accedere alle categorie superiori, noi non lo tratteniamo, come è giusto che sia. Ci gratifica, però, il fatto che questi ragazzi, anche quando vanno via, continuano a sentirsi attaccati al nostro sodalizio.

Pensi che l’osteopata che segue i ragazzi è un nostro ex giocatore”. Umiltà e grande professionalità sono doti che appartengono ai veri campioni. Doti che non difettano in questo gigante approdato a Colleferro negli anni Novanta dove, ormai, ha messo solide radici. La pallacanestro per lui è qualcosa di più di uno sport. E’ scuola, formazione, educazione, attitudine al sacrificio, agonismo, fisicità. Un modello di riferimento sano per tanti giovani. “Ci manca poco per arrivare ancora più in alto – esclama con una punta di orgoglio – ed ho un sogno nel cassetto: creare un settore di mini basket florido”.

Con la tenacia che ha sempre dimostrato, siamo certi che prima o poi, questo sogno diventerà realtà.

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