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LA GRANDE CRISI DEL TEATRO

Aggiornamento: 5 mag 2021

LE RICADUTE SUL PIANO ECONOMICO, SOCIALE E CULTURALE CAUSATE DALLA PANDEMIA

Nell'età d'oro di Atene i tre grandi autori greci delle Tragedie teatrali: Sofocle, Eschilo e Euripide, nel V secolo a.C. sostenevano che a teatro si andava per imparare, per riflettere e per provare grandi emozioni.

Il teatro era ed è quel ritrovo sociale che insegna, illimita ed illumina le menti, regolando usi e costumi. L'impatto socio-evolutivo, peculiarità principe del teatro, ha mantenuto inalterato il proprio carattere, attraversando periodizzazioni millenarie e offuscando la sua luce nell'età medievale: quando le rappresentazioni erano di tipo puramente religioso e la cui finalità, era quella di spiegare i vangeli al popolo contadino e analfabeta.

Oggi come allora, il mondo del teatro e degli spettacoli in presenza, ha affievolito la luce della sua essenza a causa del COVID che ha messo in ginocchio tutto il settore; I tempi che stiamo vivendo lo gettano in una recessione profonda: l'intero indotto è seriamente compromesso dall'impossibilità di rappresentare dal vivo gli spettacoli e le opere sinfoniche e liriche. La mancata celebrazione di queste entità culturali, oblia l'essenza socializzante e aggregante, genitrice di umanità, di interscambi, di idee e di obiettivi, linfa vitale di una realtà di importanza esponenziale. L'interruzione delle attività teatrali provoca la perdita dei posti di lavoro da parte delle maestranze: professionalità eccellenti costrette a reinventarsi per poter vivere. Tante famiglie assaporano l'incertezza del domani, così come i tante altre categorie che vivono situazioni analoghe. Nella città di Colleferro il teatro Vittorio Veneto, fortemente voluto dai fratelli Furlan, successivamente fu acquisito dall'Imprenditore Mantova e, negli anni ’90, l'allora Sindaco Silvano Moffa, condusse lunghe trattative per dotare Colleferro del Teatro Comunale, il quale ha vantato nel corso degli anni importanti rappresentazioni e collaborazioni artistiche.

Sul palcoscenico del teatro si sono avvicendati attori di spessore, che hanno intrattenuto gli spettatori del nostro territorio, attestando così una realtà solida ed influente, sia dal punto di vista socioculturale che economico. Purtroppo anche il nostro teatro, in osservanza della regolamentazione normativa nazionale rimarrà chiuso fino al 4 Dicembre "salvo nuovi D.p.c.m.".

La sensazione che si avverte, conseguente alla pandemia, è quella di un'agonia sociale poichè manca la vita di relazione. L'impossibilità di esprimere le emozioni ci rende sempre più soli e più reclusi. Credo che un "ricominciare sociale" post pandemia debba passare per una pro azione di cultura, di arte e di bellezza, di cui il teatro ne è testimone.

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