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LETTERA APERTA AL SINDACO

La drammatica vicenda del giovane Willy Monteiro Duarte dovrà rimanere impressa nella memoria della nostra città

Sul fatto che non dovremmo dimenticare questo giovane ragazzo siamo tutti d’accordo - non solo noi due - ma l’intera comunità di Colleferro.

Tuttavia, non condivido alcune riflessioni contenute nel Suo post, dopo l’incontro con il Ministro delle Pari Opportunità, Fabiana Dadone.

Innanzi tutto, penso che sia oltremodo eccessivo ringraziare pubblicamente un Ministro o altre istituzioni governative, regionali o comunali per il solo fatto di essersi recate nel luogo dell’assassinio di Willy o per aver espresso parole di condanna rispetto a quanto accaduto.

In queste drammatiche circostanze le istituzioni hanno il compito e il dovere di far sentire la presenza dello Stato, una funzione che non è sinonimo di cortesia o benevolenza.

Quindi, per favore, evitiamo di esprimere parole di gratitudine a un Ministro che ha deposto una corona di fiori. Piuttosto, caro Sindaco, sarebbe stato opportuno cogliere questa occasione per aver chiesto alle istituzioni di fare veramente la loro parte.

Mi spiego meglio. Insieme al Ministro Fabiana Dadone avrebbe potuto cogliere l’occasione per affrontare - insieme alla Commissione per l’ordine pubblico e al Consiglio Comunale tutto - il tema del rapporto con i giovani e come promuovere, insieme a loro, la cultura della legalità, il rispetto delle regole, il ripudio della violenza.

Purtroppo a Colleferro ci sono dei problemi.

Mi creda, Lei sbaglia a far finta di niente.

Questa sua narrazione edulcorata di Comune vivace, pieno di iniziative culturali, associative e formative, non risponde al vero.

Forse non può ricordare tante cose ma Le assicuro che questa non è la Colleferro migliore. Quella di oggi è una città depressa con poche opportunità e poco lavoro. Certo, la logistica è stata una piccola boccata di ossigeno ma, come sa bene, si è tradotta in precariato. In questi anni il consumo di suolo pubblico è stato impressionante e le uniche aree verdi che non sono affogate dal cemento sono recintate con cartelli con scritto Secosvim. Inoltre siamo tra le città più inquinate d’Italia, non abbiamo ancora nessun piano di bonifica e ancora siamo costretti a pagare il prezzo della discarica e dell’inceneritore.

Ovviamente non tutto quello che è stato realizzato fin ora è sbagliato, sono state fatte anche delle cose buone. Le riconosco, ad esempio, la battaglia per il Castello ma, al tempo stesso, Le dico anche che quello che Lei chiama “Parco”, non è altro che un prato. Un “Parco” è un’altra cosa.

La verità è che viviamo in un contesto dove manca un senso di comunità e di cultura civica. Perfino le nostre passeggiate sono abusive tra il 3C e la vecchia cava. La cultura dominante è quella dell’aperitivo, la musica quella dei locali, l’arredo urbano quello dei bar e dei pub. Un contesto che crea solitudine, marginalità, noia, disimpegno.

Certo, Lei si vanterà per aver proposto e realizzato quelle bellissime fioriere anti inquinamento che tutti - anche se ho qualche dubbio - vorrebbero davanti alle loro case o ai negozi.

Caro Sindaco, non basta essere un giovane amministratore per cambiare in meglio una città ma bisogna saperla ascoltare e, in questo senso, credo che i giardini dedicati alla memoria di Willy rappresentino un’occasione concreta per difendere la sua memoria e per recuperare un sentimento di comunità.

Tuttavia, il modo in cui sta portando avanti questo progetto penso che sia molto discutibile. Anziché prendere decisioni unilaterali, calate dall’alto, avrebbe fatto meglio a lanciare un concorso di idee, aperto alla creatività dei cittadini.

Questa iniziativa non solo avrebbe stimolato la partecipazione di giovani ma soprattutto avrebbe coinvolto e unito la nostra comunità.

Quindi, caro Sindaco, visto che ci ha detto di aver già illustrato al Ministro questo progetto, lo mostri anche a noi, ci spieghi i criteri utilizzati per l’affidamento dell’incarico, ci illustri quali collaborazioni internazionali, con studi famosi e rapporti accademici, Le hanno fatto assumere questa importante decisione.

Le riconosco che Lei è un amministratore disponibile con tutti, un ottimo Prestatore di servizi. Tutti noi l’abbiamo sostenuto e votato perché volevamo una visione diversa della città e soprattutto perché, oltre a Lei, non c’era alternativa. Ma Le consiglio di non scambiare la fiducia con l’affetto, perché - mi creda - è un’altra cosa.

Se giocassimo a scacchi direi che Lei si sta arroccando.

Le consiglio di fare la mossa giusta: esca da quella casella, dimostri coraggio e interpreti la voce dei suoi cittadini.

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