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Immagine del redattoreFrancesco Balducci

Montelanico, alla scoperta della stanza dei misteri

L'attrazione simbolica sita nella sede della Pro Loco è gestita da Benito Raimondi, studioso del mistero e del paranormale


Benito Raimondi, appassionato di oggetti simbolici e del macro-tema del mistero, ha dato vita a Montelanico ad una nuova attrazione simbolica, “La Stanza dei Misteri”, una delle poche presenti in Italia e sita in Via Garibaldi, 51 nell’immobile sede della Pro Loco.

Benito Raimondi all'interno del singolare museo


Raimondi ha potuto realizzare il suo progetto grazie al Comune di Montelanico e all’Associazione Pro Loco che gli hanno dato in comodato d’uso lo stabile. Raimondi ha provveduto a ristrutturare l’immobile e ad inserirvici degli oggetti (dalle bambole ai quadri passando per delle foto inviate da persone in cui quest’ultime segnalavano degli avvistamenti “misteriosi”).

Ogni oggetto e bene nella stanza viene dato a Benito Raimondi che provvede alla catalogazione ma la stessa disposizione nell’immobile ha un suo significato e valore simbolico.

Il funzionamento della stanza è il seguente: qualunque oggetto o documentazione fotografica che suggestioni le persone che ne sono in possesso vengono devoluti a Benito, il quale si fa raccontare la storia di ciò che si cela dietro quell’oggetto e successivamente provvede a catalogarlo per poi infine presentare la trama narrativa intorno all’oggetto stesso.

La Stanza dei Misteri è aperta al pubblico ed è nata senza fini di lucro.

“La Stanza dei Misteri si inserisce in un progetto più ampio - ha fatto sapere Raimondi - che ha previsto anche l’apertura di un canale YouTube, con un mio amico video-editor Marco Trasolini che saluto. Il Canale è strutturato in puntate che hanno tutte come filo conduttore il tema del mistero”.

La disposizione degli oggetti non è casuale e, oltre a questi, anche l’organizzazione e la disposizione della location veicolano un significato simbolico. “C’era un’infinità di opzioni per catalogare tutti gli oggetti che ho ricevuto; è nato tutto per caso. Quando ho aperto il canale YouTube - prosegue Raimondi - mi hanno iniziato a dare degli oggetti che, secondo le persone, erano negativi e maledetti. Arrivando un’infinità di oggetti, grazie al presidente della Pro Loco e al sindaco del mio paese, ho ristrutturato questa stanza per creare un museo itinerante e gratuito, in cui ogni oggetto ha qualcosa da raccontare e i beni sono divisi in reparti”. Il messaggio che Benito vuole far passare non è di natura alienante, in quanto lui, nell’affrontare i suoi discorsi sul mistero, utilizza sempre il condizionale e una buona dose di razionalità, lasciando così agli ospiti la possibilità di aprire ad un dibattito bidirezionale e ad un confronto aperto, interessante e inclusivo sul tema di ciò che attiene all’immaginario, al metafisico e al simbolico. Benito, infatti, punta a rendere scientifico il mistero raccontando le varie storie sugli oggetti così come gli sono state narrate dai precedenti e rispettivi proprietari. Il fine della Stanza è che le persone si facciano domande e siano proattive nel generare un dibattito democratico e aperto sulla questione. Già da questo si percepisce la non volontà di Benito Raimondi di “manipolare” le menti delle persone sul mistero e sul paranormale. “In ogni oggetto che c’è qui, quando lo descrivo, ci tengo molto a raccontarlo come mi è stato raccontato dal proprietario – ha dichiarato Raimondi - ma utilizzo sempre il potrebbe essere e una qualche dose di razionalità. Il mio fine è quello di condividere e non di insegnare al pubblico che viene in visita il mistero. Intorno a questo tema – precisa il gestore e curatore della Stanza - voglio che si generi un dibattito aperto, inclusivo in cui ogni voce possa dire la sua”.

Come riesce Benito Raimondi ad oggettivizzare un oggetto simbolico con una storia “alle spalle”? Studiando il mistero da tanto tempo, Raimondi fornisce la situazione che potrebbe essere accaduta a quell’oggetto. “Io tendo spesso a far venire le persone - ha aggiunto Raimondi - per far rendere conto loro della sincerità che si verifica; non sto qui a veicolare e a condurre le persone ad essere convinte che nella foto ci sia veramente un alieno. Io non faccio indottrinamento”.

L’obiettivo per cui è sorta la Stanza dei Misteri non è indottrinare le persone, bensì attrarre tutto il Centro-Sud della Penisola a visitare questo format di museo che in Italia è rarissimo trovare. Per il territorio, la Stanza dei Misteri può costituire un importante tassello della tradizione e del folklore locali.

Benito Raimondi ringrazia l’Associazione Pro Loco di Montelanico, il Primo Cittadino del Paese per l’avergli dato la possibilità di realizzare questo progetto sul mistero e anche Marco Trasolini, suo amico video-editor con cui condivide la passione per il paranormale.


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