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Immagine del redattoreMafalda Soap. Una pulce con la tosse

Nascosto in bella vista

Mafalda Soap. Una pulce con la tosse

In un noto programma “C’è posta per te” ideato e condotto da Maria De Filippi, le storie delle persone, le loro emozioni e i loro sentimenti sono i veri protagonisti.

Ma, nel programma è evidente che si cerca una riconciliazione tra parenti, familiari che hanno vissuto una rottura, una rottura familiare.

Sui social tutto il proprio privato diventa pubblico, ma quando si tratta della rottura con un familiare, non viene esposto con la stessa facilità. Sui social ci sono solo foto di eventi familiari pieni di felicità.

Dietro una esteriorità tranquilla e rassicurante spesso si mascherano drammi familiari dolorosi e complessi.

E’ opinione della cultura popolare che, la rottura familiare è una epidemia silenziosa.

La rottura familiare è democratica, per ogni estrazione e condizione sociale, chiunque ha subito una qualche frattura familiare e sono passati gli anni, prima che ci fosse una riconciliazione. In alcuni casi non è mai arrivata. Non condividiamo pubblicamente una rottura familiare, perché come sostiene Jordan siamo imbarazzati dalla nostra stessa tristezza.

Peccato. Poter confrontare esperienze emotive difficili come l’allontanamento familiare, ci aiuta a diventare più realistici, a trovare nuove idee su come affrontarli e a sentirci meno isolati o meno strani.

La decisione di porre fine al contatto con un familiare segue un percorso tortuoso: il lavoro di preparazione di un allontanamento familiare inizia attraverso distorsioni e difficoltà che si presentano mentre si cresce in famiglia; l’eredità di un divorzio, indebolendo il rapporto con uno dei genitori e i figli; parenti acquisiti problematici; denaro e eredità; aspettative insoddisfatte, differenze di valori e stili di vita.

Questi percorsi sono accomunati da: la forza di un singolo evento; punti di vista divergenti sul passato; confini non chiari; il ruolo degli altri; interruzione delle comunicazioni.

La rottura familiare, costituisce una minaccia al benessere mentale, sociale e fisico dell’individuo. Perché la nostra felicità dipende dalle relazioni sociali e senza di queste ci sentiamo persi.

La minaccia è vivere con stress cronico, l’attaccamento infranto, il dolore per il rifiuto, i pericoli dell’incertezza. L’allontanamento familiare è come una perdita ambigua, traumatizzante.

La mancanza di chiarezza blocca l’elaborazione del lutto, la capacità di affrontare la cosa e ostacola ogni decisione. Voi, siete pronti a riconciliarvi? Soprattutto per voi?

Riconciliarsi porta benefici: evitare il rimpianto; ritornare in famiglia; accedere alle risorse; trascorrere del tempo insieme. Siete pronti, quando, le circostanze sono cambiate, si inizia a sviluppare un piano; si riceve un segno.

Inoltre occorre essere meno egoisti, prendere in considerazione il punto di vista dell’altro e di cercare di lavorare su quello; non nutrire aspettative sugli altri. Davanti ad una rottura familiare che vi appartiene, ponetevi le seguenti domande per costruire la vostra narrazione: Quale è la storia del vostro allontanamento familiare? Come è iniziata? Che cosa è accaduto dopo?

Come stanno le cose oggi? Può essere d’aiuto pensare la vostra esperienza come se fosse un libro: quali sono i suoi capitoli, dall’inizio a oggi?

Che cosa pensate abbia causato l’allontanamento familiare?

Quale pensate sia l’idea di quel vostro parente sulla sua causa? C’è stato un evento specifico, all’origine dell’allontanamento familiare?

Se è così che cosa è accaduto?

Pensate che sarebbe stato possibile fare qualcosa per prevenire l’allontanamento familiare?

C’è qualcosa che voi o qualcun altro avrebbe potuto fare diversamente?

Se doveste parlare con qualcuno che si trova in una situazione simile, che tipo di consiglio gli dareste su come affrontare l’allontanamento familiare?

Come pensate che saranno i vostri contatti con quel parente fra un anno?

E fra cinque anni?

Le vostre storie, sono solo vostre, e potrebbero avere un finale alternativo invece che “adesso basta!”

K. Pillemer, Famiglie strappate, 2021 Feltrinelli

Se vuoi raccontare una tua esperienza puoi farlo scrivendo a:



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